Mercurio nel pesce: fa male? Tabella delle specie e rischi per la salute

Ultimo aggiornamento:

Consulente Scientifico:
Dottoressa Marilena Grassi
(Specialista in biologia e nutrizione)

Il mercurio nel pesce fa male? Le specie maggiormente contaminate da questo metallo sono essenzialmente quelle di grossa taglia che vivono in mare aperto, ovvero pesce spada, tonni e verdesche. Vediamo quali sono i rischi per la salute umana.

    Indice Articolo:
  1. Perchè si accumula?
  2. Specie che ne contengono di più
  3. Fa male?
    1. Sintomi
  4. Rischi per la salute
    1. Mercurialismo
    2. Gravidanza ed allattamento
  5. I livelli massimi di mercurio
  6. Come limitare l'assunzione di mercurio
    1. Meglio il pesce fresco o di allevamento?

Perché ed in che modo il mercurio si accumula nei pesci?

Il mercurio è un metallo pesante, liquido a temperatura ambiente, noto per la sua capacità di andare incontro a fenomeni di bioaccumulazione negli organismi di uomo e animali.

Il mercurio si accumula nei pesci esclusivamente nella sua forma organica, ovvero come metilmercurio, forma altamente tossica.

Il mercurio che inquina l’ambiente è inizialmente inorganico e proviene da tante fonti diverse attività industriali, fenomeni naturali, combustione dei rifiuti.

Questo mercurio inorganico che si accumula nell’ambiente circostante viene poi trasformato in mercurio organico, o metilmercurio, mediante reazioni anaerobiche condotte da batteri presenti nei suoli e nelle acque di mari, fiumi e laghi.

Il metilmercurio viene poi assunto dagli organismi che vivono in questi habitat e trasmesso nella catena alimentare.

Il principale meccanismo che porta al bioaccumulo (ovvero l’aumento progressivo della concentrazione in un organismo vivente di sostanze tossiche persistenti nell'ambiente) di mercurio e altre sostanze tossiche nei pesci è l’alimentazione, dai pesci di cui ci nutriamo.

Il mercurio delle acque dei mari viene infatti, assorbito dai pesci più piccoli che vengono predati da quelli più grandi che, a loro volta, vengono mangiati dall’uomo facendo accumulare mercurio nell’ambito della catena alimentare.

La sostanza tossica ingerita, respirata o penetrata per contatto diretto nell’organismo, non potendo essere smaltita dai sistemi di escrezione o essendo comunque smaltita molto lentamente, vi permane accumulandosi sempre di più e aumentando la sua concentrazione ad ogni nuova esposizione.

Le specie di pesce che contengono più mercurio.

Nonostante il problema ad oggi sia abbastanza ridimensionato rispetto al passato, il mercurio continua ad essere presente nelle acque di mari, fiumi e laghi e ad accumularsi nei pesci.

Le specie maggiormente soggette a questa forma di inquinamento sono essenzialmente quelle di grossa taglia che vivono in mare aperto, ovvero pesce spada in primis, tonni, verdesche, in quanto sono più grandi e la sostanza tossica vi si distribuisce su una maggiore superficie corporea.

Inoltre, questi pesci hanno una vita più lunga e continuando a cibarsi di plancton, molluschi e piccoli pesci anch’essi contaminati non fanno altro che accumulare mercurio nella catena trofica nel corso degli anni.

Qui di seguito illustriamo in una tabella i livelli di mercurio che si riscontrano nei pesci più noti e più comunemente acquistati dai consumatori.

Specie di pesce - Livelli di mercurio (espressi in mg per Kg di peso corporeo)

Pesce spada: 0,976

Sgombro - 0,730

Tonno - 0,383

Merluzzo - 0,031

Sardina - 0,016

Salmone - 0,014

Pesce persico - Assente

Gamberi - Assente

Il mercurio nei pesci fa male?

Il metilmercurio è molto tossico in quanto, una volta assorbito dall’apparato gastroenterico a seguito del processo digestivo, ha la capacità di accumularsi negli eritrociti e di essere trasportato in diversi distretti corporei.

Sintomi dell’avvelenamento causato da questo composto tossico.

I sintomi dell’avvelenamento da mercurio sono molti e a volte risulta difficile individuarli.

Solitamente i soggetti colpiti avvertono un sapore metallico persistente nel cavo orale oltre a manifestare problemi al cuore, ai reni e anemia.

I sintomi più caratteristici sono però quelli neurologici, dal momento che il metilmercurio attraversa la barriera ematoencefalica e giunge al cervello. Tra i disturbi più comuni troviamo:

Tutti questi problemi si riscontrano perchè il metilmercurio viene assorbito piuttosto facilmente.

Rischi per la salute umana.

