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La saccarina è un dolcificante di origine sintetica con un potere dolcificante superiore di circa 500 volte rispetto allo zucchero. Non ha calorie né indice glicemico e pertanto può essere utilizzata sia dai diabetici che da coloro che seguono un regime dietetico dimagrante. Risulta molto utile ma ha controindicazioni? Approfondiamo il tema.
La saccarina (composto chimico organico il cui nome è 1,2-benzenisotiazolin-3-one-1,1-diossido) è un dolcificante artificiale il cui potere dolcificante è superiore di 450 – 500 volte rispetto al saccarosio, il classico zucchero da cucina.
La saccarina fu scoperta per la prima volta nel 1879 ed ha la caratteristica di avere un sapore tendente all’amaro e un retrogusto metallico, rispetto ad altri dolcificanti. Tale problematica viene risolta associando l’uso della saccarina al ciclamato, un altro dolcificante, in proporzione 1:10.
Una delle sue principali caratteristiche chimiche è quella di essere una molecola stabile al calore. Questo significa che può essere utilizzata per dolcificare le bevande calde senza che subisca alterazioni chimico – fisiche.
Dal punto di vista nutrizionale la saccarina viene consumata in associazione al sodio o al calcio, sotto forma di sale sodico o sale calcico (nel caso in cui si debba seguire una dieta a basso contenuto di sodio). Questo perché la molecola pura presenta una scarsa solubilità in acqua.
Paragonandola allo zucchero bastano 0.01-0.02 g di saccarina per sostituire un cucchiaino di zucchero.
Per quanto riguarda la composizione nutrizionale la saccarina risulta classificata come additivo (codice E954) e pertanto non presenta macro o micronutrienti.
Ha un apporto calorico pari allo zero, così come è pari allo zero l’indice glicemico.
La saccarina non viene metabolizzata dall’organismo e pertanto tutta la quantità che viene assorbita, circa il 90%, viene escreta con le urine. Questo significa che non interferisce con i processi metabolici dell’organismo e risulta pertanto utile nei seguenti casi:
Non essendo metabolizzata dall’organismo la saccarina non influenza il glucosio nel sangue, cioè non aumenta la glicemia, e non causa nemmeno un aumento dell’insulina, essendo il suo indice glicemico pari a zero. Questo la rende adatta all’utilizzo in soggetti che hanno un alterato metabolismo del glucosio.
Vi sono tuttavia degli studi in corso su questo aspetto poiché alcuni esperti (Howe et al. 2004) hanno mostrato come in realtà la saccarina potrebbe interagire con l’omeostasi del glucosio e portare un’alterazione nella risposta agli zuccheri da parte dell’organismo.
La saccarina è indicata come sostituto dello zucchero in caso di sovrappeso, obesità o se si sta seguendo un regime dietetico ipocalorico e/o dimagrante. Non apportando calorie all’organismo la saccarina non influenza in alcun modo l’aumento di peso e può essere inserita senza problemi all’interno di una dieta ipocalorica.
La saccarina è un dolcificante acariogeno, infatti, non funge da substrato metabolico per i batteri presenti all’interno del cavo orale e pertanto non favorisce la comparsa di carie come lo zucchero.
Secondo i pediatri la saccarina può essere utilizzata anche nei bambini, proprio per scongiurare il rischio di insorgenza di carie.
La saccarina, nelle dosi massime giornaliere, è una sostanza ritenuta sicura.
Tuttavia il consumo smodato di dolcificanti potrebbe portare all’obesità infantile in quanto è un alimento che non stimola il senso di sazietà e pertanto fa si che il bambino possa avere un aumento della fame. Questo vale anche per gli adulti.
Vi è poi l’idea che la saccarina possa essere correlata allo sviluppo di cancro alla vescica. Questa ipotesi risale al 1970 quando, sulla rivista Lancet, fu pubblicato uno studio (Lancet. 1977 Sep 17;2(8038):578-81) in cui si mostrava come topi alimentati con saccarina sviluppassero un cancro vescicale. Tale studio però non fu mai confermato da studi successivi sull’uomo e pertanto, ad oggi, non vi sono evidenze che la saccarina possa essere correlata all’insorgenza di questa tipologia di tumore.
Inoltre vi sono alcuni casi in cui è bene evitarne l’assunzione come ad esempio:
Abbiamo detto che se assunta senza esagerare, la saccarina non è nociva.
La dose massima giornaliera ammissibile è di 2,5 – 5 mg/kg di peso corporeo.
Vi sono in commercio prodotti definiti “light” dolcificati con la saccarina. Ma la saccarina può essere utilizzata in moltissime preparazioni dolci o come dolcificante per le bevande, sia fredde che calde, in quanto resistente al calore. In commercio ne esistono diverse tipologie in base al tipo di utilizzo richiesto, la troviamo ad esempio:
I prezzi sono variabili, con una media di circa 4 euro per una confezione di bustine o compresse.
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