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Scopriamo le proprietà della valeriana. Piante fresche, gocce o infusi, apportano molti benefici, ma quali sono le possibili controindicazioni? Quale il dosaggio giusto per non incorrere negli effetti collaterali di questa pianta, la cui scoperta si può far risalire alla notte dei tempi.
La valeriana comune, è una specie di pianta che appartiene al genere Valerianaceae. A questo genere appartengono circa 150 specie, di cui solo dieci crescono comunemente in Italia. Molto diffusa in Europa, alcune specie crescono spontaneamente anche in Nord America e in Sud America.
Della famiglia delle Valerianaceae, la più nota è la specie Valeriana officinalis. Ed è proprio da questa che si ricavano i diversi preparati utilizzati a scopi terapeutici, vediamo quindi quali sono i principi attivi che forniscono queste proprietà benefiche alla pianta.
La Valeriana è spesso confusa con la Valerianella locusta a causa del nome. Nonostante appartengano alla stessa famiglia, la Valerianella locusta è una pianta edibile, con sapore dolciastro, con la quale si può preparare una gustosa insalata.
La Valeriana officinalis e la Nepeta cataria, presentano delle molecole che attirano enormemente i gatti, i quali si strofinano su di esse e azzardano pure qualche morso.
La valeriana è conosciuta per le sue proprietà ansiolitiche, concilianti il sonno, spasmolitiche (aumentano l’attività gastrointestinale) e per il trattamento dei mal di testa. Queste sue proprietà sono date dalle sostanze che la pianta produce, che in linea generale si possono ascrivere alle seguenti categorie:
Sono i costituenti principali delle resine di molte piante (per esempio la resina dei pini) e vanno a costituire anche i cosiddetti “oli essenziali” che produce la Valeriana officinalis. In particolar modo, la Valeriana, contiene:
Gli alcaloidi, sono classi di molecole con caratteristica alcalina (basica), in genere di origine vegetale. La Valeriana presenta vari tipi di alcaloidi, ma in particolare citiamo:
Le radici, il fusto e il rizoma (un fusto a crescita orizzontale che si modifica per generare più infiorescenze), contengono i principi attivi in quantità più concentrata.
Sono questi principi attivi che danno alla Valeriana numerose proprietà che al giusto dosaggio apportano molti benefici.
Le proprietà psicotrope (capacità di influenzare i processi della psiche) della Valeriana officinalis, sono date essenzialmente dai composti terpenici. In particolar modo dalle molecole che risultano dalla degradazione dell’acido valerenico ad opera del nostro organismo.
Le molecole formate riescono ad interagire – indirettamente - con un neurotrasmettitore (una molecola che i nostri neuroni utilizzano per comunicare tra loro): il GABA (acido gamma-amminobutirrico) che cntrolla l’eccitabilità del sistema nervoso.
Il trasmettitore GABA, viene secreto da una popolazione di neuroni del nostro cervello che controlla numerosissimi processi, inclusi quelli che regolano l’insorgenza del sonno. Come tutti i neurotrasmettitori, deve essere eliminato una volta che ha espletato la sua funzione.
I principi attivi della Valeriana officinalis hanno come effetto quello di inibire le molecole preposte alla demolizione del GABA: si ha come effetto quello di allungare la vita del neurotrasmettitore e dunque della sua funzione inibitrice.
Gli estratti di Valeriana officinalis sono noti per essere dei calmanti, essi hanno infatti come caratteristica quella di facilitare la ripresa della tranquillità, con effetti pseudo-ipnotici. A differenza dei farmaci ansiolitici, facilita il sonno senza però indurlo.
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La Valeriana è anche impiegata per il trattamento della cefalea e dell irritazione gastrica, tutti circuiti in cui probabilmente è coinvolto il GABA.
L’effetto ansiolitico di un farmaco, è la sua capacità di eliminare quello stato di irrequietezza e di irritabilità. Da questo punto di vista la valeriana non si rivela essere un buon farmaco. Infatti, il suo potere ansiolitico è relativamente blando e inoltre, per produrre effetti accettabili, richiede una somministrazione costante da almeno una settimana. In soldoni, non produrrà effetti percepibili in acuto, ossia: quando lo stato di ansia si presenta, assumere dosi di valeriana è abbastanza inutile, a meno che non se ne faccia già un uso costante e l’ingestione permette di innalzare i livelli nel sangue; un comportamento che però si rivela inutile poiché, come abbiamo detto, le proprietà ansiolitiche sono molto blande.
