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Qual’è la differenza tra integratori di ferro naturali e farmaceutici? Particolarmente utili in caso di flussi mestruali molto abbondanti, diete vegetariane, intensa attività fisica, tali integratori apportano molti altri benefici. Analizziamo quando è necessario assumerli, in che dosi e gli effetti collaterali che possono insorgere in caso di sovradosaggio.
Gli integratori di ferro sono prodotti farmaceutici che ritroviamo in farmacie, parafarmacie ed erboristerie. Questi prodotti possono essere assunti proprio allo scopo di integrare ferro e li troviamo in varie forme farmaceutiche, tutte per uso sistemico, tra le quali:
In questi prodotti, il ferro può essere presente sotto forma di sale fumarato, solfato o gluconato. Quel che è importante però, è la quantità di ferro elementare, che rappresenta poi il vero e proprio ferro assorbito.
I tempi di integrazione, soprattutto nei casi in cui gli integratori di ferro si rendano davvero necessari, possono essere abbastanza lunghi arrivando anche a 4 mesi e iniziando con dosaggi bassi al fine di ritardare o evitare del tutto il presentarsi di effetti collaterali da integrazione di ferro.
Vi sono poi sul mercato, prodotti a base di estratti vegetali che rilasciano ferro, tra cui ad esempio a base di alghe quali spirulina e clorella o di mela chiodata. Questi sono noti con il nome di integratori naturali di ferro.
Il ferro è un elemento chimico presente in natura fondamentale per quasi tutti gli essere viventi. E’ infatti un componente molto importante all'interno dell’organismo umano.
Il ferro presente nel nostro corpo si lega alle proteine nel complesso eme (emoglobina e mioglobina) ed è responsabile di molte funzioni come:
Il ferro contenuto nel nostro organismo si può suddividere in tre tipi:
Il ferro viene recuperato e usato in continuazione e le perdite sono limitate.
L’apporto giornaliero da assumere è, dunque, minimo per le persone in buona salute.
Approfondosci cosa comporta la carenza o l'eccesso di ferro.
Bisogna stare attenti a fare un corretto uso di integratori di ferro in modo da non incorrere in effetti collaterali dovuti al sovradosaggio.
E’ infatti consigliata. in media, un’assunzione di 20 milligrammi al giorno.
Se abbiamo visto che, per le persone in buona salute, vi è un apporto minimo giornaliero da assumere, è’ importante però considerare che, anche se si segue una corretta alimentazione, vi sono condizioni che possono provocare carenze di ferro e sostanze che possono favorire o meno l’assorbimento di questo elemento assunto attraverso l’alimentazione.
Condizioni che possono comportare carenza di ferro, e che quindi comporterebbero un’integrazione dell’elemento sono:
La quantità di emoglobina, nelle donne, è già di per se inferiore a quella degli uomini a causa delle perdite di sangue, e quindi di ferro, ad ogni ciclo (si possono arrivare a perdere tra i 25 e i 50 milligrammi di ferro per ogni ciclo mestruale). In caso di mestruazioni abbondanti (menorragia), ed emorragie di vario tipo, possono portare ad una considerevole perdita di questo elemento dovuta a perdita di sangue, poiché il ferro è complessato con l’emoglobina, costituente gli eritrociti che altro non sono che cellule del sangue sospese proprio all'interno del circolo ematico.
Questa condizione impone un aumento non solo del consumo di alimenti contenenti ferro, ma anche l’integrazione di questo elemento attraverso prodotti farmaceutici in modo da creare una riserva che possa assicurare in qualunque momento le quantità richieste.
Tali tipi di alimentazione precludono l’assunzione di cibi di origine animale (quali la carne) ricchi di ferro.
Questa condizione, infatti, può portare ad eccessiva perdita di ferro in quanto è stato visto che l’attività fisica prolungata può essere causa di microtraumi e quindi di piccole emorragie soprattutto a livello locale.
Attenzione però alle sostanze, che possono condizionare in positivo o in negativo l’assorbimento di ferro. Tra esse troviamo:
Gli integratori di ferro se assunti nella giusta quantità servono a prevenire o contrastare alcuni stati patologici.
L'anemia sideropenica è una forma di anemia cronica che oltre che a comportare la riduzione del ferro, presenta globuli rossi piccoli e pallidi.
La menorragia è un’ eccessiva perdita di sangue durante il ciclo mestruale che comporta una carenza di ferro e quindi la necessità di una supplementazione esterna.
Il ruolo principale del ferro è quello di formare l’emoglobina che trasporta l’ossigeno nelle varie parti del corpo. Il cervello è l’organo che ha maggior bisogno di ossigeno (circa il 20% di quello trasportato dal sangue)per cui il ferro è necessario per il buon funzionamento del cervello.
Essendo un elemento essenziale per la formazione dell’emoglobina il ferro apporta ossigeno ai muscoli e consente di contrastare il senso di stanchezza ed affaticamento.Inoltre influendo sulla formazione dei globuli rossi aiuta a conciliare il sonno.
