Uva ursina: proprietà, benefici, controindicazioni ed effetti collaterali

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Pochi conoscono le proprietà dell'uva ursina, una pianta molto usata nella preparazione di rimedi omeopatici e fitoterapici, grazie alle sue diverse funzioni. La guida spiega le origini di questa pianta, le sue proprietà terapeutiche e curative, e i casi in cui essa può essere d’aiuto alle patologie che colpiscono il nostro organismo; inoltre spieghiamo anche quali sono i suoi effetti collaterali e le interazioni con altri farmaci o con altre sostanze presenti in natura.

    Indice Articolo:
  1. Uva ursina in omeopatia e fitoterapia
  2. Costituenti
  3. I fiori e i frutti
  4. Proprietà terapeutiche e curative
  5. Modalità di assunzione
  6. Ricette
  7. Controindicazioni ed effetti collaterali

L’uva ursina in omeopatia e fitoterapia.

L’uva ursina è una pianta dalle proprietà curative antisettiche, cioè agisce prevalentemente da disinfettante. È utilizzata in omeopatia e in fitoterapia in particolare per curare le infezioni alle vie urinarie, ma può essere impiegata anche in caso di infezioni in altri apparati del corpo umano; il suo principio attivo fondamentale, l’idrochinone, risulta essere infatti molto efficace sia contro batteri presenti nell’apparato escretivo, come l’escherichia coli, sia contro altri ceppi batterici, come lo Streptococcus. Al contrario di quanto si possa pensare, non ha nulla a che vedere con il frutto omonimo: il suo nome deriva da uva ursi, in quanto si dice che gli orsi ne siano molto ghiotti. Altri nomi con i quali viene comunemente riconosciuta sono: uva marina, uva spina, uva dei frati. E’ una pianta che cresce prevalentemente nelle regioni fredde dell’Europa, quindi nelle zone settentrionali, e nelle zone umide; le foglie vengono raccolte nella stagione estiva e poi lasciate ad essiccare per alcuni mesi.

Costituenti principali dell’uva ursina.

Vediamo quali sono i principali costituenti dell’uva ursina che le conferiscono le proprietà benefiche per cui è tanto apprezzata nel mondo dell’omeopatia e della fitoterapia.

Arbutoside: principio attivo che una volta ingerito secerne nell’intestino l’idrochinone, un fenolo che agisce andando a eliminare i ceppi batterici che incontra sul suo cammino, quindi dai reni fino alla vescica.

Tannini: sostanze dalle virtù antinfiammatorie e diuretiche, che tuttavia se assunte in dosi elevate possono dare effetti di tossicità provocando nausea e vomito.

Flavonoidi: sostanze contenute principalmente nei vegetali, dalle proprietà antiossidanti, chiamate anche genericamente vitamina P.

I fiori e i frutti.

Le parti della pianta di uva ursina in cui si concentrano le proprietà benefiche e che quindi vengono utilizzate in omeopatia e fitoterapia sono le foglie e i frutti.

Le foglie si presentano lucide e ovali, e in autunno si colorano di rosso, rendendo la pianta immediatamente riconoscibile nei pavimenti del sottobosco. Vengono raccolte in estate e lasciate a riposare in luoghi ventilati avvolte in sacchetti di tela o di carta, per poi essere vendute secche o in polvere, e la loro principale proprietà è quella di essere un antibiotico naturale.

I frutti hanno invece un sapore amarognolo e sono consumati perlopiù nelle regioni del nord, come diuretici o lassativi, in quanto contribuiscono a regolarizzare l’intestino.

Della pianta non vengono invece utilizzati i fiori, che sbocciano a maggio e si presentano molto piccoli, di colore bianco e rosa e non hanno particolari proprietà.

Proprietà terapeutiche e curative dell’uva ursina.

In particolare le foglie di uva ursina, essendo ricche di proprietà terapeutiche vengono usate per curare una molteplicità di patologie infettive. In generale le si usa all’insorgere dell’infezione, onde evitare l’assunzione degli antibiotici; tuttavia se non fanno effetto subito il ricorso agli antibiotici è comunque necessario in un secondo momento.

Oltre ad essere rimedi per patologie specifiche le proprietà dell’uva ursina sono utili anche per disturbi lievi, come quelli legati al ciclo mestruale e sono un ottimo alleato contro inestetismi diffusi come ritenzione idrica, cellulite e macchie della pelle. Vediamo quali sono i diversi casi in cui l’uso delle foglie di uva ursina ha effetti benefici.

