Cosa significa davvero “essere pigri”? Essere un po pantofolai può sembrare normale, eppure a volte, dietro la mancanza assoluta della voglia di compiere ogni tipo di azione, si nasconde qualcosa di molto diverso e per nulla banale. Scopriamo cos’è la pigrizia e soprattutto cosa la causa e come vincerla.
La pigrizia è la capacità di evitare accuratamente o procrastinare continuamente, un’ azione fisica o mentale.
Esiste la pigrizia “fisiologica” che intervalla i numerosi momenti attivi delle nostre giornate e della nostra vita, e poi c’è una pigrizia patologica, non solo fisica, che sembra quasi impedirci di vivere, costringendoci ad assistere allo svolgersi della nostra esistenza, da spettatori anziché da protagonisti..
I sintomi principali che possono aiutare a distinguere la pigrizia fisiologica da quella patologica sono essenzialmente legati a quanto vogliamo essere e restare inattivi.
Il pigro “fisiologico”:
Puoi approfondire i rischi della sedentarietà.
Eppure sa attivarsi ed agire quando occorre e lo fa in modo efficiente e nell’ambito di una vita normale dal punto di vista emotivo, sociale e lavorativo.
Il pigro “patologico”:
Quando proprio si trova costretto a dover parlare o agire lo fa con profondo disagio, fastidio o rabbia.
Chi è pigro, non ha voglia di fare, di pensare, di capire...e dunque non fa, pensa il minimo indispensabile e non ha alcun interesse a capire, scoprire, conoscere o sperimentare.
Le ragioni sono molteplici e possono interessare adulti ma anche, sebbene con meno frequenza, bambini ed anziani.
Ecco le più comuni.
Le cause scatenanti possono essere da sempre presenti nel vissuto di una persona e divenire evidenti già nell’infanzia o nell’adolescenza oppure possono esordire in età adulta a seguito di eventi particolari o traumatici.
Una volta compreso che ci troviamo in uno stato di apatia, svogliatezza e disagio che ci isola dal mondo e ci rende spettatori inattivi della nostra quotidianità, occorre conoscere quali sono i gesti e gli stratagemmi per riattivare corpo e mente ed impegnarsi nell’applicarli.
I risultati potrebbero essere sorprendenti.
Per capire quanto la pigrizia condizioni la nostra vita e la limiti, occorre mettere tutto nero su bianco. Per farlo basta prendere un foglio, dividerlo a metà ed annotare da un lato:
Dal lato opposto invece scriviamo:
Se davvero la pigrizia che ci affligge è patologica, il primo lato del foglio sarà misero e monotono il secondo più consistente e vario.
Non è un gioco di parole, una volta riconosciuto il problema, bisogna attivarsi per superarlo.
Quindi, carta e penna alla mano, occorre fissare un obiettivo, scriverlo e se occorre combattere contro noi stessi e la nostra apatia, per raggiungerlo.
Il pigro patologico dovrebbe iniziare da cosa semplici: telefonare all’amico che non sente da una vita, andare al lavoro a piedi, iniziare a leggere un libro, guardare un film, sono solo alcuni esempi.
Sembrano gesti banali ma spesso siamo bloccati da mille pensieri, ansia per ciò che non consociamo, paura di essere giudicati e finiamo per rimandare, riducendo il nostro campo di azione talmente tanto da smettere quasi di vivere.
Ogni volta che ci poniamo un obiettivo e lo raggiungiamo, abbiamo il diritto ed il dovere di congratularci con noi stessi e magari concederci una piccola ricompensa.
Se anche sulla gratificazione non abbiamo idee, basta guardare il foglio fatto per il passo 1!
Un familiare, un amico, un collega o anche uno specialista. A volte condividere ciò che si vive, aiuta a ridimensionare incertezze e paure e funziona da autentica cassa di risonanza per i nostri successi e la gioia che ne deriva.
Come spesso accade per stati emotivi sgradevoli, un aiuto può arrivare anche dalla natura.
Scopriamo di più.
Appartenenti alla famiglia dei rimedi naturali, i fiori di Bach sono ben 38 e la loro attività si basa sul principio per cui un fiore, immerso in acqua, rilascia un’ energia o per meglio dire una sua “memoria”, in grado di agire sugli stati d’animo negativi, rendendoli positivi.
In tal modo un gran numero di disturbi di natura psicosomatica, possono risultare alleviati, senza la paura di incorrere in effetti collaterali, in quanto nei fiori di Bach non sono presenti principi attivi chimici veri e propri.
Le formulazioni commerciali sono tinture madri (idro-alcoliche) e si assumono in gocce da 2 a 4 volte al giorno.
Nel nostro caso la floricoltura suggerisce 3 rimedi.
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