Fluoro: fa bene o fa male? Dove si trova? Benefici ed effetti collaterali

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

Dove si trova il fluoro, un minerale tra i più conosciuti? Contenuto prevalentemente nelle acque e negli alimenti, apporta benefici alle ossa e allo smalto dei denti, e previene anche molte altre patologie. Tuttavia, esso può provocare diversi effetti collaterali anche a livello neurologico e tiroideo.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
    1. A che serve?
  2. Dove si trova?
  3. Benefici
    1. Osteoporosi
    2. Carie
    3. Udito
    4. Sistema cardiovascolare
  4. Fabbisogno giornaliero
  5. Effetti collaterali da eccesso
    1. Fluorosi dentaria
    2. Fluorosi scheletrica
    3. Neurotossicità
    4. Ipotiroidismo
    5. Enzimi
  6. Fluoroprofilassi
    1. Gravidanza e bambini

Caratteristiche del fluoro.

Il fluoro, chimicamente parlando, è un minerale che di norma si trova nel suolo, nelle acque e nei tessuti vegetali e animali. Nell'uomo è presente sia nei tessuti duri (denti e ossa) che nel sangue (circa 2,8 mg ogni 100 ml), per un totale complessivo di circa 3-7 mg, e viene eliminato dall'organismo mediante urine e sudore, in una quantità di circa 3 mg al giorno.

Il ruolo biologico di questo minerale.

La funzione biologica del fluoro si esplica in particolare a livello di denti e ossa, ciò significa che interviene, nel nostro organismo, sui processi di mineralizzazione dei cosiddetti tessuti duri, cioè quelli che vengono impregnati di minerali, come appunto il sistema scheletrico e l’apparato dentario. Secondo diverse stime, ben il 95% del fluoro presente nell'organismo sarebbe contenuto in questi due tessuti. Per quanto riguarda la funzione biologica di questo minerale possiamo dire che:

Puoi approfondire qual'è il ruolo del calcio nell'organismo umano.

Dove si trova il fluoro?

Può sembrare strano eppure la fonte principale di fluoro è l'acqua potabile, grazie al processo di fluorizzazione, che prevede l’aggiunta di fluoruri (sali dell’acido fluoridrico) nell’acqua, senza superare la quantità di 1,5 mg per litro. Ma, oltre ad essere bevuto, il fluoro si ritrova anche in diversi alimenti, per esempio:

In concentrazioni minori, variabili da 0,09 mg a 0,02 mg sempre per 100 g di prodotto, il fluoro si può ingerire:

L'assorbimento del fluoro contenuto nell’acqua e negli alimenti è prevalentemente intestinale, infatti, una volta assorbito dall'intestino (circa il 90% del totale ingerito), si sposta poi al sangue e da lì ai tessuti duri.

Benefici di questo importante elemento chimico.

I benefici del fluoro sono strettamente correlati alla sua funzione biologica, di cui abbiamo precedentemente parlato. Perciò, esso risulta particolarmente utile perché:

Previene osteoporosi e fratture.

Grazie al suo ruolo nella fissazione del calcio osseo, il fluoro aumenta la densità dello scheletro e quindi è utile per rafforzare l’intero apparato scheletrico ed a prevenire l'insorgenza di osteoporosi e fratture.

Contrasta la carie dentaria.

Grazie al ruolo che ricopre nella mineralizzazione dello smalto dentario, il fluoro sembra essere un ottimo alleato contro gli attacchi batterici che provocano la carie. In età adulta, infatti, il fluoro aiuta la remineralizzazione dello smalto, che subisce continue aggressioni da parte degli acidi, e riduce la formazione della placca, inibendo il metabolismo batterico che ne è la causa.

Favorisce la riacutizzazione dell'udito.

Negli anziani il fluoro può aiutare a sentire meglio, sempre grazie alla mineralizzazione ossea che coinvolge anche gli ossicini presenti nell'orecchio interno.

Protegge il sistema cardiovascolare.