Cistiti e prostatiti: essendo un forte antisettico e antinfiammatorio, l’uva ursina, nell’elemento specifico dell’arbutina in essa contenuta, è indicata in tutti i casi di infezioni all’apparato urogenitale sia femminile (cistiti, candidosi) che maschile (prostatiti, ipertrofia prostatica); essa calma sia il dolore che lo stimolo alla minzione. Tuttavia affinché possa fare effetto è necessario che le urine siano rese alcaline, cioè che ne sia ridotta l’acidità, tramite l’assunzione di agrumi, kiwi e verdure; in questi casi le urine tenderanno ad assumere un colorito verdastro o brunastro. Spesso, per potenziarne l’azione, viene associata all’estratto di mirtillo rosso o di ginepro.

Dissenteria: l’uva ursina è molto usata in caso di dissenteria o diarrea cronica, grazie alle proprietà astringenti dei tannini, che contribuiscono anche alla regolarizzazione delle funzioni escretive.

Patologie del fegato: grazie ai flavonoidi in essa contenuti, l’uva ursina contribuisce a garantire l’ottimo funzionamento del fegato, proteggendolo e aiutandolo a smaltire le tossine in eccesso.

Gotta: la gotta è una patologia causata dall’aumento di acido urico nel sangue e dal suo relativo deposito in diversi tessuti; l’uva ursina aiuta a combatterla sempre grazie all’azione diuretica e antisettica dell’arbutina, che va ad eliminare le scorie in eccesso. In caso di gotta il miglior modo per assumere l’uva ursina è il decotto, in dose di 2 tazzine al giorno.

Disturbi mestruali: l’uva ursina ha effetti benefici anche sui i dolori e i fastidi legati al ciclo, in particolare riduce i gonfiori, grazie all’azione diuretica dei tannini che aiuta ad eliminare la ritenzione idrica che sta alla base di questi gonfiori.

Macchie della pelle: l’uva ursina è utilizzata nei trattamenti schiarenti della pelle, grazie ai benefici di una sostanza in essa contenuta, l’arbutina. In genere in questi casi viene utilizzata sotto forme di creme, associata ad altre sostanze naturali come la vitamina C, che unisce alle schiarenti quelle antiossidanti. Poiché ha anche proprietà astringenti e disinfettanti, può essere utilizzata anche in caso di lesioni della pelle o contusioni, ma in questo caso tenderà molto a seccare l’epidermide che dovrà quindi essere successivamente idratata attraverso apposite creme.

Forma fisica: infine, l’uva ursina viene impiegata anche in campo estetico. In primis viene utilizzata nelle diete: pur non avendo specifiche proprietà dimagranti, quindi non andando ad agire sul grasso in eccesso, grazie alle sue proprietà altamente diuretiche e di conseguenza depurative, date dai tannini, aiuta comunque il corpo a smaltire i liquidi in eccesso; in questo caso però bisogna fare attenzione ad utilizzare solo l’estratto delle piante che contiene piuttosto che il succo dei frutti, in quanto quest’ultimo potrebbe avere un’azione opposta, stimolando l’appetito.

Inoltre grazie ai flavonoidi, che svolgono un’azione protettiva sui capillari, ha effetti benefici anche sulla ritenzione idrica e sulla cellulite.

Posologia e modalità d’assunzione.

Naturalmente la scelta di come usare l’uva ursina quali preparazioni scegliere tra le tante disponibili in commercio varia molto in relazione al tipo di patologia o disturbo su cui si vuole intervenire. Ad ogni modo è possibile scegliere tra preparati omeopatici, per la cui posologia e sempre bene sentire il parere di un esperto omeopata e soluzioni naturali che possono essere tranquillamente preparate in casa ed assunte liberamente in caso di necessità, salvo controindicazioni specifiche.

Gocce: le gocce di uva ursina consistono in genere nella tintura madre disciolta in una soluzione idroalcolica, acquistabile nelle erboristerie o comunque nelle farmacie, in particolare quelle che trattano i rimedi omeopatici. In genere si consiglia di sciogliere 40-50 gocce di tintura madre in un bicchiere d’acqua 2 o 3 volte al giorno, ma per quanto riguarda la posologia più che affidarsi al fai da te è meglio chiedere all’omeopata o al farmacista. Inoltre sarebbe bene assumere le gocce accompagnate da un cucchiaino di bicarbonato per rendere le urine alcaline e quindi far sì che le proprietà benefiche dell’uva ursina facciano subito effetto.

Compresse: l’uva ursina si trova in commercio anche sotto forma di compresse che contengono l’estratto delle foglie, in percentuali variabili. La posologia consigliata è di 1- 2 compresse due volte al giorno, lontano dai pasti. Le principali compresse di uva ursina che si trovano in commercio sono quelle della marca Aboca, reperibile in farmacie, parafarmacie ed erboristerie.

