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Rimedi naturali per combattere la tosse? Scopriamo come alleviarla in modo naturale, senza ricorrere ai farmaci di sintesi. Dal miele agli oli essenziali, passando per le erbe, vediamo quali sono i rimedi naturali più indicati per il trattamento della tosse, secca o grassa, come utilizzarli e le loro controindicazioni.
Si definiscono antitussivi naturali quei rimedi naturali in grado di modulare la frequenza e l’intensità della tosse senza, tuttavia, sopprimerla completamente.
Questa è una caratteristica molto importante, se si pensa che la tosse è un meccanismo avente lo scopo di rimuovere catarro, microrganismi ed allergeni, dalle vie respiratorie. Sopprimerla del tutto significherebbe aumentare la ritenzione di questi stimoli irritativi nelle vie aeree, predisponendo alla comparsa di infezioni e allergie.
Esattamente come per i farmaci di sintesi, il criterio più utilizzato per classificare gli antitussivi naturali è il meccanismo d’azione. Distinguiamo, quindi:
Come abbiamo anticipato, l’azione benefica di questi rimedi è ascrivibile alla capacità di inibire l’attivazione dei recettori per la tosse che sono particolari fibre nervose che si attivano quando stimoli di varia natura irritano la mucosa di faringe, laringe e trachea. Queste fibre veicolano il segnale al centro bulbare della tosse e, quindi, al midollo spinale, da cui originano altre fibre che stimolano la contrazione dei muscoli respiratori e il conseguente “colpo di tosse”.
Le erbe mucillaginose rappresentano il trattamento ideale per inibire il riflesso della tosse indotto dall’irritazione della gola, spesso e volentieri conseguenza di raffreddore e influenza. Le mucillagini contenute in altea, malva, piantaggine e lichene d’Islanda, a contatto con l’acqua, danno origine a sistemi molto viscosi (colloidi) in grado di stratificarsi sulle mucose infiammate e cedere l’acqua da essi trattenuta alle mucose (la secchezza, infatti, contribuisce a stimolare la tosse). Grazie alle proprietà lenitive ed emollienti, quindi, le mucillagini placano la tosse in modo naturale e non ne ostacolano la funzione fisiologica.
L’altea è una pianta erbacea perenne, diffusa in Europa e Asia occidentale, la cui radice è da tempo nota per le proprietà lenitive. Essa viene raccolta in autunno-inverno, il periodo dell’anno in cui abbiamo il massimo contenuto in mucillagini (dal 5 all’11%), in particolare: ramnogalatturani, arabinogalattani, arabinani e glucani (ESCOP, 2003).
Benché promettenti, i dati a disposizione sull’efficacia antitussiva dell’altea sono stati ottenuti solo da studi preclinici e devono ancora essere confermati.
In particolare, da questi studi si evince che:
La malva è una pianta erbacea diffusa in Europa, Asia ed Africa, di cui si utilizzano i fiori e le foglie. Possiamo considerarla a tutti gli effetti una cugina dell’altea, con la quale condivide i composti attivi, le mucillagini, e le proprietà terapeutiche.
Le mucillagini della malva, costituite da ramnogalatturani, sono contenute in foglie (8%) e fiori (10%).
Approfondisci le proprietà della malva.
La piantaggine è una pianta erbacea perenne, molto comune in Europa e Asia centro-settentrionale. Varie monografie riportano che i principi attivi della piantaggine sono contenuti nelle foglie (ESCOP, 2003; Farmacopea austriaca,1991; Farmacopea svizzera VII).
Tra i principi attivi contenuti abbiamo:
L’attività antitussiva dell’erba sembra essere dovuta al fitocomplesso in toto: infatti, l’azione emolliente e lenitiva esplicata dalle mucillagini è potenziata dalle attività antinfiammatorie (dovute ai glicosidi iridoidi, ai flavonoidi e ai feniletanoidi) e antiossidanti, ascrivibili all’acteoside e ai flavonoidi.
Si tratta di un lichene di terra, tipico delle zone montuose, di cui si utilizza il tallo essiccato. La droga contiene quantità elevate di mucillagini (40-60%), costituite prevalentemente dal polisaccaride lichenina.
Il lichene islandico viene utilizzato come calmante della tosse secca, associata alle infiammazioni della mucosa faringea, e può essere d’aiuto nella terapia complementare dell’asma.
Il miele è un alimento prodotto dalla lavorazione del polline, o della melata, da parte delle api. Come abbiamo già anticipato, i suoi benefici - in caso di tosse secca, associata all’irritazione della gola - sono ascrivibili all’elevato contenuto zuccherino (circa il 70-80%) e alla presenza di flavonoidi, ad azione antiossidante.
Grazie al loro sapore, gli zuccheri contenuti nel miele (principalmente fruttosio e glucosio):
Approfondisci i benefici del miele.
I dati che supportano l’impiego del miele, come calmante della tosse, sono numerosi e lasciano intendere un ruolo ben più importante di quello attribuitogli dalla medicina tradizionale, avendo dimostrato un’efficacia paragonabile ad alcuni farmaci sedativi.
Paul et al. (2007) hanno valutato gli effetti antitussivi del miele in un gruppo di pazienti colpito da infezioni delle vie aeree superiori. 130 pazienti (2-18 anni) sono stati divisi in tre gruppi: gruppo trattato col placebo, gruppo trattato con miele di grano saraceno e gruppo trattato con destrometorfano (un sedativo della tosse). Dai risultati è emerso che il consumo di miele, mezz’ora prima di coricarsi:
In uno studio di Shadkam et al. (2010), 139 bambini (2-5 anni) - con tosse associata ad infezioni respiratorie - sono stati divisi in quattro gruppi, trattati rispettivamente con: placebo, miele, destrometorfano e difenidramina. Il trattamento con miele ha prodotto una riduzione della frequenza e della severità della tosse ed un miglioramento della qualità del sonno, in modo significativo rispetto al placebo e paragonabile ai farmaci da banco.
Cohen et al. (2012) hanno valutato l’efficacia di tre varietà di miele, rispetto al placebo, nel trattamento della tosse associata ad infezione delle alte vie respiratorie. Lo studio ha coinvolto 300 bambini (1-5 anni), assegnati a quattro gruppi, trattati con: placebo, miele d’agrumi, miele di Lamiaceae e miele d’eucalipto. I bambini hanno assunto 10g di miele (da solo o miscelato a bevande decaffeinate), mezz’ora prima di coricarsi. Il consumo di miele:
Il consumo di latte e miele (tre sere consecutive, prima di andare a letto) ha apportato dei benefici in un gruppo di pazienti pediatrici colpiti da tosse acuta non specificata. Gli effetti riscontrati erano paragonabili a quelli ottenuti con destrometorfano e levodropropizina (Miceli et al., 2014).
In una raccomandazione dell’OMS (2001), viene approvato l’uso del miele, per il trattamento della tosse e del raffreddore, nei bambini oltre il primo anno di vita. La dose consigliata è di 2,5ml prima di andare a letto.
L’accumulo di catarro nelle basse vie aeree è tra le cause più frequenti della tosse. Il razionale d’impiego dei rimedi mucolitici ed espettoranti si basa sul fatto che variazioni della viscosità, della sintesi o del trasporto del muco, lungo le vie respiratorie, possano contribuire ad eliminarlo e porre fine alla tosse grassa.
I rimedi naturali più utilizzati, a tale scopo, sono le erbe saponine e alcune spezie che possono agire in tre modi:
Le erbe saponine devono le loro proprietà antitussive al contenuto in saponine, principi attivi in grado di alterare la permeabilità della mucosa gastrica e stimolare, in tal modo, la secrezione sierosa nei bronchi e la conseguente fluidificazione del catarro. Ma ora vediamole in maggior dettaglio:
L’edera è una pianta erbacea rampicante che cresce nelle zone fresche e ombrose. La commissione E tedesca approva l’impiego delle foglie nei disturbi catarrali e nelle infiammazioni bronchiali. Le foglie d’edera contengono saponine monodesmosidiche, tra cui l’ederina, e saponine bisdesmosidiche, note come ederacosidi (glicosidi dell’acido oleanolico e 28-idrossioleanolico). Diversi studi clinici evidenziano i benefici dell’edera nel trattamento della tosse associata alla bronchite e all’asma, con effetti paragonabili ai farmaci mucolitici.
