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Il caffè decaffeinato è una valida alternativa al normale caffè oppure fa male? È davvero cancerogeno come sostengono alcune tesi? Scopriamo le proprietà e le controindicazioni di questa bevanda cercando di approfondire l'argomento ancora oggi molto controverso.
Il caffè decaffeinato è una bevanda ormai molto diffusa nella nostra dieta, ma di cosa si tratta precisamente? Letteralmente, è caffè privato di caffeina, l’alcaloide dai noti effetti stimolanti sul sistema nervoso che è sconsigliato ad alcune categorie di persone (ansiosi, ipertesi, cardiopatici, donne in dolce attesa). Questa particolare versione del caffè fu inventata e realizzata per la prima volta in Germania nel 1905, da un certo Ludwig Roselius. Ma analizziamone insieme le principali caratteristiche.
Abbiamo accennato prima che il caffè decaffeinato è chiamato così perché privato della caffeina; ma come avviene questo processo? Il metodo tradizionale prevedeva l’estrazione della caffeina con l’utilizzo di diclorometano; questo solvente però, ritenuto cancerogeno per l’uomo, è stato rimpiazzato da altri metodi, tra i quali:
Dopo l’estrazione della caffeina, i chicchi vanno incontro, come tutti gli altri, al processo della torrefazione: una lavorazione industriale del caffè che consiste nel tostare i chicchi ad altissime tempeature (oltre i 200°), aggiungendovi poi additivi, resine ed ammoniaca per permetterne una più lunga conservazione.
In Italia il caffè più utilizzato è quello per la moka o l’espresso, meno diffuso ma più pratico da usare è invece il caffè solubile, che all'estero la fa da padrone sin dagli inizi del ‘900, quando si dimostrò particolarmente indicato nei contesti bellici dell’epoca.
La varietà solubile, che può presentarsi sia in polvere che in granuli, è un preparato secco a cui aggiungere acqua bollente e si può ottenere tramite due processi:
Quest’ultimo è il processo da preferire poiché conserva inalterati il sapore e l’aroma del caffè, ma essendo anche il più costoso non è sempre visto come prima scelta
Nel caffè decaffeinato macinato e tostato, i macronutrienti sono così ripartiti:
Le proporzioni cambiano in una tazzina di caffè decaffeinato pronto, gli acidi grassi, infatti, sono presenti nella polvere di caffè, ma quando lo si prepara questi restano nel prodotto di scarto, di fatto azzerando la quantità di lipidi.
Invece, parlando di micronutrienti:
Il caffè contiene anche una buona quantità di antiossidanti, soprattutto acido caffeico e il suo estere, l’acido clorogenico, che tuttavia viene notevolmente ridotta dai processi di lavorazione.
Cento ml di caffè privato della caffeina, ha un valore energetico pari a circa 2 calorie.
In realtà, quando si beve una tazzina di caffè di qualsiasi tipo, si ingerisce per lo più acqua. Il prodotto finale, quindi, avrà un contenuto calorico minimo; ovviamente, le calorie aumentano con l’aggiunta di un cucchiaino di zucchero (18 calorie per cucchiaino raso) o anche di latte per preparare un cappuccino decaffeinato (100 calorie per 125 ml circa).
Dire che un caffè decaffeinato non contiene caffeina è errato, perché praticamente tutti i tipi di questo prodotto, di tutte le marche, la contengono seppur in minima quantità. Più precisamente, una tazzina di caffè decaffeinato contiene lo 0,1 % circa di caffeina contro l’ 1,2- 1,5% del caffè qualità arabica e 2, 2 - 5 % del tipo Robusta.
Quindi, una tazzina di decaffeinato contiene 2 mg di caffeina contro gli 80-120 mg del caffè normale.
Per questo motivo, viene preferito in alternativa al caffè normale in gravidanza, in caso di ansia, per liberarsi dalla dipendenza da caffeina e in tutti i casi di patologie cardiovascolari.
Si tratta davvero di una scelta valida? Non tutti la pensano così. Dei ricercatori della University of Florida (tra cui, il professor Bruce Goldberger) hanno dimostrato che la quantità di caffeina contenuta nel decaffeinato, anche se bassissima (0,1 %), è sufficiente a provocare tutte le controindicazioni che si hanno a dosaggi elevati, come nervosismo, ansia, tachicardia. Secondo questi studi, allora, sarebbe del tutto inutile bere il decaffeinato per evitare gli effetti negativi della caffeina!
