Quali sono gli alimenti da evitare in gravidanza? Al contrario di quanto si creda il periodo gestazionale, è caratterizzato da numerose restrizioni alimentari e accorgimenti atti ad evitare numerosi problemi che possono insorgere. Insaccati, frutta e verdura cruda, sono solo alcuni esempi, l’elenco degli alimenti cui prestare attenzione quando si è in dolce attesa è ancora lungo! Analizziamo nel dettaglio tutto ciò che una futura mamma dovrebbe sapere sulla sua alimentazione.
La gravidanza è un periodo particolare della vita di una donna, in cui l'alimentazione ha un impatto fondamentale sulla salute non solo della gestante ma anche e soprattutto su quella del nascituro.
La regola di base dovrebbe essere quella di seguire un'alimentazione quanto mai equilibrata e variata, prestando particolare attenzione più che alla quantità alla qualità degli alimenti ed ai loro valori nutrizionali.
Un’alimentazione corretta durante la gestazione, infatti, è necessaria per prevenire un aumento eccessivo di peso, fornire al neonato il giusto apporto nutrizionale ed anche per controllare le nausee soprattutto durante il primo trimestre.
Il fabbisogno calorico in gravidanza.
Le future mamme, durante la gravidanza, devono fare in modo che il loro organismo riceva tutti i nutrienti necessari a garantire un corretto sviluppo del feto.
A questo proposito, va ricordato che il fabbisogno calorico delle donne aumenta durante il periodo della gravidanza, in proporzione diversa in base ai diversi nutrienti come proteine, calcio, acido folico, ecc.
Infatti, il calcio, il ferro e molti altri minerali, insieme alle proteine, serviranno a formare i tessuti e gli organi del nascituro. L’acido folico, poi, è essenziale per il corretto sviluppo del sistema nervoso del feto già nelle primissime fasi della gravidanza per questo, è necessaria la sua supplementazione in tutto il periodo gestazionale.
Perchè alcuni cibi vanno evitati durante la gravidanza?
Il motivo per cui alcuni alimenti sono tabù durante la gravidanza è legato sia alle patologie che con questi si possono trasmettere, sia al rischio di un eccessivo aumento di peso, sia a problemi che potrebbero riguardare il nascituro. Ecco le principali situazioni di pericolo da tenere in conto:
Toxoplasmosi: è una patologia determinata dal Toxoplasma Gondii che si contrae se si viene a contatto con le feci dei gatti o con alimenti contaminati da feci animali, oppure attraverso il consumo di carni crude e latte crudo. Spesso non presenta sintomi nella madre, ma nel feto determina danni all’apparato visivo, al cervello e nei casi più gravi può provocare l’aborto. Il rimedio è rappresentato dalla terapia antibiotica ma soprattutto dalla prevenzione, per cui vanno evitati sia il consumo di alimenti crudi che i contatti con le feci dei gatti.
Listeriosi: è causata dalla Listeria Monocytogenes e provoca nella madre sintomi influenzali come diarrea, febbre, dolori intestinali e muscolari. Per il feto le conseguenze sono più gravi: si possono avere aborti, morte intrauterina o parto prematuro. La patologia si contrae mangiando cibi pronti, come ad esempio i prodotti di macelleria, formaggi a pasta molle, paté di carne o di pesce, latte crudo, pesce crudo o affumicato, carne cruda o affumicata, verdura cruda. Anche in questo caso la prevenzione è essenziale e la cura per la madre è la terapia antibiotica.
Avvelenamento da mercurio: alcuni pesci come il pesce spada, il tonno o il palombo hanno la tendenza ad accumulare nelle loro carni delle grandi quantità di mercurio. Se essi vengono consumati durante la gravidanza, il mercurio in eccesso può attraversare la placenta ed arrivare al feto, compromettendone lo sviluppo del sistema nervoso. Per evitare il problema basta non mangiare questi alimenti.
Eccessivo aumento ponderale: cibi fritti, ricchi di grassi o di zuccheri, poveri di fibre ma con molte calorie, possono determinare un eccessivo aumento di peso durante la gravidanza (l’ideale sarebbe prendere 10-12 kg nel corso dei nove mesi). Tutti gli alimenti, quindi, ad elevato apporto calorico ma dal basso tenore nutritivo andrebbero eliminati dalla dieta in questo periodo.
Salmonellosi: patologia trasmessa dalla salmonella che si contrae mangiando frutti di mare crudi, latte crudo, carne e pesce crudo, uova crude o preparazioni che le contengano. I sintomi per la madre sono relativi all’apparato addominale (nausea, vomito, diarrea e crampi), mentre le conseguenze per il feto sono molto più gravi, infatti possono verificarsi complicazioni nello sviluppo o addirittura un aborto!