Il fluoro previene la calcificazione dei tessuti molli e ne aiuta la decalcificazione. Questo vale anche per le arterie e tutto il sistema cardiovascolare per cui evita la formazione di placche aterosclerotiche da calcificazione arteriosa.

Ma qual è il fabbisogno giornaliero di fluoro?

Alla luce di ciò, è evidente che la carenza di fluoro può portare a dei seri problemi per l'organismo umano, se viene a mancare il corretto fabbisogno giornaliero i cui valori sono però ancora oggi controversi.

Si stima che vadano da 1 a 4 mg al giorno, in particolare 4 mg per gli adulti e 2,5 mg per gli adolescenti. Ovviamente, non essendoci conferme scientifiche, si tratta di cifre indicative e molto variabili di caso in caso.

Effetti collaterali dovuti all'eccesso.

Che succede, invece, nel caso opposto, quando si esagera con il fluoro?

Sebbene il fluoro apporti indiscutibili benefici, una sua assunzione prolungata, o in quantità superiori alle dosi consigliate, può causare seri problemi, facendo insorgere vere e proprie patologie, anche di grave entità. In particolare, se ne fai un uso eccessivo potrebbero sopraggiungere questi disturbi:

Fluorosi dentaria.

La fluorosi è una patologia che colpisce l’apparato dentario durante la fase di amelogenesi, quella cioè in cui viene deposto lo smalto sui denti permanenti, pertanto, di solito, ne soffrono soggetti di un'età compresa tra i 2 e i 3 anni, ma possono verificarsi casi di fluorosi fino agli 8 anni di età. Il problema si manifesta con alterazioni dello smalto dentario, in particolare i denti risultano opachi e macchiati, con una condizione chiamata marmorizzazione (comparsa di chiazze biancastre). In genere si tratta più che altro di un’alterazione estetica, ma nelle forme più gravi possono formarsi dei micro fori e delle cavità nello smalto, che rendono il dente fragile, predisponendolo all'insorgenza di carie.

Fluorosi scheletrica.

La fluorosi scheletrica è una patologia causata da un sovradosaggio di fluoro e consiste nell'aumentata rigidità delle ossa, le quali si induriscono in maniera anomala. Ciò è causa di dolori articolari, difficoltà nei movimenti e nella deambulazione e rigidità delle articolazioni. L’intossicazione può colpire durante l’infanzia ed essere invalidante per tutta la vita.

Problemi neurologici.

Sembra che elevati livelli di fluoro producano problemi al cervello e al sistema nervoso centrale. In particolare, questo minerale potrebbe provocare deficit cognitivi, difficoltà di concentrazione e di memoria, risultando in generale neurotossico (tossico per i tessuti nervosi), tanto da causare, nei casi più gravi, addirittura paralisi!

Problemi tiroidei.

A causa della sua possibile azione sul sistema endocrino, sembra che il fluoro possa provocare disturbi alla tiroide, in particolare agirebbe inibendo la formazione degli ormoni tiroidei e causando, quindi, forme di ipotiroidismo, con tutti i sintomi che ne conseguono, compreso l’aumento di peso corporeo (da qui la convinzione, per lo meno semplicistica, che il fluoro faccia ingrassare)..

Inibizione enzimatica.

Troppo fluoro può causare l'inibizione di alcuni enzimi, come le fosfatasi, importanti per numerosi processi biologici nell'organismo, in particolare per la sintesi delle vitamine.

Effetto cancerogeno.

Sebbene gli studi non abbiano dimostrato una valida e solida correlazione tra assunzione di fluoro e sviluppo di tumori, sembrerebbe che ingerire questa sostanza aumenti il rischio di cancro alle ossa o al fegato. Però, ripetiamo, non ci sono vere prove a supporto di questa tesi!

Queste controindicazioni non devono essere trascurate, ma vanno comunque valutate con la dovuta cautela prima di saltare a conclusioni affrettate.

Cos’è la fluoroprofilassi?