Consumare pesce è importante in quanto ricco di proteine nobili e di omega-3, nutrienti fondamentali per la nostra salute, ma è bene prestare attenzione alla tipologia di pesce da consumare per evitare di assumere oltre ai nutrienti sostanze dannose per la salute!

Oggi per fortuna l’inquinamento da mercurio è stato notevolmente ridotto, tanto che il mercurialismo è davvero molto raro e si manifesta essenzialmente nei soggetti che per motivi lavorativi sono costretti all’esposizione a questo metallo pesante.

Tuttavia il bioaccumulo di questo metallo può causare molti danni all’organiamo.

Intossicazione: il mercurialismo.

L’ intossicazione da mercurio si chiama mercurialismo anche se spesso la si trova sotto il nome di ‘malattia di Minamata’.

Questo nome curioso deriva da un fatto accaduto in Giappone negli anni ‘60 quando si verificò un accumulo eccessivo di metilmercurio nelle acque della baia di Minamata a causa di uno scarico industriale. Gli abitanti del luogo che si nutrivano di prodotti ittici ne risultarono tutti gravemente intossicati e addirittura alcuni di essi morirono

L’ intossicazione acuta si manifesta con sintomi dell’'apparato gastrointestinale ma anche sintomi neurologici quali allucinazioni, alterazioni dei movimenti. Se l’intossicazione è troppo elevata il soggetto interessato può anche morire!

Gravidanza e allattamento.

Molti studi mostrano che il mercurio è una sostanza che può attraversare la placenta, oppure passare nel latte materno e causare problemi al tessuto nervoso del feto o del neonato. In molti casi, i bambini esposti all’inquinamento da mercurio sin dalla loro vita fetale, hanno manifestato in fase di crescita grossi deficit di sviluppo.

Quanto mercurio? Limiti di legge sui livelli di mercurio nei pesci commercializzati.

La legge del nostro Paese è venuta incontro alla problematica dell’inquinamento da mercurio nel tentativo di limitare il più possibile il fenomeno della bioaccumulazione. E’ stato perciò fissato un limite massimo della concentrazione di mercurio che può essere presente nei prodotti ittici commercializzati.

Il limite sarebbe di 0.50 mg/kg per ciò che riguarda i pesci di piccola taglia e la legge che lo definisce è il regolamento CE 1881/2006.

Per squalo, pesce spada, tonno e pesci più grandi il limite è leggermente più alto, ovvero 1 mg/Kg, perchè questi pesci sono più soggetti al bioaccumulo e con limiti troppo bassi non potrebbero essere venduti.

Come limitare l’assunzione di metilmercurio.

Il pesce è un alimento essenziale per la nostra salute perciò questo campanello d’allarme non va assolutamente confuso con un divieto di portarlo sulle nostre tavole!

Come abbiamo visto i pesci non sono tutti contaminati allo stesso modo!

Il pesce spada è in testa alla classifica, seguito da sgombro e tonno.

Pesci come merluzzi, sardine e salmoni sono, invece, soggetti ad un basso livello di contaminazione e tanto nel pesce persico quanto nei gamberi il mercurio sembra essere quasi del tutto assente! Ed effettivamente è proprio così perchè in queste specie ittiche, laddove il livello di mercurio non dovesse essere proprio nullo, è comunque così basso da essere non rilevabile o trascurabile perchè inferiore a 0,01 mg/Kg.

E’ sufficiente, quindi, scegliere il pesce giusto e limitare nella propria dieta quello maggiormente contaminato:

Meglio il pesce di allevamento o il pesce pescato in mare?

Ai fini di limitare l’introito di mercurio si potrebbe pensare di consumare pesce di allevamento, anziché pesce pescato in mare in quanto, essendo quello di allevamento controllato nell’alimentazione, potrebbe darci maggiori garanzie.

Questo potrebbe essere vero, ma anche falso, in quanto non esistono solo pesci allevati in vasca, ma esistono anche pesci allevati in mare ed è bene sapere la provenienza dell’allevamento per poter decidere quale specie mangiare in sicurezza.

Ad esempio, proprio di recente, l’AESA (Autorità Europea della sicurezza alimentare) ha emanato un comunicato con il quale ha invitato i consumatori a prestare attenzione ai pesci allevati nel Mar Baltico, in quanto presenterebbero una concentrazione di mercurio al di fuori dei limiti di legge e, in particolare, sarebbero interessati da questo problema pesci come le aringhe e salmoni.

Quindi pesce allevato si, in quanto l’allevamento garantisce solitamente un maggiore controllo, ma è sempre bene prestare attenzione all’etichetta per individuare il tipo di allevamento ed evitare, ad esempio, di consumare pesce allevato nel Mar Baltico.

Non è poi neanche detto che il pesce pescato in mare sia tutto contaminato; certo, è esposto ad un rischio di contaminazione maggiore, ma tutto dipende dal luogo in cui la pesca è avvenuta

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Dottoressa Marilena Grassi
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