Coloranti alimentari: cosa sono? Sono nocivi? Lista, uso e dosi consentite

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

Cosa sono i coloranti alimentari? È vero che possono nuocere alla salute? Approfondiamo la conoscenza di queste sostanze tanto dibattute, gli usi e le dosi consentite dalla legislazione attuale.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
    1. Come funzionano?
  2. Classificazione
    1. Naturali
    2. Sintetici
  3. Quali sono?
  4. Coloranti naturali faidate
  5. Fanno male?
  6. I rischi
    1. Allergie
    2. Bambini
    3. Cancro
  7. Dosi consentite
  8. Utilizzo
  9. Dove si trovano? Prezzi

Coloranti alimentari: cosa sono.

I coloranti alimentari sono additivi che hanno lo scopo di migliorare l’aspetto di bevande e alimenti, di per sé privi di colore o che lo hanno perso a causa di luce, aria, umidità e variazioni di temperatura.

Contrariamente agli altri additivi non sono indispensabili, ma svolgono una funzione prettamente decorativa, necessaria per rendere il prodotto accattivante agli occhi del consumatore. Pensateci un attimo: mangereste un gelato alla crema se non fosse giallo? Berreste un succo alla fragola se non fosse rosso? Probabilmente no!

Questo è il motivo per il quale l’impiego si è esteso anche alle preparazioni artigianali e casalinghe, che possono essere decorate con i coloranti in gel, in polvere, in spray.

Ma come funzionano questi additivi?

Una condizione necessaria affinché una sostanza possa essere usata come tale è quella di possedere un colore. Questa caratteristica è strettamente legata alla sua struttura, dalla quale dipende la capacità di interagire con le radiazioni dello spettro visibile (per intenderci, quelle percepite dall’occhio umano). Questi additivi, infatti, appaiono colorati grazie alla presenza di particolari gruppi atomici (definiti cromofori) in grado di assorbire e riflettere le radiazioni del visibile:

Oltre a possedere gruppi cromofori, tuttavia, una sostanza dovrebbe colorare in modo permanente gli alimenti senza modificarne il sapore, caratteristica che viene conferita dai gruppi auxocromi in grado di legarsi ai substrati alimentari e colorarli.

Questo è il motivo per il quale i succhi e gli estratti di frutta e verdura, che conferiscono colore e aroma temporanei, non possono essere considerati coloranti ai fini di legge.

Classificazione: i vari tipi di coloranti alimentari.

I coloranti alimentari sono veramente numerosi, e possono essere classificati in base all’origine (naturali, sintetici e semisintetici), alla struttura chimica (organici ed inorganici) e agli usi (di superficie o di massa e superficie).

Coloranti naturali.

Sono sostanze estratte da fonti animali, vegetali o minerali, che hanno il vantaggio di essere accettati di buon grado dal consumatore in quanto non creati dall’uomo; per contro, si tratta di additivi molto costosi ed instabili, che conferiscono colori poco brillanti e non uniformi; senza contare, infine, che possono essere contaminati da microrganismi. La categoria include: clorofille, caroteni, xantofille, antocianine e curcumina, tra i vegetali; la cocciniglia tra quelli animali; ossidi, sali e metalli, tra quelli minerali.

Sintetici o semisintetici.

Si tratta di composti artificiali ed economici, che hanno il vantaggio di essere stabili alla luce, all’ossidazione e al pH, e di conferire colori brillanti e uniformi. Non sono visti di buon occhio dai consumatori, in quanto rischiosi per la salute. I semisintetici sono invece ottenuti modificando le molecole naturali, in modo da migliorarne la stabilità; tra questi abbiamo le clorofilline, derivanti dalla clorofilla.

Secondo la struttura chimica i coloranti possono poi suddividersi in:

Quali sono? Coloranti autorizzati nell’Unione Europea.

I Regolamenti (UE) 1129/2011 e 1130/2011 riportano - rispettivamente - l’elenco degli additivi alimentari e le relative condizioni d’uso.

I coloranti autorizzati posseggono una sigla identificativa che va da E100 a E199. Sono coloranti organici naturali, indicati con [N], e sintetici con [S], ed inorganici.