Dal 1942, quando lo statunitense Henry Trendley Dean introdusse questa novità, è in voga la fluoroprofilassi, cioè la somministrazione di fluoro in gravidanza e ai bambini (ma talvolta anche agli adulti) per prevenire la formazione delle carie o rafforzare lo smalto dentale. Gli specialisti indicano di solito le corrette modalità per questo procedimento, ma attualmente vi è un acceso dibattito sull'utilità o meno di tale pratica. Che ne dici di imparare qualcosa di più sull’argomento?

Quando e come somministrare fluoro a gestanti e bambini.

La fluoroprofilassi, secondo i dentisti più esperti, va iniziata in determinati periodi e con determinate modalità per risultare efficace. No all’improvvisazione, dunque! La somministrazione deve iniziare in gravidanza e continuare fino ai 6-8 anni di età. In particolare:

Quali sono le dosi consigliate per la fluoroprofilassi?

Ma allora, in concreto, il fluoro come viene somministrato? Mediante compresse, con una posologia di 1 mg al giorno per le donne in gravidanza. Tuttavia, bisogna tener conto di un ulteriore dato: se la mamma in attesa beve dell’acqua che contiene molto fluoro (da 07 mg a 1 mg per litro), non occorrono compresse o altre integrazioni. Anzi, l’eccesso può essere solo dannoso! Ecco perché è sempre opportuno rivolgersi al medico (ginecologo o pediatra), per stabilire il corretto dosaggio anche in considerazione delle diverse abitudini alimentari.

Come regolarsi, invece, dopo la nascita del bambino? Per i più piccoli le dosi dipendono soprattutto da due fattori: peso ed età; queste sono le indicazioni per le varie fasce di età:

In relazione al peso, la somministrazione di fluoro, invece, deve avvenire così:

Questo minerale può essere assunto anche attraverso i dentifrici, che hanno diverse concentrazioni da utilizzarsi in base all'età. In particolare, vi sono prodotti indicati per bambini da 0 a 6 anni (con un contenuto di fluoro di 500 ppm, cioè parti per milione), da 6 a 12 anni (1000 ppm) e per adulti (1500 ppm). Però, poiché i più piccoli hanno sempre la tendenza a inghiottire parte del dentifricio con cui si lavano i denti, i genitori devono controllare che l’ingestione di fluoro non diventi incontrollata e, quindi, nociva!

Ma cosa pensano oggi gli studiosi sulla fluoroprofilassi? Sono tutti d’accordo sulla sua utilità? Vediamo quali sono i giudizi più diffusi e perché esistono perplessità su questa pratica!

Opinioni degli esperti sulla somministrazione di fluoro.

Se fino a qualche tempo fa la fluoroprofilassi veniva consigliata largamente a tutti, in special modo alle donne in gravidanza e ai bambini (come abbiamo visto nel paragrafo precedente), adesso vi sono alcuni esperti che hanno fatto "retromarcia". Il cambio di opinione è relativo a due specifiche questioni:

  • La non sicurezza della dose massima tollerata, cioè di quel quantitativo di fluoro oltre il quale gli effetti avversi superano quelli benefici. Si è messa in evidenza, infatti, la tendenza del fluoro a causare fluorosi e danni neurologici anche a quantità non sospettate come tossiche.

  • La convinzione di alcuni esperti, i quali sottolineano che i danni da fluoro vengono provocati dalla somministrazione per via orale; questa presenterebbe solo effetti nocivi e pochi o addirittura nessun beneficio, poiché, sempre secondo gli specialisti del settore, solo l’applicazione locale (direttamente sui denti) porterebbe reali vantaggi, mentre la somministrazione sistemica predisporrebbe l'organismo ad accumulare fluoro e non esplicherebbe alcuna azione benefica.

Ad oggi, però, nonostante i lunghi dibattiti e gli studi effettuati all’interno della comunità scientifica internazionale, non si è arrivati a una conclusione unanime che elimini ogni incertezza!

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Consulente Scientifico:
Dottoressa Margherita Mazzola
(Specialista in biologia e nutrizione)

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