Estratto secco: l’estratto secco di uva ursina consiste nelle foglie secche intere o in polvere, e non viene assunto a solo ma sotto forma di infusi, decotti o macerati, vediamo come prepararli per conservarne le proprietà.

Integratore: l’integratore di uva ursina è un preparato a base di estratto secco, quindi contiene tutti i principi attivi contenuti nelle foglie; per le proprietà è indicato nei casi di cistite acuta e va preso al bisogno, dietro consiglio del medico, che saprà indicare le dosi adatte alla gravità del nostro problema.

Ricette con uva ursina.

Infuso di uva ursina: preparato mescolando circa 20g foglie secche a circa 1l d’acqua, lasciando riposare per qualche minuto e filtrando bene prima di bere. Se ne consiglia l’assunzione in dose di 3- 4 tazze al giorno. Non scoraggiatevi se l’infuso risulterà piuttosto amaro: sarà così anche per le tisane e i decotti, ed è indice che il composto è stato preparato correttamente e che a breve farà effetto.

Tisana di uva ursina: preparata con 30 gocce di tintura madre disciolte in una tazza di acqua calda o in un’ altra tisana a base di erbe in modo da potenziarne ancora di più gli effetti benefici; ottime sono le tisane a base di finocchio, menta piperita o camomilla, mentre a causa dell’elevata acidità del composto è meglio non mescolarlo con succhi di frutta.

Decotto di uva ursina: mescolare 2g di foglie in polvere in una tazza di acqua fredda, lasciarla a bollire per 15 minuti, e poi filtrarla bene. L’ebollizione fa si che l’arbutina si disciolga meglio nel composto e quindi che il decotto risulti più efficace dell’infuso in sé. Anche del decotto si consiglia l’assunzione di 3-4 tazze al giorno.

Macerato di uva ursina: lasciare le foglie a macerare in acqua fredda per 6-12 ore. Il macerato risulterà più delicato e quindi meno dannoso per le mucose gastriche, e inoltre avrà un sapore molto più piacevole rispetto alle altre preparazioni.

Marmellata: in questa forma, della pianta non si utilizzano le foglie ma i frutti, cioè le piccole bacche sempre ricche di proprietà benefiche infatti aiutano la digestione e hanno effetti diuretici e lassativi. Sotto forma di marmellata, spesso però sotto il nome di uva spina, è un ottimo ingrediente per guarnire i dolci o il pane, ed è indicata per i più golosi, o per coloro che mal sopportano il gusto acidulo delle gemme.

Succo: l’assunzione del succo di uva ursina è indicata nei casi di carenze di vitamina A, B e C, condizioni di grande stress sia fisico sia psichico, oppure come semplice prevenzione delle malattie infettive; si consiglia di berne mezzo bicchiere due volte al giorno, e nel caso in cui se ne voglia potenziare l’azione lassativa se ne consiglia l’assunzione a digiuno.

Controindicazioni, effetti collaterali, interazioni.

In genere non ci sono particolari controindicazioni nell’assunzione dell’uva ursina; il suo uso è sconsigliato in pochi casi:

Inoltre può scatenare dei fenomeni allergici in soggetti particolarmente sensibili. Non è invece dannosa nel caso di interazione con la pillola anticoncezionale, come si potrebbe comunemente pensare.

Diversi sono invece gli effetti collaterali dell’uva ursina: in primis è bene sapere, come già accennato, che ha un sapore non proprio piacevole e che tende a colorare le urine di marroncino o verdognolo; inoltre essendo fortemente acida può danneggiare le mucose gastriche, per cui sarebbe bene associarla a dei gastroprotettori, meglio se naturali, come la menta piperita. Inoltre l’uso prolungato di uva ursina (oltre una settimana- 10 giorni) può avere degli effetti tossici, provocando nausea e vomito, a causa della presenza dei tannini; gli stessi tannini provocano nausea e vomito anche nei casi in cui si superi la posologia giornaliera di uva ursina e quindi si ecceda nel dosaggio.

Per quanto riguarda invece le interazioni, è noto che i tannini presenti nell’uva ursina possono, a causa della loro acidità, interagire con l’assorbimento di alcuni farmaci; è sempre meglio quindi assumere l’uva ursina a circa due ore di distanza dall’assunzione di altri rimedi farmacologici, e in ogni caso prima di iniziare ad assumere l’uva ursina è sempre meglio consigliarsi con il proprio medico.

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