Approfondisci le proprietà benefiche e le controindicazioni del caffè.
Comunque, i pareri a tal proposito restano discordanti, tra favorevoli e contrari al caffè decaffeinato, per cui non si può ancora trarre un giudizio definitivo.
Bere caffè, si sa, è un’abitudine diffusissima ma di certo non si può definire salutare. Il problema è legato soprattutto alla presenza di caffeina, che, se assunta ad alte dosi, può provocare effetti sgradevoli al sistema nervoso. Allora che fare? Anche tu ami il caffè e non vuoi rinunciarci, ma tieni anche, giustamente, alla tua salute? Non disperare: sembra proprio che bere il caffè decaffeinato, che contiene una bassa quantità della temuta caffeina, possa procurare dei benefici! Tra questi ricordiamo che:
Pochi milligrammi di caffeina favoriscono la secrezione gastrica e la peristalsi intestinale senza effetti deleteri, favorendo il processo digestivo anche, per esempio, dopo un pasto abbondante.
La piccola quantità di caffeina del decaffeinato agisce come antidolorifico anche per le emicranie, in quanto vasocostrittore che si contrappone all'effetto vasodilatatore localizzato nell'area dolorante, tipico della flogosi.
I diterpeni, flavonoidi antiossidanti presenti nel caffè, come in quello decaffeinato, proteggono le cellule epatiche dai danni provocati dai radicali liberi prodotti dalle numerose reazioni metaboliche che hanno luogo in quest’organo.
Uno studio del 2013 pubblicato su Clinical Gastroenterology and Hepatology ha affermato che bere 3 tazze di caffè decaffeinato al giorno aiuta a ridurre il rischio di cancro al fegato del 50%.
Sembra che il caffè decaffeinato, grazie alla presenza di antiossidanti come l’acido clorigenico, può prevenire l’insorgenza del diabete di tipo II, in quanto inibisce l’assorbimento di glucosio nell’intestino;
E' quanto emerge da una metanalisi pubblicata su Nutrition Reviews in cui sono stati esaminati 30 studi scientifici. Il merito è delle sue proprietà antiossidanti che migliorano la sensibilità insulinica dei tessuti.
Per la sua quantità esigua di caffeina, il caffè decaffeinato non causa la tachicardia, per cui non è nocivo per un cuore scompensato.
Il decaffeinato è indicato in gravidanza e allattamento al posto della normale varietà di caffè, dal momento che la quantità di caffeina è molto bassa. Il caffè decaffeinato va comunque assunto con moderazione (massimo 2 o 3 tazzine al giorno), poiché berne in quantità eccessiva significherebbe ingerire anche tutti i residui di sostanze chimiche e solventi usati nella lavorazione, nocivi per il feto o il lattante. Alcune di queste sostanze sono per esempio teratogene (come nel caso del diclorometano), cioè capaci di provocare anomalie, ostacolando il normale sviluppo del nascituro o del bambino;
Il caffe decaffeinato non fa dimagrire, ma neanche ingrassare se inserito in una dieta corretta coadiuvata da una giusta attività fisica.
La caffeina, infatti, è un eccitante e stimola la produzione di adrenalina, la quale attiva svariate funzioni biologiche, tra cui la mobilitazione dei grassi dai tessuti di deposito e la loro utilizzazione nel muscolo. Inoltre, agendo da vasocostrittore, questa sostanza è utile anche in diete depurative per combattere la cellulite, migliorando il microcircolo (lo dimostra anche il fatto che è impiegata anche nelle formulazioni cosmetiche specifiche anticellulite).
Tuttavia per avere talili effetti positivi bisognerebbe assumere almeno 500 mg di caffeina che va ben oltre la dose raccomandata.
Adesso veniamo all’altra faccia, quella negativa, del caffè decaffeinato; gli effetti collaterali legati al consumo di questa bevanda non dipendono soltanto dalla caffeina che, seppur in quantità modeste, è comunque presente, ma anche dalle modalità di lavorazione.
