La Veronica è una pianta officinale con molte proprietà . I suoi benefici sono stati riscontrati soprattutto nella cura delle sindromi influenzali e da raffreddamento. E’ facile da reperire in erboristeria sotto forma di tisana o tintura madre, possiede il vantaggio di non avere controindicazioni e viene prescritta anche come rimedio omeopatico.
La veronica officinalis è una pianta perrenne originaria dell'Europa, continente in cui è diffusa praticamente a tappeto ma la si può trovare anche sulla costa atlantica degli Stati Uniti d'America e in Asia settentrionale. Può arrivare fino a un metro di altezza ed è caratterizzata da fiori color lilla che si addensano in piccoli grappoli. Predilige i suoli acidi e i luoghi erbosi, per questo è facile trovarla nei pascoli ma non manca anche nei boschi. Il periodo della fioritura va da Maggio ad Agosto all'incirca anche se il momento migliore per la raccolta, quello che comunemente si chiama periodo balsamico, è il mese di Giugno.
Fu classificata nel XVIII sec da Linneo e l'aggettivo officinalis rimanda proprio all'uso che per lungo tempo venne fatto di questa pianta in ambito medico ed erboristico. Nel linguaggio comune è conosciuta come tè svizzero perché fa parte della miscela nota con questo nome e che veniva utilizzata in passato al posto del ben più costoso tè cinese. La sua diffusione in questa formula è dovuta al farmacista medico Frederich Hoffmann che scrisse anche un trattato intitolato De infusi Veronica efficacia preferenda herbae teae.
Il nome della veronica officinalis: una storia controversa Non c'è accordo unanime sulle origini del nome di questa pianta e diverse sono le credenze e le leggende in proposito. Una prima interpretazione vuole che la veronica debba il suo nome a Veronica, la donna che secondo la tradizione cristiana avrebbe asciugato con un velo il volto di Gesù mentre trasportava la croce; i fiori della pianta infatti, secondo alcuni, somiglierebbero all'immagine impressa dal volto del Cristo sul velo.Altri, più semplicemente,credono che il suo nome sia legato all'italiana santa Veronica da Binasco, vissuta nel XV secolo e il cui culto fu approvato nel 1517.Poco probabile è che derivi dall'unione della parola latina vires (forze) e di quella greca nike (vittoria), da cui la poco ortodossa traduzione: forze vittoriose. Altri ancora sostengono che il nome venga da Betonica, termine che qualifica un altro genere di arbusti, con il passaggio della b a v. L'ipotesi più accreditata però è quella che il termine derivi dalla storpiatura delle parole vera e ikona, letteralmente: vera immagine. |
Anche se oggi si sa che le virtù della veronica officinalis non sono infinite, la medicina popolare la riteneva una sorta di panacea capace di curare i più svariati mali tra cui specialmente:
Oggi sappiamo che le principali e più utili proprietà della veronica sono quelle:
Grazie alla sua elevata diffusione in Europa la veronica officinalis è una pianta reperibile con grande facilità e può essere acquistata in erboristeria sotto forma di:
Il decotto, che si conserva in frigorifero per qualche giorno, può essere utilizzato come tonico per il viso delle signore o come dopobarba per gli uomini.
Per prepararlo procedete così: mettete venti grammi di estremità fiorite di veronica officinalis in un pentolino, ricopritele d’acqua, portate a ebollizione e lasciate cuocere per una decina di minuti al massimo. Una volta spento il fuoco filtrate il liquido con un colino stretto e lasciate raffreddare, preferibilmente in un recipiente coperto, prima di utilizzare il preparato. Il decotto può anche essere assunto per via orale nella misura di due o tre tazzine da caffè al giorno.
La tisana invece è molto utile per attenuare i disturbi tipicamente invernali delle vie respiratorie come bronchiti, raffreddori, tosse, mal di gola e, più in generale, influenza. Sarebbe opportuno in questi casi berne una tazza più volte al giorno. Assunta sotto forma di infuso può anche avere effetti diuretici e depurativi. L'unica cosa che potrebbe risultare un poco sgradevole è il suo sapore amaro ma è facile ovviare a questo piccolo inconveniente dolcificandola con un cucchiaino di miele.
Per preparare una buona tisana di veronica basta immergere un grammo e mezzo circa di trito secco in acqua bollente, magari all’interno di un infusore per evitare di dover poi filtrare il preparato, coprire la tazza per evitare che i composti volatili si disperdano e attendere qualche minuto. Potete anche preparare un impacco per uso esterno, in caso di pruriti e altre lievi affezioni della cute, aumentando la concentrazione della pianta dal due al cinque per cento sul totale di acqua che utilizzate. In questo caso è bene attendere che il composto si raffreddi per poi applicarlo, con l’aiuto di una garza o di un batuffolo di cotone, sulle parti interessate.
La veronica officinalis è anche classificata come rimedio omeopatico e in questo caso viene somministrata sotto forma di gocce con una posologia diversa per adulti e bambini o sotto forma di globuli in concentrazione variabile. In entrambi i casi è bene che venga prescritta dal medico omeopata.
Alla veronica possono essere combinate delle piante cosiddette sinergiche, cioè che agiscono con più efficacia se combinate tra loro, che sono:
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Poiché le proprietà di queste piante sono pressoché le stesse di quelle della veronica officinalis, il loro utilizzo combinato con quello della veronica ne potenzia gli effetti.
Interazioni con medicinali non sono segnalate né sono mai stati rilevati casi di tossicità fatta eccezione per un'eventuale ipersensibilità individuale. Non ci sono controindicazioni specifiche ma durante la gravidanza e l'allattamento è bene utilizzare con cautela questa pianta.
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