Quali sono i cibi da evitare per il benessere del nascituro?
Secondo il ministero della salute, l’alimentazione di una donna in stato interessante, deve essere quanto più varia possibile per fornire al feto tutti i nutrienti di cui può aver bisogno ma, è altrettanto importante fare attenzione alla qualità dei cibi.
Diversi alimenti sono da evitare durante tutto il periodo dell’attesa:
Alimenti crudi.
I cibi crudi, come gli insaccati, le uova crude o alimenti che le contengono come la maionese o il tiramisù. Questi alimenti, infatti, possono contenere dei batteri pericolosi per la salute del feto, lo stesso vale per i formaggi non pastorizzati, come il brie, la feta greca, ecc. come anche i succhi di frutta non pastorizzati. In particolare, un microrganismo detto toxoplasma, che in condizioni normali non provoca alcuna patologia, durante la gravidanza può diventare realmente pericoloso per il feto, perchè se oltrepassa la barriera placentare, può causare aborto o nascita prematura o ancora affezioni a carico del fegato, sordità, encefalopatie e alterazioni della vista.
Per questo chi non ha mai contratto il toxoplasma in gravidanza, deve evitare di mangiare verdura cruda se non accuratamente lavata con disinfettanti come il bicarbonato di sodio o l’ipoclorito di sodio (agente chimico presente nell’amuchina), gli insaccati non cotti come il prosciutto crudo, lo speck, la bresaola, i salami (possono, quindi, essere consumati liberamente prosciutto cotto e mortadella che prevedono la cottura delle carni) e in generale cibi poco cotti.
Il pesce e i frutti di mare crudi.
Anche se il pesce non ospita il toxoplasma, va comunque evitato il suo consumo a crudo in quanto in esso possono albergare diversi patogeni, tra i più comuni i virus dell’epatite, che causano gravi affezioni al fegato e il “norovirus” che porta a sintomi intestinali anche importanti.
Gli alcolici.
L’alcol, è un altro alimento che andrebbe tassativamente eliminato, infatti, molte delle anomalie fetali, sono attribuite proprio al consumo di bevande alcoliche, per le quali non è possibile neanche stabilire una soglia minima di sicurezza. L’uso di bevande alcoliche, talvolta, anche se moderato, può portare all’instaurarsi nel feto di una serie di alterazioni della crescita che vanno sotto il nome di “sindrome feto-alcolica”. Le manifestazioni possono includere malformazioni craniche e facciali, danni neurologici e difetti della crescita. Il feto, infatti, contrariamente agli adulti, non possiede enzimi in grado di metabolizzare l’alcol che quindi rimane in circolo nel nascituro danneggiando gli organi.
Cibi da evitare: elenco
Carni, pesce, frutti di mare e uova crude,
insaccati latticini e succhi di frutta non pastorizzati
verdure crude (se non si è immuni al toxoplasma),
alcol.
Cibi da consumare con moderazione.
Oltre a quelli da evitare del tutto, vi sono poi tutta una serie di alimenti da consumare con moderazione:
Pesce spada, tonno, salmone e pesci di grossa taglia, i primi hanno più tempo di immagazzinare gli inquinanti presenti nelle acque del mare tra cui i metalli pesanti come il metil mercurio. Queste sostanze sono tossiche per il nascituro e possono alterare il normale sviluppo cerebrale del feto. Bisogna fare attenzione anche alle zone verdastre nel torace dei crostacei che andranno eliminate perché contengono un altro metallo tossico, il cadmio.
Il caffè e tutte le altre bevande, che contengono caffeina o altri tipi di sostanze eccitanti. Da uno studio effettuato dal “Norwegian Institute of Public Health”, su un’ampia popolazione di gestanti è emerso che il consumo di caffè in gravidanza rallenta la crescita del feto. Ancora sconosciuto resta il meccanismo d’azione con cui la caffeina avrebbe questo effetto.
La gestione del peso in gravidanza: cibi da evitare per non ingrassare.
Il fabbisogno calorico durante la gravidanza, aumenta di circa 350 kilocalorie nel secondo trimestre e di 500 kilocalorie nel terzo. Tuttavia, spesso, le attività a cui era abituata una donna prima della gravidanza (sport, stile di vita..), subiscono un rallentamento; per cui le calorie bruciate diminuiscono. Il pericolo più comune, è andare incontro a repentini aumenti di peso.