La polygala è una pianta erbacea perenne originaria del Canada. La radice di quest’erba viene utilizzata per le proprietà espettoranti in caso di bronchite (anche di natura asmatica) e faringite. In particolare, la droga è caratterizzata dalla presenza di: saponine triterpeniche bisdesmosidiche (6-10%), tra cui senegina II e III, senegasaponina A e B, desacilsenegina II e III; acidi organici e loro esteri, come l’acido salicilico e il metilsalicilato (0,1-0,2%), e acidi idrossicinnamici (ferulico, caffeico e sinapico), liberi o esterificati con le saponine. Gli effetti antitussivi della radice sono dovuti alle saponine bisdesmosidiche, sebbene anche i salicilati - ad azione antinfiammatoria - contribuiscano ai benefici globali della polygala; ad oggi, tuttavia, questi effetti sono stati evidenziati solo in studi preclinici (Monografie OMS).
Il razionale d’impiego delle spezie, come agenti mucolitici ed espettoranti, è esattamente lo stesso delle saponine: irritano la mucosa gastrica e attivano, di riflesso, la secrezione sierosa bronchiale. Si tratta di rimedi molto diffusi nella medicina tradizionale cinese e indiana (curcuma e zenzero) ed europea (aglio e cipolla) e, ad oggi, non esistono evidenze cliniche che ne supportino l’uso nella medicina ufficiale.
A causa degli effetti irritanti, il consumo delle spezie può provocare nausea, vomito e diarrea. E’ pertanto controindicato il consumo in caso di:
Questo gruppo comprende rimedi che possono esser d’aiuto sia in caso di tosse secca e stizzosa, sia in caso di tosse produttiva. Vediamoli nel dettaglio!
Gli oli essenziali sono miscele di composti estremamente volatili, quali alcoli, aldeidi e chetoni, le cui proprietà antitussive si esplicano attraverso vari meccanismi e possono essere d’aiuto nel trattamento della tosse grassa, grazie all’azione mucolitica ed espettorante, e della tosse secca, grazie alla capacità di sopprimere il riflesso della tosse.
Per quanto riguarda la tosse grassa, pare che le essenze siano in grado di migliorarla grazie alla capacità di modificare la produzione e la viscosità del muco, nonché l’eliminazione dalle basse vie aeree.
Per quanto riguarda i benefici in caso di tosse secca, essi sarebbero da attribuire a una duplice azione:
Ma ora vediamo quali sono gli oli essenziali più utilizzati:
La liquirizia è una pianta erbacea perenne, coltivata in Europa e Asia, di cui si utilizza il rizoma essiccato per le sue proprietà edulcoranti e antitussive. Tra i componenti del fitocomplesso vi sono:
Approfondisci le proprietà della liquirizia.
Si tratta di un genere di piante erbacee, originarie dell’America del Nord, utilizzate in medicina tradizionale come antitussivi. Le foglie e le sommità fiorite della grindelia contengono numerosi principi attivi che contribuiscono, in toto, all’effetto bechico.
Le proprietà sedative ed espettoranti della grindelia devono ancora essere confermate da studi clinici. L’EMA ne riporta l’uso, in medicina tradizionale, principalmente come espettorante.
La drosera è una pianta carnivora, ampiamente distribuita in America settentrionale, di cui si utilizzano le parti aeree. La natura del suo fitocomplesso ne permette l’impiego in caso di tossi convulse e stizzose, associate a bronchite asmatica e asma allergia.
L’erba, infatti, contiene:
Abbiamo visto in che modo i vari rimedi naturali agiscono nel placare la tosse. Ma come utilizzarli? La forma di somministrazione, infatti, è in grado di influenzare l’efficacia dei vari principi attivi e, di conseguenza, l’esito della terapia. In linea di massima:
E’ bene ricordare, tuttavia, che quando si parla di antitussivi naturali non vi è una linea di demarcazione netta tra sedativi e mucolitici-espettoranti, e non solo per quanto riguarda i principi attivi. Antitussivi diretti come la piantaggine, infatti, possono avere anche effetti espettoranti quando somministrati sottoforma d’infuso (in quanto, come abbiamo già visto, l’acqua introdotta aiuta a fluidificare il muco). Solo per una questione pratica, quindi, dividiamo i bechici naturali in due gruppi: quelli per tosse secca, e quelli per tosse grassa e mista.
