La sindrome delle gambe senza riposo è una patologia neurologica che comporta la necessità di muovere continuamente le gambe. Ai movimenti degli arti si associano numerosi sintomi: spasmi, dolore, prurito e formicolio, che possono manifestarsi anche durante il sonno. Esaminiamo le possibili cause e le terapie farmacologiche e fitoterapiche che aumentano la possibilità alleviare la patologia.
La sindrome delle gambe senza riposo, conosciuta anche come sindrome di Wittmaack-Ekbom ed indicata dalla sigla RLS (dall'inglese Restless Legs Syndrome), è una patologia neurologica che provoca la necessità di mantenere le gambe in costante movimento, in modo particolare quando ci si trova distesi, in posizione di riposo.
Scoperta agli inizi del '900 da Karl Axel Ekbom, questa patologia colpisce tra il 5 e il 15% della popolazione adulta dell'Europa e del Nord America, ed è più frequente negli anziani e nelle donne di età compresa tra i 30 ed i 50 anni, sebbene ne possano soffrire anche gli uomini ed i bambini (con una prevalenza del 5-10% in età pediatrica).
Anche se nella maggior parte dei casi gli arti interessati sono le gambe, si tratta di una sindrome che, sebbene in maniera rara, può colpire anche gli arti superiori.
Tipologie.
Esistono inoltre due diverse tipologie della patologia, le quali presentano le seguenti caratteristiche:
Forma primitiva: questa tipologia viene definita anche idiopatica, cioè a causa sconosciuta, sebbene si pensi che vi sia una forte componente genetico - ereditaria. Insorge prima dei 45 anni di età, talvolta in età pediatrica, ma si manifesta con sintomi talmente sfumati che spesso il soggetto non si rende conto di esserne affetto e passano mesi o addirittura anni prima che i sintomi siano conclamati. Si tratta di una patologia progressiva in cui i sintomi peggiorano lentamente con l'aumentare dell'età.
Forma secondaria. Associata all'utilizzo di farmaci o con particolari condizioni clinico - patologiche o fisiologiche, essa insorge solitamente dopo i 45 anni di età, in forma acuta: in altre parole, i sintomi si manifestano in maniera improvvisa e non sono soggetti a peggioramento nel corso del tempo
Come si manifesta la sindrome: sintomi e conseguenze.
La sindrome delle gambe senza riposo può colpire adulti e bambini ma si manifesta soprattutto in adulti giovani e progredisce con l’età. I sintomi colpiscono durante le ore di riposo e si attenuano con il movimento.
Al bisogno costante di muovere le gambe si associano altri sintomi:
Formicolio e sensazione di intorpidimento.
Prurito, solletico e bruciore alle gambe.
Fitte con dolori più o meno intensi, tremori e contrazioni involontarie delle gambe.
Mioclono notturno, ovvero movimenti inconsci delle gambe durante il sonno.
Movimenti incontrollatidelle gambe, che si presentano ogni 15 - 40 secondi sottoforma di scatti.
La presenza di tali sintomi predispone il soggetto a conseguenzeanche importanti, che limitano o impediscono lo svolgimento delle attività quotidiane. Tra queste abbiamo:
Disturbi del sonno come l'insonnia, legata alla continua necessità di muovere le gambe. Questo si traduce in una pessima qualità del sonno con episodi frequenti di sonnolenza diurna.
Irritabilità e sbalzi di umore, legati sia al mancato riposo notturno che alla necessità impellente di muovere gli arti. Se protratti nel tempo questi sintomi possono portare all'insorgenza di veri e propri stati ansiosi e di depressione.
Stanchezza e affaticamento, a causa sia della scarsa qualità del sonno che del continuo movimento delle gambe.
Criteri diagnostici.
Affinché sia possibile e corretto parlare di sindrome RLS, è necessario che siano presenti nel soggetto in questione determinati criteri diagnostici, stabiliti nel 2003 dal National Institutes of Healt. Tali criteri sono quattro:
Bisogno non controllabile e necessario di muovere le gambe, che può associarsi alla presenza di parestesie, cioè di alterazioni della sensibilità e sensazione di formicolio e di gambe addormentate.
Sollievo immediato dei sintomi con il movimento degli arti. Il sollievo però dura pochissimo ed il soggetto avverte quasi subito la necessità di muoversi di nuovo.
Aggravamento dei sintomi quando si è a riposo anche durante il giorno.
Aggravamento dei sintomi durante la sera o la notte, in una fascia oraria compresa tra le 22:00 pm e le 5:00 am.
Quali sono le cause che provocano la RLS?
Le cause della RLS sono ad oggi sconosciute, sebbene i ricercatori abbiano ipotizzato dei difetti nel metabolismo del ferro e della dopamina, ossia un neurotrasmettitore implicato nel controllo del movimento e della coordinazione. Si tende quindi ad identificare più dei fattori di rischio, rispetto a delle cause, che possano predisporre alla sindrome. I sintomi sono caratteristici e spesso la malattia si associa alla presenza di altre patologie.