La valeriana viene anche vantata per le sue proprietà spasmolitiche, ossia per la sua capacità di diminuire gli spasmi muscolari della muscolatura liscia. Uno spasmo muscolare è una contrazione eccessiva della muscolatura che genera dolore. Gli spasmi muscolari più frequenti sono quelli dell’intestino e della muscolatura uterina. La valeriana può aiutare a ridurre i dolori mestruali e dunque essere utilizzata come antispasmodico, ma si consiglia da questo punto di vista di consultare il proprio medico che prescriverà una terapia adatta, e di non effettuare alcuna auto-terapia.
L’uso degli estratti di valeriana possono essere presi in considerazione da chi vuole smettere di fumare. L’assunzione concomitante di valeriana e tabacco, infatti, conferisce al fumo di sigaretta un sapore sgradevole.
L'ipertiroidismo è, infatti, una disfunzione della tiroide che comporta agitazione, insonnia e tachicardia. La valeriana grazie alle sue proprietà calmanti aiuta a ridurre tale sintomatologia.
In realtà la valeriana non fa dimagrire, ma certamente aiuta se si segue una dieta ipocalorica volta a perdere peso.
La pianta, infatti, grazie ai suoi principi attivi, agisce sul sistema nervoso centrale e provoca un effetto calmante che riduce l’ansia e concilia il sonno. Grazie a tali effetti si riducono anche i pericolosi attacchi di fame nervosa che sono nemici della linea.
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La valeriana a dosi elevate e/o prolungate può avere effetti collaterali e ne è sconsigliata l’assunzione ad alcuni soggetti ed in determinate situazioni.
I sintomi più comuni da sovradosaggio sono nausea, cefalea e sindrome da jet-lag. Sintomi che spesso insorgono nelle persone che ne fanno un uso prolungato, piuttosto che in quelle che abbondano giornalmente con le dosi.
A basse concentrazioni, gli estratti di valeriana, presentano effetti opposti, inducono cioè iper-eccitazione. Il meccanismo implicato non è ancora ben chiaro, così come non si è certi su tutte le vie utilizzate dagli effetti psicotropi.
Una teoria potrebbe essere quella per la quale le sostanze ad azione “GABAergica” ( che promuove l’azione del GABA), a tali concentrazioni non danno gli effetti desiderati perché surclassati da altre sostanze (non ancora individuate) che invece producono sintomatologie opposte.
Se assunta in dosi elevate dare epatotossicità (come rivela l’innalzamento delle transaminasi). L’epatotossicità è accentuata quando la valeriana è assunta con farmaci (compresi gli estratti di origine naturale) epatotossici.
La valeriana potenzia gli effetti di psicofarmaci quali:
Farmaci che comunque sono conosciuti per il loro potere depressivo sul Sistema Nervoso Centrale.
La valeriana è sconsigliata nelle donne in gravidanza e in allattamento. Queste precauzioni sono necessarie poiché i meccanismi di azione e gli effetti collaterali, non sono ben chiari. Così come non è stato studiato il suo effetto teratogeno (capacità di indurre malformazioni nel feto).
L’uso abituale di valeriana non crea dipendenza sempre però senza abusarne. La valeriana è, infatti un prodotto naturale che, al contrario degli psicofarmaci, non crea assuefazione se non psicologica.
Come tutti i farmaci (anche se sono di origine naturale, tutti gli xenobiotici devono essere considerati come farmaci), esistono delle dosi da tenere in considerazione, anche se nel caso della Valeriana, gli studi in questo campo sono insufficienti per dare delle linee guida.
Va però detto che bisogna evitare di assumere giornalmente dosi troppo elevate (sia per quanto riguarda le compresse che le gocce), e anche di perpetuare l’uso in un tempo troppo lungo.
L’uso della valeriana non deve mai protrarsi oltre i tre mesi di tempo. Le quantità indicate, da assumere giornalmente, non hanno un limite massimo, poiché i preparati a base di valeriana differiscono moltissimo gli uni dagli altri.
La valeriana si trova in erboristeria ed in parafarmacia e si presenta come:
La differenza importante è la concentrazione dei principi attivi.
È preferibile di gran lunga far uso dei prodotti farmaceutici, piuttosto che della pianta fresca o essiccata (magari per le preparazioni degli infusi), poiché abbiamo un controllo delle dosi e possiamo regolarci di conseguenza.
Per preparare una tisana con foglie o radici essiccate basta lasciare in infusione, per circa 10 minuti, un cucchiaio di droga in una tazza di acqua bollente. Filtrare e bere calda.
Unire due cucchiai di radice di valeriana, uno di melissa, uno di menta ed uno di fiori di lavanda. Versare il tutto in 300 ml di acqua bollente e lasciare in infusione per dievi minuti
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