In questa categoria, rientrano preparazioni a base di miele, mucillagini ed oli essenziali:
L’altea può essere impiegata nella tosse stizzosa associata al mal di gola, grazie alla sua azione lenitiva ed emolliente. In accordo con le monografie ESCOP e OMS, si consiglia l’assunzione sottoforma di macerato acquoso o sciroppo. L’estratto acquoso viene ottenuto lasciando macerare 0,5-3g di radice in 200mL di acqua fredda, per quattro ore. Al termine della macerazione, si filtra e si spremono i residui di radice. Bere una tazza, 2-3 volte/die
La malva può essere utilizzata, in alternativa all’altea, sottoforma d’infuso da assumere 2-3 volte/die. L’infuso viene ottenuto aggiungendo 200mL di acqua bollente a due cucchiaini di fiori. Si lascia in infusione per circa 10’, quindi si spremono i residui e si filtra. In alternativa ai fiori, si possono utilizzare le foglie (quattro cucchiaini).
La piantaggine può essere utilizzata, sottoforma d’infuso o di sciroppo, per il trattamento delle tossi stizzose associate a raffreddore e mal di gola. L’infuso viene preparato aggiungendo 150mL di acqua bollente a 1,4g di foglie essiccate. Dopo 10’-15’ di infusione, si spremono i residui e si filtra. Si consiglia l’assunzione di una tazza, 3-4 volte/die. Per quanto riguarda lo sciroppo, esistono dei prodotti contenenti 24g di estratto fluido per 200mL di prodotto.
Come abbiamo visto in precedenza, questo lichene può essere d’aiuto nella tosse secca associata al mal di gola (per via dell’elevato contenuto in mucillagini) o all’asma, anche allergica, grazie al contenuto in acido protolichesterinico. Il lichene può essere utilizzato sottoforma di decotto, preparato come segue. Viene effettuata una prima decozione, per eliminare il gusto amaro: si aggiungono 5g di lichene a 100mL di acqua fredda, si scalda e si lascia bollire per 2’. A questo punto, si risciacqua la droga con acqua fredda e si effettua una seconda decozione, con lo stesso procedimento. Si spremono i residui, si filtra e si beve una tazza, 2 volte/die.
Come appurato da diversi studi clinici, il miele è in grado di calmare la tosse secca associata al raffreddore e al mal di gola. Lo si può utilizzare in quanto tale, oppure miscelato ad infusi e decotti, per ridurre la frequenza e l’intensità della tosse notturna;
In caso di tosse secca, le essenze possono essere utilizzate sottoforma di pastiglie balsamiche (che calmano la tosse attraverso la deglutizione) o di pomate da applicare nella mucosa nasale congestionata (qualora la tosse insorga come conseguenza di un raffreddore). In quest’ultimo caso, si può incorporare qualche goccia di essenza in aloe gel che, oltre a facilitarne l’assorbimento, esplica un effetto lenitivo sulla mucosa irritata.
I preparati che ci accingiamo a descrivere possono essere utilizzati nella tosse grassa propriamente detta (dovuta all’accumulo di catarro nelle basse vie aeree) e in quella mista.
In realtà, la tosse mista è la condizione più frequente. Essa, infatti, può conseguire alla tosse grassa, che porta ad un’irritazione della gola e, quindi, alla stimolazione dei recettori faringei; può conseguire alla tosse secca, come in caso di raffreddore. Il muco liquido prodotto nel naso, infatti, può rifluire fino a raggiungere le basse vie aeree e stimolare la produzione di un muco denso che può accumularsi e attivare i recettori della tosse.
Tra i rimedi utilizzati vi sono:
Abbiamo visto come, l’edera, possa essere d’aiuto in condizioni caratterizzate dalla produzione di un muco viscoso e difficile da espettorare, come la bronchite e l’asma (anche allergica). Può essere utilizzata sottoforma d’infuso, di sciroppo o di tavolette orosolubili. L’infuso è sicuramente la forma più adatta per fluidificare il catarro e facilitarne la rimozione. Viene preparato lasciando in infusione (per 10’) 1-2g di foglie essiccate in 200mL di acqua bollente. Si spremono i residui, si filtra e se ne beve una tazza, 2 volte/die.