I principali fattori di rischio.
Tra i fattori di rischio maggiormente implicati nell'insorgenza della malattia abbiamo:
Ereditarietà: riguarda la forma primaria della patologia e si stima che circa il 60% dei casi di RLS sia di origine genetica. Non si conoscono ancora i geni e le mutazioni coinvolte nella malattia ma si pensa che vengano trasmessi con un meccanismo autosomico dominante: in altre parole, la mutazione o il gene coinvolto sono trasmessi indipendentemente a tutta la progenie senza distinzione di sesso.
Carenza di ferro: soggetti con problemi di carenza di ferro per cause alimentari, patologiche o fisiologiche sembra abbiano una maggiore possibilità di soffrire della patologia. Il ferro, infatti, è essenziale per la formazione di una sostanza, la L-dopa, che è il precursore della dopamina. La carenza di ferro è presente in circa il 20% dei casi di sindrome delle gambe senza riposo, con livelli di ferritina inferiori a 20 - 50 µg/L.
Gravidanza: non si sa bene come mai la sindrome delle gambe senza riposo si manifesti nelle donne durante il primo trimestre di gravidanza e ciò avviene nel 25 - 40% dei casi. I sintomi tendono poi ad attenuarsi fino a scomparire dopo il parto ma talvolta persistono anche per lunghi periodi di tempo. Inoltre una donna che è stata colpita dalla sindrome durante la gravidanza ha un rischio 4 volte maggiore di ammalarsi nuovamente durante la vecchiaia.
Farmaci: alcuni farmaci implicati nella possibile patogenesi della sindrome sono gli antidepressivi, i calcio - antagonisti, gli antiemetici, gli antipsicotici e gli antistaminici.
Interventi chirurgici: talvolta la sindrome si manifesta o peggiora subito dopo un intervento chirurgico, probabilmente a causa del forte stress subito dall'organismo.
Alla sindrome delle gambe senza riposo si associano anche dei fattori di rischio patologici, cioè alcune patologie che predispongono l'insorgenza del disturbo.
Sebbene le correlazioni tra tali patologie e la sindrome non siano ancora state ben chiarite, possiamo identificare come fattori di rischio il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla (i malati di sclerosi multipla hanno un rischio due volte maggiore di soffrire di sindrome delle gambe senza riposo), alcune patologie autoimmuni (come celiachia, artrite reumatoide e sindrome di Sjögren), la fibromialgia, il diabete, l'insufficienza renale cronica, l'insufficienza venosa e le patologie della tiroide. Sembra poi che anche la menopausa rappresenti un fattore di rischio sebbene non se ne conosca ancora l'esatto motivo.
Che fare in caso di sindrome delle gambe senza riposo?
Per trattare la sindrome delle gambe senza riposo non esistono terapie specifiche e si può ricorrere a rimedi naturali, farmaci e cambiamenti nello stile di vita. Solitamente la sindrome viene trattata da centri specializzati nei disturbi del sonno o in neurologia. Nel 2007 è inoltre nata l'associazione italiana dei pazienti RLS che riunisce tutti coloro che sono affetti dalla sindrome, in modo tale da poter scambiare opinioni e novità e, soprattutto, promuovere la ricerca.
Rimedi naturali: quando la natura è una soluzione efficace.
Tra i principali rimedi naturali per il trattamento della RLS, vi è l'utilizzo di piante medicinali e di preparazioni omeopatiche.
La fitoterapia interviene mediante:
Mucuna pruriens: grazie al suo naturale contenuto di L-dopa, serotonina, nicotina e bufotenina, aiuta a contrastare i sintomi della patologia. Si assume sottoforma di capsule (una al giorno) contenenti estratto secco titolato al 50%. Vi sono controindicazioni per le donne in stato interessante, poiché potrebbe essere dannosa per il feto.
Iperico: particolarmente indicato per trattare gli stati di ansia e depressione associati alla sindrome, l'iperico contiene ipericina, quercetina e rutina, e presenta un’azione antidepressiva e sedativa. Si utilizza sottoforma di estratto secco (in compresse, dose massima 800 - 800 mg al giorno), di tintura madre (50 gocce 1 - 3 volte al giorno) o di infuso (un cucchiaio di fiori di iperico in una tazza di acqua bollente, tenere in infusione per circa 10 minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno).
Passiflora: contiene cumarine, eterosidi, acidi fenoli, fitosteroli e flavonoidi, questi ultimi con azione spiccata a livello del sistema nervoso centrale. I principi attivi le conferiscono proprietà rilassanti, sedative ed ansiolitiche, e la si utilizza in particolare sottoforma di infuso (1 cucchiaio di erba in una tazza di acqua, tenere in infusione per dieci minuti, filtrare e bere prima di andare a letto) o di tintura madre (30 - 40 gocce prima di andare a dormire).