Gialli:

Arancioni e rossi:

Blu e viola:

Verdi:

Marroni e neri:

Tra gli Inorganici (E170-E175) che rivestono le superfici degli alimenti troviamo:

Coloranti naturali fai da te.

Chi non vuole ricorrere ai coloranti commerciali, può affidarsi a quelli casalinghi tenendo presente, tuttavia, che possono modificare il sapore delle pietanze, e quindi dovrebbero essere scelti con attenzione; inoltre, a causa della loro instabilità, una volta pronti dovrebbero essere usati al più presto.

I coloranti alimentari fanno male?

Abbiamo visto, quindi, che i coloranti ammessi sono numerosi e ampiamente diffusi nell’industria alimentare. Ma sono sicuri?

Rispondere, purtroppo, non è così semplice.

L’EFSA (European Food Safety Authority), l’organismo incaricato per riesaminare la sicurezza di tutti gli additivi alimentari, ha evidenziato alcuni studi che hanno segnalato alcuni coloranti con effetti tossici molto gravi (tumori e iperattività nei bambini).

Col Regolamento (UE) 232/2012, entrato in vigore il 01/06/2013, l’Unione Europea ha disposto il ritiro dal commercio del colorante E128 (colorante rosso 2G), usato nei preparati di carne per hamburger, in quanto nell’intestino viene metabolizzato ad anilina, un composto cancerogeno.

Lo stesso regolamento, inoltre, ha ridotto la DGA (Dose Giornaliera Accettabile) di E104 (giallo di chinolina), E110 (giallo tramonto) ed E124 (rosso cocciniglia A o ponceau 4R), poiché la popolazione potrebbe essere esposta a dosi di colorante superiori rispetto alla DGA, aumentando i potenziali rischi per la salute.

Coloranti vietati nell’Unione Europea.

I rischi derivanti dai coloranti negli alimenti.

Abbiamo quindi visto che secondo le Autorità vi sono coloranti consentiti, che sono cioè privi di rischi (vanno comunque riportati riportati in etichetta), ma anche dei coloranti che hanno dei rischi sulla salute.

In particolare questi coloranti:

Possono provocare reazioni allergiche.

Moltissime sono le persone soggette a forme di orticaria allergica causata da additivi alimentari. In alcuni casi essi possono provocare anche forme asmatiche nei soggetti predisposti.

Sono tossici per i bambini.

Secondo uno studio condotto dal Center for Science in the Public Interest (CSPI), un gruppo di difesa dei consumatori che promuove la nutrizione, la sicurezza alimentare e la salute,  alcuni coloranti alimentari sintetici provocano iperattività nei bambini .

Aumentano il rischio di insorgenza del cancro?

Numerosi studi hanno evidenziato gli effetti cancerogeni dei coloranti alimentari artificiali.

Infatti, la FDA ha vietato l'uso di alcuni coloranti.

Tuttavia non vi sono studi che hanno dimostrato una correlazione tra lo sviluppo di tumori e il consumo di additivi in quantità limitate. Essi, se assunti secondo la DGA, sono generalmente esenti da tale rischio.

Quanti assumerne? Le dosi Giornaliere Accettabili (DGA).

La DGA è la dose massima giornaliera che può essere ingerita per tutta la vita, senza che vi siano rischi per la salute.

Nella tabella successiva, riportiamo la DGA e i potenziali effetti avversi associati ai coloranti autorizzati. Alcuni di essi, come carotenoidi, clorofille, clorofilline, betanina e antociani, mancano all’appello, poiché non sono disponibili dati tossicologici al riguardo.

A che servono e come vengono utilizzati i coloranti?

I coloranti alimentari sono disponibili in varie forme: liquidi, polveri, gel per soddisfare le diverse esigenze. Ognuno, infatti, è adatto ad un risultato diverso.

Dove si trovano? Quanto costano?

I coloranti alimentari si possono acquistare nei supermercati e negli store digitali come Amazon.

I prezzi sono vari, riportiamo alcuni esempi:

I Coloranti alimentari liquidi, in gel o in polvere sono venduti in bottigliette e flaconcini di vario colore (20 - 30 g) ed hanno un prezzo di ½ euro cadauna.

Di poco più alto è il prezzo dei coloranti bio che possono essere acquistati nei negozi bio e nei negozi online.

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Jessica Zanza
(Specialista in farmacia)

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