La polygala può essere utilizzata, sottoforma d’infuso, in caso di bronchite cronica o asmatica. 0,5-1g di radice vengono lasciati in infusione (per 10’) in 200mL di acqua bollente. Si spremono i residui, si filtra e si beve una tazza, 3 volte/die.
La liquirizia può esser d’aiuto in caso di tosse mista associata ai mali di stagione, quali raffreddore e influenza. Sebbene esistano anche gli estratti molli e secchi, l’ideale - in caso di catarro difficile da espettorare - rimane comunque l’infuso. Quest’ultimo si prepara lasciando in infusione 1,5-2g di radice (per 10’) in 150 mL di acqua bollente. Filtrare e berne una tazza, 2 volte/die.
Quest’erba può essere utilizzata, sottoforma d’infuso o sciroppo, nel trattamento della tosse mista associata a varie condizioni. In particolare, l’infuso viene preparato aggiungendo 150mL di acqua bollente a 2-3g di droga. Si lascia in infusione 5’-10’, si spremono i residui e si filtra. Se ne assume una tazza, 3 volte/die.
La drosera può essere molto utile in caso di tosse convulsa, anche associata a bronchite asmatica e asma allergica. Può essere utilizzata sottoforma d’infuso o sciroppo. Per preparare l’infuso si aggiungono 150mL di acqua bollente a 1g di droga essiccata; si lascia in infusione 15’, si spremono i residui e si filtra. Si consiglia di berne una tazza, 2-3 volte/die.
L’azione mucolitica ed espettorante delle essenze può essere sfruttata in vari modi: infusi e decotti di erbe aromatiche, unguenti balsamici e inalazioni (suffumigi e bagni).
Aggiungere 1-2g di foglie essiccate a 150mL d’acqua bollente. Lasciare in infusione 3’-5’, spremere i residui e colare. Si consiglia l’assunzione di una tazza, 2 volte/die.
Aggiungere 2-3g di fiori essiccati a 200mL di acqua bollente. Lasciare in infusione 5’-10’, spremere i residui e filtrare. Bere una tazza, 3 volte/die.
Aaggiungere 3g di foglie essiccate a 100mL d’acqua bollente. Lasciare in infusione 5’, spremere i residui e filtrare. Si consiglia di bere una tazza, fino a 3 volte/die.
Porre 3-5g di droga in 200mL d’acqua, portare all’ebollizione e lasciar cuocere 2’. Lasciare in infusione 5’-10’, colare e bere una tazza, 2 volte/die.
Porre 1g di droga in 150mL d’acqua, portare all’ebollizione e lasciar cuocere 2’. Lasciare in infusione 15’, colare e bere una tazza, 2 volte/die.
Essenze come canfora, eucalipto e menta possono essere incorporate in unguenti da applicare sul torace. In questo modo, gli oli essenziali penetrano attraverso la cute, entrano in circolo e raggiungono i bronchi, ove sciolgono il catarro e ne facilitano la rimozione;
Gli oli essenziali vengono aggiunti ad un catino d’acqua bollente, o all’acqua del bagno, in modo da inalarli insieme al vapor acqueo (che ne aumenta il potere fluidificante).
Per i suffumigi: aggiungere qualche goccia di olio essenziale (come eucalipto, niaouli e cajeput) ad un catino d’acqua bollente. Inalarne i vapori, avendo l’accortezza di coprirsi il capo con un asciugamano (per evitare la dispersione dei componenti volatili). In alternativa alle essenze distillate, è possibile utilizzare erbe aromatiche, quali timo e menta.
Per i bagni: aggiungere una decina di gocce, ogni 30L d’acqua calda, e inalare i vapori durante l’immersione. Ricordiamo che i bechici naturali non devono essere assunti per periodi di tempo prolungati. In particolare, i preparati a base di saponine non devono essere utilizzati per più di una settimana, affinché non si manifestino effetti lesivi a carico di stomaco e intestino. Se i sintomi persistono, nonostante il trattamento, è fondamentale rivolgersi al medico di famiglia.
Ma ora vediamo alcuni rimedi utilizzati nella medicina popolare, da quella asiatica a quella europea!