Ad esempio, il caffè decaffeinato può essere dannoso perché: contaminato da agenti chimici, derivati dall'utilizzo di solventi (acetato di etile, anidride carbonica) per l’estrazione del caffè stesso. Si tratta di sostanze per le quali la legislazione ha definito le quantità limite e, pur essendo presenti nel prodotto finale in modestissime quantità, potrebbero comunque nuocere;
L’assunzione di caffeina, dunque, è solo uno dei problemi che possono derivare dal caffè decaffeinato, perché altre e ben più gravi insidie si nascondono nelle “innocue” tazzine che accompagnano i nostri momenti di relax!
Qualsiasi alimento “tostato”, cioè che subisce modifiche da alte temperature, viene definito dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) pericoloso per la salute umana, perché sviluppa sostanze cancerogene. In effetti, durante la tostatura del caffè, la cellulosa dei chicchi viene bruciata, diventando una sostanza tossica per l’organismo, l' acrilammide, e potenzialmente portatrice di tumori! Tuttavia, a riguardo, il rischio legato a 3 tazzine di caffè sembra trascurabile... quindi niente paura!
Qualche anno fa alcune ricerche scientifiche avevano messo in luce un aspetto inatteso del caffè decaffeinato: l’aumento di colesterolo “cattivo” (LDL) nel sangue in soggetti che abitualmente bevevano questa bevanda. In realtà, nei chicchi di caffè sono presenti fattori ipocolesterolemizzanti, cioè in grado di abbassare i livelli di colesterolo in circolo, i diterpeni, che non vengono intaccati dalla decaffeinizzazione, in quanto questa riguarda solo la caffeina. Il risultato finale è che, in questo senso, il decaffeinato possiede esattamente le stesse proprietà del caffè classico e non è quindi responsabile di un eccesso di colesterolo nel sangue!
Alla luce di quanto abbiamo appena detto, i dubbi sono tanti. Ma insomma, il caffè decaffeinato fa bene o fa male? La risposta non può che essere molto soggettiva e varia da persona a persona, da caso a caso.
In ogni caso, il caffè decaffeinato è sconsigliato a:
I bambini sono soggetti più sensibili agli effetti della caffeina e più suscettibili ad avere manifestazioni in risposta a questa sostanza anche a basse dosi; Inoltre le sostanze nocive presenti nel decaffeinato, per diversi processi chimici cui è sottoposto, rendono l'assunzione della bevanda sconsigliata per bambini e adolescenti che sono nella fase della crescita.
La caffeina contribuisce a mettere in circolo adrenalina che agisce da vasocostrittore, aumentando la pressione sanguigna; Tale effetto è momentaneo, ma comunque è dannoso per chi soffre di pressione alta.
La caffeina, aumentando la secrezione gastrica o attivando la peristalsi nell'intestino, ha come conseguenza l’iperacidità o la diarrea, peggiorando le patologie.
È tutto molto più chiaro adesso, vero? Resta, però, ancora un dubbio da sciogliere, il più complesso.
La quantità massima giornaliera di caffeina consentita per non andare incontro agli effetti collaterali legati appunto al suo consumo è di 200 mg che equivale a 3/4 tazzine di caffè normale al giorno.
Considerando che una tazzina di decaffeinato contiene appena 2-5 mg di caffeina non vi sarebbe limite al consumo di tale bevanda. Il problema non è solo la caffeina, ma tutte le altre sostanze contenute nella bevanda, per cui , il consiglio è sempre, comunque, quello di non esagerare.
Il caffè classico contiene una quantità di caffeina che varia, in base alla tipologia, da 80 a 120 mg per tazzina;
Una tazzina di decaffeinato contiene appena 2-5 mg di questa sostanza, ma assumendone dieci tazzine al giorno si raggiungono comunque gli stessi livelli di caffeina!
Ma allora, è meglio bere due caffè classici o quattro decaffeinati?
Non si può dire con certezza, il decaffeinato ha i suoi vantaggi, ma anche i suoi svantaggi, e sotto alcuni punti di vista, il caffè normale può considerarsi migliore del decaffeinato.
Il decaffeinato è sicuramente la scelta d’elezione per chi soffre di insonnia, di ansia e irritabilità, e per chi ha problemi cardiaci o d’ipertensione, ma non per chi punta ad accelerare il proprio metabolismo.
La scelta quindi, è anche una questione di gusto.
Capito? A te la scelta, adesso. Valuta le opzione e poi decidi. Qual è il tuo caffè ideale?
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