Melissa: contiene acidi polifenolici ed olio essenziale, quest'ultimo ad azione calmante e rilassante e molto utile in caso di irritabilità e spasmi. Anche questa si utilizza sottoforma di infuso (1 cucchiaio di foglie in una tazza di acqua bollente, tenere in infusione per 10 - 15 minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno) o di tintura madre (30 - 40 gocce la sera prima di andare a dormire).
Camomilla: contiene azulene, eupatuletina, quercimetrina e bisabololo ed è una pianta ad azione rilassante e calmante. Si utilizza prevalentemente sottoforma di infuso o tisana da realizzarsi mediante bustine pronte da mettere in acqua bollente oppure con un cucchiaio di fiori in una tazza d'acqua bollente da tenere in infusione per 10 - 15 minuti. La tisana può essere bevuta più volte al giorno.
Valeriana: contiene numerosissimi principi attivi quali esteri dell'acido valerianico, valerenolo, composti triterpenici, alcaloidi e flavonoidi che le conferiscono proprietà rilassanti ed induttive del sonno. Si assume sottoforma di tintura madre (15 - 30 gocce prima di andare a dormire) o di infuso (1 cucchiaio di radice di valeriana in una tazza di acqua bollente, lasciare in infusione per circa 10 minuti, filtrare e bere un paio di volte al giorno).
Per quanto riguarda le preparazioni omeopatiche utili per il trattamento dei sintomi della sindrome, possiamo citare:
Zincum metallicum: si utilizza prevalentemente negli anziani a scopo preventivo o quando si manifestano i primi movimenti nervosi, ad una concentrazione di 9 CH con una posologia di 5 granuli 3 volte al giorno.
Gelsemium. Utile per controllare i movimenti involontari, le contrazioni ed i tremori, questo rimedio si utilizza alla concentrazione 9 CH e con una posologia di 5 granuli tre volte al giorno.
Cuprum metallicum. Come il precedente anche questo rimedio è utile per trattare spasmi e contrazioni e si utilizza con una posologia di 5 granuli 3 volte al giorno ad una concentrazione di 9 CH.
Risulta utile anche il trattamento con i fiori di Bach, ed in questo caso i più indicati sono Hornbeam, Sclerantus e Walnut.
Le cure farmacologiche per la sindrome.
Attualmente non esiste un trattamento farmacologico standardizzato per trattare la sindrome delle gambe senza riposo.
I medici quindi stabiliscono l'utilizzo dei farmaci in base ai singoli casi, e le medicine più utilizzate per contrastare i sintomi della patologia sono:
Agonisti della dopamina. Si tratta di farmaci che ricoprono lo stesso ruolo della dopamina, pertanto possono sopperire ad una diminuzione del neurotrasmettitore in circolo. Tra quelli maggiormente utilizzati si annoverano rotigotina, ropinirolo, pramipexolo (maggiormente noto come Mirapexin) carbidopa e levodopa.
Benzodiazepine: si utilizzano per i disturbi del sonno indotti dalla patologia e tra questi può essere considerato il clonazepam.
Antiepilettici: utilizzati a basso dosaggio, riducono sensibilmente i sintomi motori come le contrazioni e gli spasmi alle gambe. Quello più utilizzato è il gabapentin.
Una novità nell'ambito della farmacologia è il trattamento dei pazienti con una combinazione di ossicodone e naloxone. Questa associazione farmacologica risulterebbe utile nel trattamento dei sintomi più gravi, ma gli studi sono ancora in corso.
Rimedi alternativi: cambiamenti nello stile di vita e nel regime alimentare.
Per il trattamento della sindrome vi sono poi altri rimedi, sia alimentari, che comportamentali, tra cui possiamo citare:
Terapia psicologica di supporto per il controllo delle conseguenze della sindrome quali depressione, ansia, irritabilità e sbalzi di umore.
Alimentazione ricca di sali minerali e vitamine, per regolare la trasmissione neuronale e sopperire ad eventuali carenze di minerali.
Integratori di magnesio, di ferro, di folati e di vitamina B12 per controbilanciare eventuali carenze di ferro o per regolare l'eccitabilità neuronale.
Evitare di fumare o di abusare di alcool poiché si potrebbe avere un peggioramento dei sintomi
Per promuovere il rilassamento ed allontanare stress e tensioni, si consiglia di frequentare corsi di pilates, di yoga o di training autogeno, che possono migliorare lo stato di salute dei muscoli. Talvolta possono risultare utili anche delle sedute di agopuntura.
Per alleviare i sintomi può poi essere utile camminare o fare stretching, massaggiare l'arto colpito con oli essenziali o fare un bagno in acqua calda o fredda (in base alla sensibilità soggettiva del paziente).
Si può guarire?
Ad oggi non esiste una terapia risolutiva della sindrome delle gambe senza riposo.
La forma secondaria può essere può essere trattata eliminando la patologia o i disturbi scatenanti, mentre per la forma idiopatica si possono solo alleviare i sintomi.
Nel 1992 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato che la sindrome delle gambe senza riposo è una malattia cronica molto invalidante, ma ad oggi non è inserita tra le malattie che comportano invalidità civile.
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