Prepararlo è semplicissimo! Basta aggiungere una fettina di zenzero a 350mL d’acqua, portare all’ebollizione e far cuocere per 10’. Dopo averlo fatto intiepidire, filtrare e aggiungere succo di limone e un cucchiaino di miele. Il decotto così ottenuto aiuta a sciogliere il catarro e, allo stesso tempo, lenisce la gola irritata (per la presenza del miele). Un uso alternativo del decotto allo zenzero, tipico della medicina indiana, prevede che due cucchiaini di decotto siano miscelati al succo di quattro spicchi d’aglio e al miele (Ghosh, 2011). Per prepararlo, ci occorrono:
Unire gli ingredienti a 350ml d’acqua, portare all’ebollizione e lasciar cuocere - a fuoco lento - per 10’. Lasciar riposare, filtrare, aggiungere il succo di mezzo limone e un cucchiaino di miele. Il decotto è utile sia in caso di tosse grassa, sia in caso di tosse secca.
Ideale per le tossi miste, viene ottenuto ricoprendo di miele 1Kg di cipolle tritate e facendo riposare il tutto per una giornata. Si filtra e si travasa il liquido in recipienti (dotati di chiusura ermetica) da conservare in frigo. Si consiglia l’assunzione di un cucchiaio da tavola, 3 volte/di.
Questo sciroppo fluidifica il catarro e, allo stesso tempo, lenisce la gola irritata. Per prepararlo ci occorrono:
Si uniscono gli ingredienti e si porta all’ebollizione. Dopo aver spento la fiamma, si lascia riposare per qualche ora, si spremono i residui di cipolla e si filtra. Si consiglia l’assunzione di un cucchiaio da tavola, 3 volte/die.
Scaldare 100mL di latte, senza farlo bollire, con 4 spicchi d’aglio tritato. Filtrare, dolcificare con miele e berne fino a 200mL al giorno. In alternativa all’aglio, si può utilizzare qualche fetta di cipolla.
Abbiamo visto cosa sono gli antitussivi naturali, come funzionano e come utilizzarli. Ma, arrivati a questo punto, una domanda sorge spontanea: come comportarsi se la tosse si manifesta in gravidanza? E quali sono i rimedi più adatti per bimbi e neonati?
Rispondere a queste domande non è affatto semplice, se si considera che:
In questi casi, più di altri, è necessario adottare delle buone abitudini che aiutino a prevenire la tosse e tenerla sotto controllo, qualora si sia manifestata:
Inoltre:
Anche i rimedi naturali per calmare la tosse, come tutti i rimedi naturali, possono avere delle controindicazioni, infatti:
Ma ora vediamo le principali controindicazioni:
Un effetto avverso comune a tutti i rimedi a base di saponine è la capacità di indurre nausea e vomito. Ciò accade quando l’eccessiva irritazione gastrica - associata all’uso di dosi elevate - attiva il centro del vomito per via riflessa.
A causa degli effetti irritanti sulla mucosa gastrica e intestinale, l’impiego di tali rimedi è controindicato nei seguenti casi:
L’uso degli oli essenziali richiede una certa cautela. Non di rado, infatti, si possono manifestare:
L’impiego degli oli essenziali è pertanto controindicato in caso di:
L’impiego della liquirizia è solitamente ben tollerato. Eccezion fatta per le reazioni allergiche, gli effetti avversi insorgono in seguito all’uso improprio di questa droga: infatti, l’uso cronico di dosaggi elevati può portare all’insorgenza di un’intossicazione nota come pseudoiperaldosteronismo, che si manifesta con: ipokaliemia (basse concentrazioni ematiche di potassio), ipertensione, mal di testa, spossatezza, edema e disturbi cardiaci, che dovrebbero svanire con l’interruzione del trattamento.
Secondo l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), è improbabile che tali effetti si manifestino con l’uso di dosi uguali o inferiori a 100mg/die di acido glicirrizico.
In ogni caso, l’uso del rizoma di liquirizia è controindicato in:
A causa del contenuto in saponine e olio essenziale, gli effetti avversi più comuni della grindelia sono nausea, vomito e diarrea, come conseguenza dell’irritazione gastrointestinale. La droga è controindicata in caso di:
La drosera può irritare la mucosa gastrica, provocando nausea e vomito. La droga è pertanto controindicata in:
Quanto riportato è solo a titolo informativo e non intende sostituire il parere del medico.
Prima di prendere qualsiasi iniziativa, rivolgetevi al medico curante o ad altro specialista della salute.
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