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Esiste davvero la dipendenza da dolci? Se si, quali sono i sintomi e cosa la scatena? E soprattutto, cosa si può fare per combatterla? Proviamo a rispondere queste domande per combattere questa dolcissima ma pericolosa schiavitù!
La dipendenza da dolci è il bisogno mentale e fisico di consumare con frequenza cibi e bevande ricchi di zuccheri!
Questa necessità può comparire da bambini e mantenersi per buona parte della vita, oppure può esordire in adolescenza o età adulta, magari a seguito di eventi scatenanti sul piano fisico oppure psicologico.
Quando il consumo di questi alimenti si interrompe possono comparire veri e propri sintomi di astinenza.
Entro certi limiti, l’essere golosi di dolci non può e non deve essere considerato una patologia.
Come si passa, però, dalla sacrosanta acquolina in bocca davanti alla vetrina colorata ed invitante di una pasticceria, al non poter più fare a meno di mangiare notevoli quantità di zuccheri ogni giorno, per mesi o anni?
Per capire il meccanismo occorre anzitutto anzitutto conoscere i tipi di zuccheri e cosa li differenzia:
Quando vengono ingeriti questi zuccheri, le papille gustative, presenti sulla lingua, si attivano e inviano segnali al cervello il quale a sua volta attiva i meccanismi di ricompensa, cioè la produzione di ormoni come la dopamina associati a sensazioni di benessere.
Quando mangiamo quindi grandi quantità di cibi dolci e con frequenza i recettori della dopamina attivati troppo spesso e troppo di frequente, non funzionano più correttamente e creano una serie di conseguenze come perdita di controllo, desiderio incontrollabile di sostanze zuccherine dipendenza e assuefazione.
Coloro i quali, più o meno consapevolmente, hanno un vero, potente e frequente bisogno di zuccheri e sono incapaci di gestirlo o controllarlo avvertono una serie di sintomi fisici e mentali, che la comunità scientifica ha dimostrato essere comparabili alle crisi d’astinenza indotte da droghe, nicotina o alcool.
I sintomi della dipendenza da zuccheri sono spesso nascosti e subdoli ma distinguono il semplice e comune golosone da quello che clinicamente viene detto “addicted”, cioè il “dipendente” vero e proprio:
Durante e dopo l’assunzione di zucchero, il corpo e la mente ritrovano equilibrio, i sintomi si dissolvono (anche se solo momentaneamente) ed i sensi del “goloso patologico” risultano fortemente appagati.
Proprio questa sensazione di piacere e tranquillità crea il terreno ideale per il mantenimento della dipendenza.
Quando invece gli zuccheri non vengono assunti si presentano I sintomi “dell’astinenza”:
Al di là delle occasionali abbuffate “consolatorie” di gelato o biscotti, quando si è stressati e frustrati per le ragioni più disparate (rapporti turbolenti con i genitori, liti con il partner o i figli, problemi di lavoro, ansia o noia), le cause della dipendenza e dell’astinenza da dolci hanno meccanismi biochimici veri e propri.
Un’alimentazione sregolata, priva o carente delle fibre contenute in frutta e verdura fresche e povera di proteine vegetali o animali magre, risulterà ricca di carboidrati e dolci!
Tutti gli alimenti che contengono zuccheri raffinati in grandi quantità, sono carenti di quei principi nutritivi (fibre, proteine, vitamine e minerali) in grado di rallentare la velocità di assorbimento dello zucchero stesso, da parte delle cellule e possono creare una serie di squilibri a livello metabolico e biochimico, in molti organi e tessuti del nostro corpo, tra cui intestino e sistema nervoso centrale.
l livelli elevatissimi ed improvvisi di glucosio circolante (picchi glicemici), dopo il consumo di zuccheri sotto forma di cibi o bevande, stimolano il pancreas, un organo importantissimo dell’apparato ghiandolare e digerente, a produrre insulina. Questo ormone, una volta immesso nel sangue, fa in modo che il glucosio penetri nelle cellule del corpo, dove verrà utilizzato e dunque smaltito. A seguito di ogni picco glicemico, la produzione di insulina pancreatica è davvero massiccia. Questo provoca, nel giro di poco tempo, uno stato di ipo-glicemia ovvero di eccessiva carenza di zuccheri nel sangue. Il nostro corpo allora, manda segnali potenti al cervello, dicendogli che occorre assumere di nuovo zuccheri, per colmare questa carenza! Si innesca un circolo vizioso in cui il bisogno di zuccheri (craving) diventa sempre più pressante.
Alla dipendenza fisica si associa quella mentale.La quantità abnorme di glucosio che improvvisamente arriva nelle nostre cellule, infatti, provoca il rilascio di potenti neurotrasmettitori cerebrali come la dopamina, capaci di dare forti sensazioni di soddisfazione e dunque creare uno stato di buonumore e talvolta di euforia.
