Ultimo aggiornamento:
La cherimoya è un frutto esotico dalla polpa profumata e dolce e soprattutto dalle proprietà straordinarie. Famoso per l’azione antitumorale e antimicrobica, questo frutto non è semplice da reperire: altamente deperibile viene coltivato anche in Italia ma solo nelle zone più calde. Ma attenzione: la cherimoya non è certo priva di controindicazioni!
La cherimoya, detta anche cherimola, è un frutto tropicale argentino ricavato dalla pianta Annona cherimola. Il frutto di grosse dimensioni (dai 10 ai 20 centimetri di diametro) ha un peso che si aggira intorno ai 300/500 grammi, ha una forma ovale, una solida buccia segnata da strutture poligonali e, all’interno, una polpa bianca profumata e dal sapore dolce, che contiene semi durissimi non commestibili.
La cherimoya appartiene alla famiglia delle annonacee di cui fanno parte anche l’annona muricata, la purpurea e la più famosa graviola.
Nello specifico 100 g di frutto hanno valori nutrizionali che si ripartiscono in:
Il frutto oltre alle vitamine C e vitamine del gruppo B è ricchissimo di sali minerali soprattutto di potassio, fosforo e calcio.
100 g di cherimoya forniscono circa 75 kcal.
La cherimoya è un frutto ricco di carboidrati e quindi ha un indice glicemico alto che può aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue.
La cherimoya oltre ad essere ricca di sali minerali e vitamine è caratterizzata anche dalla presenza di fibre e soprattutto, di numerosi polifenoli, molecole dall’azione antiossidante presenti in molte specie vegetali.
Gli antiossidanti presenti nella cherimoya, non solo nel frutto ma anche nelle foglie, nella corteccia e nelle radici della pianta prendono il nome di acetogenine e, insieme all’azione delle vitamine e dei sali minerali, nel nostro corpo, sono in grado di espletare importanti funzioni:
La cherimoya non contiene grassi ed inoltre ha buone quantità di fibre che a livello intestinale limitano l’assorbimento di colesterolo.
Le acetogenine sembrano essere molecole tossiche per la maggior parte dei batteri e dei parassiti ma questa azione disinfettante è coadiuvata dalla presenza della vitamina C che possiede un’attività antimicrobica intrinseca in quanto inibisce la proliferazione di batteri e funghi e, infatti, viene utilizzata come conservante negli alimenti. Nel nostro organismo è capace anche di potenziare il sistema immunitario e sembra possa addirittura inattivare i virus all’interno delle cellule ma i meccanismi attraverso i quali agirebbe sono ancora oggetto di studi (Jariwalla, Raxit e Harakeh).
La polpa della cherimoya è ricca di potassio, che a livello renale promuove la diuresi contrapponendosi all’effetto del sodio che invece favorisce la ritenzione idrica. La diuresi a sua volta normalizza il volume del sangue riportando la pressione all’interno dei vasi a valori normali.
Alcuni studi hanno dimostrato che le acetogenine presenti in alcuni frutti tropicali come la cherimoya, ma anche nella graviola, sono efficaci contro il cancro. I primi esperimenti effettuati sulla graviola mostrarono subito gli effetti inibitori sulla proliferazione di cellule tumorali (Carbajal et al. 1991). Le entusiasmanti scoperte furono confermate da studi successivi, effettuati su colture tumorali provenienti da linee cellulari di diversi tessuti: colon, mammella, fegato. Le acetogenine annonacee, infatti, effettuano un’attività citotossica su alcuni tipi di tumore, ossia sono in grado di inibire la crescita di cellule tumorali bloccando i meccanismi di utilizzazione dell’energia cellulare (ATP). Così facendo, la cellula cancerosa, non potendo utilizzare l’energia per sopravvivere va incontro alla morte (N.H. Oberliens et al. 1997).
Tuttavia è doveroso precisare che gli studi da cui sono emerse queste evidenze, però sono stati condotti solo su colture cellulari in vitro, mentre non sono stati accertati effetti sull’organismo. Del resto, molto spesso, gli effetti di alcune molecole sia naturali che non, sono osservabili in laboratorio ma non dal vivo.
Quali sono e come agiscono gli alimenti contro il cancro?
L’utilizzo sia del frutto che delle parti della pianta è limitato da alcune controindicazioni:
A causa della sua alta deperibilità (matura entro 3 giorni dal raccolto) è difficile trovare il frutto fresco. La cherimoya fresca ha un sapore dolcissimo che ricorda quello della vaniglia e della fragola. La sua polpa morbida ha una consistenza vellutata tanto da essere mangiata con il cucchiaino.
In cucina il frutto si presta bene alla preparazione di frullati e di granite (congelano la polpa per poi triturarla), magari con l’aggiunta di zucchero e di rhum. Arricchisce macedonie e qualsiasi tipo di dolce.
La raccolta del frutto avviene in autunno e la sua polpa viene utilizzata anche per produrre liquori e in pasticceria per realizzare creme.
Non è consigliabile mangiare più di un frutto al giorno, meglio evitare le scorpacciate onde evitare le controindicazioni.
In Italia esistono stabilimenti di coltura specializzati per questa pianta solo in Calabria, cosa che rende il costo del frutto abbastanza elevato aggirandosi intorno a 3-4 euro al chilo.
Il frutto si trova sui mercati più forniti anche in Campania e nel Lazio, mentre molto meno diffusi sono nelle regioni più fredde.
Nelle erboristerie più reperibile dell’estratto secco di cherimoya è quello della sua “parente stretta”: l’annona muricata il cui frutto è conosciuto con il nome graviola. In entrambe le piante sono presenti gli stessi principi attivi, la acetogenine, ma nella graviola sono molto più concentrate.
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Dimagrire Esercizi Diete Bellezza Psicologia Integratori Gravidanza Massaggi Applicazioni