Il ferro, grazie alla sua azione seboregolatrice e rimineralizzante è un valido alleato dei capelli. Esso, infatti, non solo ne contrasta la caduta eccessiva, ma li rende più forti e lucenti.
Il ferro stimola la sintesi di dopamina e serotonina che sono neurotrasmettitori che regolano molte funzioni del sistema nervoso. Sono, infatti, responsabili del sonno, del buonumore e della memoria. Il ferro, quindi agisce sul cervello e riduce i rischi di depressione.
L’integrazione necessaria in caso di carenza di ferro può derivare sia dall'assunzione di alcuni alimenti particolarmente ricchi di ferro che da alcune erbe e piante utilizzate in fitoterapia. Esistono poi in commercio molti integratori di sintesi dove il ferro viene associato con altre sostanze per ottenere un effetto migliore.
Questo elemento viene assunto attraverso l’alimentazione. Esso è infatti costituente di alimenti quali:
Puoi approfondire quali sono gli alimenti che contengono ferro.
Tra i possibili rimedi naturali per aumentare i livelli di ferro nell'organismo troviamo:
L’assunzione di ferro tramite integratori è, nella maggior parte dei prodotti farmaceutici presenti sul mercato, non pura, ma composta in associazione con altre sostanze quali ad esempio la vitamina C (allo scopo di favorire l’assorbimento del ferro integrato), acido folico, vitamina B12, vitamina B6 (queste sostanze promuovono la crescita cellulare con aumento del numero di eritrociti e quindi dell’emoglobina, portando quindi ad una maggiore possibilità di complessare il ferro assunto attraverso dieta o integrazione).
E’ possibile ritrovare poi il ferro, in associazione con il magnesio ed altri minerali e vitamine; questi prodotti sono soprattutto indicati negli sportivi per un uso successivo all'attività fisica.
Approfondisci le proprietà ed i benefici del magnesio.
Infine, vi sono sul mercato diversi integratori di fermenti lattici associati a ferro, in quanto dato che la maggior parte degli antibiotici antagonizzano l’assorbimento di questo elemento e, dato che post-trattamento antibiotico è consigliato fare un ciclo di fermenti lattici in quanto gli antibiotici distruggono la flora batterica intestinale, l’associazione garantisce un’opportuna integrazione sia di fermenti che di ferro.
Approfondisci i molti benefici dei fermenti lattici.
Assumere il ferro mancante in modo naturale o tramite gli integratori? A volte, un eccesso nell'assunzione di tali integratori o la semplice implementazione di dosaggi elevati di ferro, può portare al presentarsi di effetti collaterali.
in particolar modo effetti a livello gastro intestinale quali diarrea, vomito, nausea, stipsi, dolori all'addome e colorazione scura delle feci (più nello specifico colorazione nera). Questi integratori possono dare anche bruciore di stomaco, ma in tal caso essi possono essere assunti in concomitanza dei pasti riducendo tale fenomeno.
I disturbi gastrointestinali che possono presentarsi in caso di assunzione di tali integratori, possono essere ovviati ormai grazie a nuove formulazioni frutto delle nanotecnologie, che ottimizzano l’assorbimento del ferro e ne prevengono gli effetti collaterali.
L'intossicazione acuta da ferro o emocromatosi può verificarsi in caso di eccessiva assunzione di integratori di ferro.
Tale effetto collaterale è tipico dell’accumulo di metalli all'interno dell’organismo e possono perciò verificarsi quando vengono introdotti quantitativi di ferro (ma anche di altri metalli) che essendo superiori all’effettiva richiesta, possono accumularsi senza essere assorbiti e provocare tossicità fino alla loro eliminazione.
L'assunzione di dosi elevate di integratori di ferro è stata associata, da alcuni studiosi, anche all'aumento di rischio di cancro al retto. Il ferro, infatti, è un è un ossidante e può provocare, se, in eccesso, stress ossidativo e danni al DNA.
Ad oggi, però non vi è nessuna certezza medica e nessuno studio accertato.
Certo, l’assimilazione del ferro tramite l’alimentazione, è preferibile per i soggetti sani, ma non sempre è sufficiente per chi soffre di anemia sideropenica o ha gravi carenze di ferro. In tali casi è necessario ricorrere agli integratori che però vanno assunti sotto controllo medico in quanto possono avere delle controindicazioni in tutti i soggetti con valori di emoglobina nella norma.
E' diffusa la convinzione che l'assunzione di ferro faccia, se non ingrassare, quantomeno gonfiare.
In realtà nei primi giorni dell'assunzione può verificarsi un leggero gonfiore tra gli effetti collaterali, ma col tempo il gonfiore sparisce.
La credenza, invece che il ferro faccia ingrassare è assolutamente priva di alcun riscontro medico.
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