I continui picchi di dopamina alterano la capacità cerebrale di valutare quanto zucchero serva davvero all'organismo, finendo per danneggiare in modo pericolosissimo anche le funzioni di autoregolazione dell’appetito e della sazietà.
In tal senso un famoso studio statunitense del National Institute of Health (NIH) pubblicato nel 2007, non solo stabilisce l’esistenza scientifica della dipendenza da zucchero ma anche che essa può essere comparata per sintomi ed effetti, alla dipendenza da droghe.
In linea di massima, il rilascio continuo e anomalo di mediatori chimici nel cervello, endorfine e antidepressivi endogeni come la serotonina, capaci di dare forte benessere, felicità e sollievo, è ciò che accade a seguito dell’assunzione di droghe come la cocaina e le metanfetamine.
Ed è ciò che crea e rafforza continuamente il meccanismo alla base di qualunque tipo di dipendenza fisica e psichica.
La dipendenza da zucchero, provoca effetti molto seri che portano conseguenze sulla salute: obesità, problemi cardiaci, cancro, diabete, malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, depressione..
Gli zuccheri sono necessari nella dieta dell’uomo, il glucosio, è, infatti, il carburante preferito dall'organismo. Essi, però devono essere assunti con moderazione.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità la dose giornaliera consigliata è pari a circa 50g o per una dieta da 2 mila kcal.
Un consumo eccessivo abbinato alla sedentarietà, determina insulino-resistenza, le cellule, cioè diventano insensibili all'insulina stessa, provocando molte condizioni patologiche quali iperglicemia, sovrappeso e obesità.
Gli studiosi sono d’accordo nel sostenere che c’è una relazione tra un alto consumo di cibi che alzano l'indice glicemico e la produzione di molecole infiammatorie, condizioni che a loro volta possono stimolare lo sviluppo di tumori.
Secondo uno studio pubblicato nel 2016 su Cancer Research sostiene che una dieta ricca di fruttosio favorisce la crescita del tumore al seno.
Lo studio è stato condotto su topi di laboratorio nutriti con grandi quantità di fruttosio, quantità che un essere umano non mangia normalmente. Comunque secondo lo studio il fruttosio, innalza l’indice glicemico e stimola la produzione di fattori infiammatori che favoriscono la moltiplicazione delle cellule cancerogene.
Un consumo eccessivo di zuccheri, secondo alcuni ricercatori della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, può essere nocivo per le cellule staminali del cervello fondamentali per i processi cognitivi, la memoria e la riparazione dei danni cerebrali.
Un minor numero di cellule staminali neurali può essere causa del declino cognitivo nell'anziano e provocare invecchiamento e malattie neurodegenerative.
Quando il goloso non è più tale ma diviene un vero e proprio “zucchero dipendente” e se, per giunta, si stanno già manifestando i segni fisici dell’eccesso di zuccheri assunti quotidianamente, come ad esempio:
Allora è il momento di correre ai ripari!
Le indicazione pratiche e concrete per contrastare la schiavitù fisica e mentale da zucchero, possono riassunte in 3 passi, apparentemente semplici ma in realtà difficili da attuare e mantenere nel tempo.
Primo passo: seguire un’alimentazione corretta
Come abbiamo già chiarito in precedenza, tutte le categorie alimentari sono fondamentali per una buona salute, anche i carboidrati e gli zuccheri.
Quello che è opportuno fare, dunque, non è eliminarli ma imparare a sceglierli. La crisi d’astinenza è sempre in agguato e porta con sé frustrazione e rabbia. Per questa ragione è opportuno:
Modificando progressivamente il regime alimentare, ricordatevi di ripulire casa dalle tentazioni! Riempite dispense e frigorifero di cereali e carboidrati integrali e frutta e verdura ma preparatele già pronte all'utilizzo! Se il peperone o l’ananas sono già sbucciati sarà più pratico e semplice aggiungerli all'insalata!
Secondo passo: restare idratati.
Prima di tutto bevendo acqua! Non si può avere uno stile di vita sano e neppure combattere la dipendenza da zuccheri, se ci si dimentica di bere acqua, fondamentale anche per raggiungere più velocemente il senso di sazietà o individuare i sapori troppo dolci.
E’ bene evitare le acque aromatizzate o il thè freddo industriale! All'apparenza trasparenti e salutari, possono essere imbottiti letteralmente di zuccheri ed aromi artificiali e diventare anch'essi una fonte di dipendenza da dolci!
Se proprio non si riesce a bere l’acqua naturale allora berla aggiungendo una spremuta di limone, lime, arancia o mandarino.
Anche il tè freddo preparato in casa consente di scegliere l’aroma più gradito (limone, bergamotto, pesca e persino liquirizia, e di dolcificarlo il minimo indispensabile!
E soprattutto occorre abituarsi a bere acqua a stomaco vuoto e prima dei pasti o degli spuntini! Aiuta a saziarsi più in fretta e rieduca i sensi a riconoscere i sapori troppo dolci ed artificiali. Liquidi in eccesso diminuiti, reni perfettamente funzionanti ed anche pelle più giovane ed elastica ma soprattutto palato più sensibile ai sapori troppo dolci ed artificiali.
Vanno evitati anche succhi di frutta e centrifughe come sostituti dell’acqua o della frutta.
Bere solo quelli di frutta al 100% e senza zuccheri aggiunti. La soluzione migliore e più economica è preparali da se!
Frutta di stagione ma anche verdure come zucchine, sedano, carote, finocchi, possono essere combinati per ottenere bevande con gradi di dolcezza modulabili a seconda del vostro gusto.
Sono fonti eccellenti di liquidi, vitamine e minerali e, se assunti con costanza, possono essere un grandissimo alleato contro la dipendenza o l’astinenza dai gelati industriali e dai frappè del fast food!
Se vi piace la consistenza “smoothie”, basterà aggiungere al vostro succo o centrifuga, un paio di mele!
Ritrovata energia e potente disintossicazione dell’organismo ma anche enorme aiuto alle difese immunitarie. Vogliamo parlare anche dei soldi risparmiati per integratori alimentari di fibre o multivitaminici?
Terzo passo: fare regolare attività fisica
Tappa fondamentale per chiunque decida di rimettersi in forma fisicamente ma anche liberarsi dallo stress, dall'ansia e dalle dipendenze.
Tenere il corpo attivo e occupato è fondamentale anche per infondere energia positiva al cervello ed attenuare lo sconforto tipico di tutti i percorsi disintossicanti, dalla nicotina allo zucchero!
Non dimentichiamo che l’attività fisica provoca il rilascio di endorfine, mediatori cerebrali del buonumore e dell’appagamento!
Non è opportuno iniziare l’attività fisica, specie se intensa, senza un’alimentazione adeguata, la giusta idratazione oppure a stomaco completamente vuoto!
Il rischio è quello di ipoglicemia con capogiri, debolezza ed il tipico buco allo stomaco che ci spinge verso la prima gelateria o pasticceria!
E’ importante fare la giusta scorta di energia, da 1 a 3 ore prima dello sport. Ideali banane e mele (meglio senza buccia in caso di intestino sensibile) ma anche pane, fette biscottate o crackers.
I risultati sono spesso strabilianti: miglioramento delle funzioni cardiovascolari, riduzione del peso corporeo, migliore forma fisica, pensieri positivi, soddisfazione e soprattutto liberazione progressiva dalla schiavitù dell’accoppiata divano-dolci oppure PC-dolci o ancora TV-dolci.
In aiuto ai cambiamenti di alimentazione e abitudini di vita che abbiamo visto fin qui, anche i fiori vengono in soccorso.
Secondo la medicina alternativa, hanno la capacità di positivizzare stati d’animo e sentimenti negativi.
In particolare i principi attivi contenuti nei mix di fiori di Bach, assunti per qualche settimana e con costanza, possono interferire con la richiesta continua di zucchero da parte del corpo ma soprattutto della mente.
I fiori principali sono:
Per la loro composizione e diluizione, è opportuno rivolgersi ad un esperto di medicine alternative oppure alle ormai numerose farmacie che trattano i Fiori di Bach.
Parliamo di una minoranza di casi, senza dubbio.
Eppure quando lo zucchero diventa un’ossessione, una droga per il corpo e per la mente e quando questo interferisce con la normale quotidianità di una persona, rendendo impossibile concentrarsi, lavorare, studiare o persino riposare, allora diventa necessario chiedere aiuto allo psicologo.
Ciò accade più frequentemente in certi momenti della vita, come l’adolescenza, oppure in occasioni di traumi fisici o emotivi che portano a rifugiarsi nei dolci per trovare sollievo da stati di angoscia, rabbia, dolore o paura incontrollabili.
Sfortunatamente in questi casi, non è possibile eliminare tutte le potenziali fonti di zuccheri e neppure riuscire a seguire un regime alimentare adeguato.
I percorsi psicoterapeutici sono molti, dalle terapie comportamentali, all'ipnosi ed alla psicanalisi, e presentano affinità con quelli per combattere la dipendenza da alcool, droghe e nicotina ed occorre scegliere il più adatto alla propria situazione, anche con l’aiuto di familiari o medico di base.
E’ recente la notizia che alcuni farmaci utilizzati per combattere la dipendenza da nicotina possano essere efficaci anche per contrastare la dipendenza da dolci.
I farmaci in questione sono la Vareniclina e il bupropione, farmaci antagonisti del recettore della nicotina che pare inducano un meccanismo di compensazione che riduce la voglia di dolci, simile a quello che avviene per il fumo.
Lo studio condotto dai ricercatori dell’Istituto di Ricerca Traslazionale della Queensland University è stato pubblicato su su Plos One.
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