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Frutto autunnale, dolcissimo, di origine orientale… il cachi è decisamente calorico ma anche ricco di valori nutrizionali quali vitamine e preziosi sali minerali. Indicato per gli sportivi e per combattere la stipsi, apporta molti benefici, ma ha anche qualche controindicazione, va, infatti, escluso dalla dieta del diabetico o da chi vuole semplicemente perdere peso. Il cachi si presta alla realizzazione di numerose ricette sia dolci che salate ed è utile anche per la cura della bellezza fai-da te…. scopriamo come!
Conosciuto con diversi nomi, kaki (legato alla sua origine orientale), diospiro, cachi o loto, questo frutto autunnale viene ampiamente coltivato in moltissimi paesi tra cui l’Italia poiché si adatta anche a climi piuttosto freddi.
Se ne conoscono 2 varietà:
L’albero Diospyros kaki appartiene alla famiglia delle Ebenacee, ha foglie ovali caduche e frutti sferici dal colore arancio carico.
Viene spesso raccolto prima della maturazione e tenuto in magazzino per eliminare il sapore astringente e amaro dovuto ai tannini.
Il cachi è un frutto molto zuccherino e ricco di potassio oltre ad altri sali minerali.
Le calorie (in 100 g) sono ripartite in:
Il cachi è particolarmente ricco di sali minerali oltre di potassio, calcio e fosforo mentre le vitamine più rappresentate sono innanzitutto la vitamina A presente in altissime concentrazioni ma anche la vitamina C e le vitamine del gruppo B (tiamina, niacina e riboflavina) variano in funzione del grado di maturazione del frutto.
Il caco acerbo contiene una gran quantità di tannini, che però si riduce con la maturazione, mentre aumentano gli zuccheri (fruttosio e glucosio).
Il cachi è un frutto abbastanza calorico:
100 grammi di frutto apportano ben 65 kcal.
Il cachi ha un indice glicemico medio:
l’IG del kaki è pari a 50.
L’elevato contenuto in acqua, fibra, specialmente insolubile, e di sali minerali rendono il loto un frutto dalle proprietà uniche:
Grazie a tali proprietà consumare cachi apporta alcuni importanti benefici utili in alcuni casi:
La fibra insolubile, particolarmente abbondante nei cachi, aumenta il volume fecale a livello intestinale, mentre l’acqua, che costituisce gran parte della polpa del frutto, ne aumenta il transito favorendo la defecazione.
La presenza di fibre aiuta a regolare i livelli di colesterolo nel sangue. La fibra insolubile, infatti, a livello intestinale limita l’assorbimento di colesterolo, quindi i può essere utile consumarne anche dopo un pasto per limitare l’assorbimento dei grassi.
I cachi possiedono un ph lievemente alcalino, ossia, diversamente dagli agrumi e da altri tipi di frutta, non sono acidi, quindi nello stomaco tendono a neutralizzare l’acidità dei succhi gastrici. Per questo il frutto è indicato per chi soffre di gastrite, una condizione caratterizzata appunto da iperacidità gastrica.
Il caco aumenta la diuresi grazie alla presenza di potassio, un sale che a livello renale, contrapponendosi al sodio, favorisce l’eliminazione di acqua. L’eliminazione delle tossine rende il loto utile a depurare il fegato e l’intestino. E’ consigliato in caso di cure antibiotiche, in perché riattiva la flora intestinale che viene compromessa da questi medicinali.
Mangiare loti aiuta a ridurre il rischio di patologie cardiovascolari perché essi, grazie alla presenza del potassio, abbassano la pressione sanguigna. Inoltre la presenza di antiossidanti riduce colesterolo e trigliceridi come sostiene uno studio condotto sugli animali nel 2000, e pubblicato su Food Chemistry, una rivista accademica che si occupa della chimica degli alimenti.
Come è noto il colesterolo è uno dei fattori che aumentano il rischio di malattie cardiovascolari.
La vitamina C e i carotenoidi sono antiossidanti efficaci per contrastare i danni causati dall'esposizione solare. Inoltre la vitamina C prenete nei loti favorisce la formazione del collagene, e quindi riduce la formazione delle rughe.
Un solo cachi ha un peso pari a 250- 300 grammi e apporta un’energia pari a circa 200 kcal fornita soprattutto da zuccheri semplici. L’ideale, quindi, per gli sportivi che prima di un allenamento, necessitano di energia immediatamente disponibile, ma ottimo anche dopo l’allenamento per rifornire l’organismo dei sali minerali persi con la sudorazione.
Il kaki, per via della sua natura zuccherina non è adatto a tutti:
Il loto non è indicato in caso di obesità, per chi è in sovrappeso e in generale nel contesto di diete dimagranti perché è tra i frutti più calorici.
Esso, infatti, apporta elevate quantità di zuccheri semplici a rapido assorbimento che vengono assimilati dall'organismo velocemente
Dunque i loti fanno bene, tuttavia poichè sono molto calorici andrebbero consumati con moderazione: uno al giorno anche dopo un pasto ma non di sera. Infatti, l’introito di zuccheri semplici, abbondanti nel cachi, vengono subito utilizzati dall'organismo nell'arco della giornata, di sera, invece, si va a letto e gli zuccheri non utilizzati vengono trasformati in grassi che vanno poi a sommarsi ai depositi adiposi.
Buonissimo da gustare così com'è, il cachi viene utilizzato in cucina in tantissimi altri modi, ben si presta alla preparazione di frullati a base di frutta, di confettura e di dolci, ma viene spesso utilizzato anche nella preparazione di soufflé e focacce al formaggio.
Visto il loro contenuto di sali minerali e vitamine antiossidanti i loti vengono anche utilizzati in cosmesi, in particolare in preparazioni che contribuiscono a mantenere giovani e forti pelle e capelli.
Oltre che mangiandoli però si può godere di questi benefici anche con un utilizzo topico.
La polpa del cachi può essere utilizzata per ringiovanire la pelle del viso. Applicando la polpa di questo frutto direttamente sulla pelle si fa in modo di apportare in loco tutti gli antiossidanti, come il beta carotene e le vitamine a e c contenute nel cachi. Una volta assorbite dall'epidermide, le vitamine e gli antiossidanti andranno a contrastare i radicali liberi, causa dell’invecchiamento cutaneo. Tuttavia, essendo il cachi carente di vitamina E, essenziale per dare alla pelle un aspetto levigato, si può aggiungere alla polpa macerata un cucchiaio di olio di semi di lino o qualche goccia di olio essenziale di lavanda.
Mangiare cachi ed altra frutta o ortaggi arancioni (carote, zucca), significa introitare il pigmento responsabile della loro colorazione: il beta carotene. L’accumulo di pigmento a livello cutaneo conferisce un colorito giallastro che se accompagnato da un’adeguata abbronzatura conferisce un piacevole effetto ambrato alla pelle. Ricordiamo però che il beta carotene non va utilizzato in modo improprio: nè la polpa di cachi nè emulsioni a se di carota vanno applicate sulla pelle durante l’esposizione solare, questi infatti non proteggono dai raggi UV e si rischia di prendere delle scottature!
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