Per evitare ciò, è necessario alimentarsi in modo equilibrato e svolgere regolare attività fisica, magari ogni giorno ma senza strafare. L’obiettivo alla fine del terzo mese di gravidanza è quello di mantenere lo stesso peso iniziale o al massimo di vedere un aumento di un solo chilo. Alla fine del secondo e successivamente nel terzo trimestre, il fabbisogno calorico aumenta e l’aumento di peso finale dovrebbe essere compreso tra i 9 e i 13 chili.
Per favorire la funzione plastica, ossia la formazione e la crescita dei tessuti e degli organi del feto, è necessario preferire alimenti proteici ma light come legumi, pesce azzurro, carni magre, latticini non troppo calorici (ricotta, robiola..), ed evitare:
Carboidrati raffinati: zucchero, bibite zuccherate, pasta e pane bianchi e prodotti da forno come brioches, ciambelle ecc., determinano in circolo elevati picchi glicemici. In altre parole, il glucosio entra nel sangue e non essendo subito smaltito, viene incamerato nelle cellule e trasformato in grasso. Nei cibi integrali, e ancora di più nelle verdure, la presenza di fibre rallenta l’assorbimento di zuccheri evitando un loro incremento repentino in circolo.
Cibi grassi, burro, olio, formaggi e carni grasse: apportano elevate quantità di lipidi. Solo una piccola parte viene utilizzata dal feto mentre il restante va a rifornire i tessuti adiposi della madre. Più grasso viene incamerato in gravidanza più sarà difficile eliminarlo nel periodo successivo al parto.
Gli alimenti da evitare per controllare i disturbi nel periodo gestazionale.
Oltre alle regole generali l’alimentazione può essere d’aiuto anche per alleviare alcuni disturbi che per molte donne caratterizzano i nove mesi di gestazione. Vediamo nel dettaglio i disturbi più comuni e gli alimenti da evitare per tenerli sotto controllo.
Acidità di stomaco e nausea: i cambiamenti ormonali che caratterizzano la gravidanza, comportano diverse ripercussioni sugli altri organi. I livelli aumentati di progesterone, per esempio, all’inizio (nel primo trimestre) e alla fine (ottavo e nono mese) della gravidanza provocano un rallentamento dei movimenti della muscolatura dell’apparato gastro-intestinale (peristalsi) causando cattiva digestione, reflusso gastro-esofageo e stitichezza. Per questo, si consiglia di fare piccoli pasti ma frequenti, magari a base di fette biscottate o taralli integrali, in modo che la permanenza delle fibre nello stomaco possa evitare che i succhi gastrici aggrediscano le pareti gastriche. Le fibre, inoltre, aiutano a contrastare la stitichezza in quanto provocano l’aumento del volume fecale. Va evitata, invece, l’assunzione di acqua a stomaco vuoto e i lunghi digiuni, le bibite gassate, succhi di frutta e frutta molto acidi perché peggiorano l’acidità gastrica.
Colite: in alcuni mesi, a causa della scarsa motilità intestinale, le feci che ristagnano possono provocare alterazioni della flora batterica con accumulo di gas intestinali, episodi di diarrea e flatulenza, sintomi tipici delle coliti. Vanno evitati cibi grassi, difficili da digerire e verdure che possano irritare ulteriormente l’intestino come broccoli, cavolfiori, peperoni. Eliminare anche le bibite gassate che aumentano il gonfiore addominale.
Transaminasi alte: la sofferenza epatica, si traduce con l’aumento, in circolo, dei livelli di transaminasi, degli enzimi prodotti dal fegato coinvolti nel metabolismo degli aminoacidi. In questo caso, quindi, andranno evitati i cibi che rallentano ulteriormente o alterano la funzione epatica come l’alcol, le fritture, le carni grasse, i formaggi e i dolci.
Ipertensione. L’aumento della pressione in gravidanza, può rappresentare un rischio per il feto e per la gestante, in quanto il volume di sangue che arriva alla placenta, se ha una pressione troppo forte può arrecarle dei danni che ne alterano la funzionalità impedendo gli scambi tra il sangue materno e quello fetale. Per evitare l’ipertensione è necessario ridurre fortemente l’uso del sale ed evitare gli alimenti contenenti sodio come i salumi e i formaggi. Risulta utile, invece, bere acqua oligominerale spesso nell’arco della giornata e consumare verdura e frutta perché ricche di potassio che contrasta l’azione del sodio favorendo la diuresi.
Diabete gestazionale: in gravidanza, si può manifestare un tipo di diabete detto gestazionale proprio perché legato alla gravidanza. La placenta, contrastando l’azione dell’insulina, determina un aumento di glucosio nel sangue, che con una dieta troppo ricca di carboidrati e zuccheri, può tradursi in diabete. In questo caso è necessario seguire una dieta povera di carboidrati raffinati, zuccheri e grassi.
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy.