Pietra pomice: a cosa serve? Uso, caratteristiche e tipologie

Consulente Scientifico:
Dottoressa Carmela Giacobini
(Specialista in biologia e genetica molecolare)

La pietra pomice è un roccia vulcanica naturale molto leggera, a causa dell’elevatissima porosità e dalle proprietà estremante versatili. Trova impiego tanto nelle attività industriali quanto in quelle per la cura e il benessere del corpo. Esistono diverse varianti nella composizione e nella grana, e gli usi possibili sono talmente tanti che vale davvero la pena di approfondire l’argomento.

    Indice Articolo:
  1. Caratteristiche
  2. Tipologie
  3. A cosa serve?
  4. Usi

Cos’è la pietra pomice?

In petrografia, il termine pomice, indica una struttura generica di rocce eruttive effusive altamente porose e leggere, porosità che si verifica durante le eruzioni vulcaniche.

Il magma che fuoriesce, a causa dell’alta pressione, risulta pieno di bolle di gas e in seguito ad un rapido raffreddamento, forma una struttura a fori non comunicanti che rende la pomice l’unica struttura rocciosa capace di galleggiare in acqua.

Il verbo pomiciare, ormai entrato a pieno titolo nel vocabolario nazionale a partire dal linguaggio informale romano, indica simpaticamente l’abitudine di scambiarsi baci e carezze o l’essere “Pomicione” indica un persona incline alle carezze facili e neanche tanto richieste se non addirittura moleste. In realtà, l’origine del significato è riferito alle funzioni della pietra pomice di strofinare, lisciare, lucidare, ripulire dallo strato superficiale.Il termine più “tecnico” è riferito non solo al trattamento del corpo ma anche alla pulitura e lucidatura dei metalli e di molti altri materiali che richiedono una leggera azione abrasiva sulla loro superficie.

Per quanto riguarda le caratteristiche esfolianti, esiste una originale consuetudine sull’isola di Lipari riguardo a questa pratica: Lipari è da sempre stata una delle cave più significative per l’estrazione della pietra pomice e anche se attualmente le cave sono dismesse, esistono grandi depositi di polvere derivanti dallo scarto delle attività di estrazione. I depositi sono sparsi lungo le spiagge e sia gli abitanti del luogo che i turisti possono “rotolarsi” nelle polveri minerali per poi uscirne fuori perfettamente esfoliati e levigati, magari completando il trattamento con un piacevole bagno in mare.

Tipologie: quante varietà di pomice esistono?

A seconda della diversa percentuale dei composti presenti in queste formazioni rocciose, la pietra può assumere tonalità cromatiche che vanno dal bianco al giallo chiaro, passando per il grigio, fino ad arrivare al verde e al nero.

La pomice bianca è quella più diffusa, ed ha una prevalenza di silice, con una struttura molto leggera a grana grossa.

I colori più scuri sono dati da una rilevante presenza di ossidi metallici come nel caso della “pomice nera delle Canarie” che è ricca di ferro, più pesante e ruvida di quella bianca.

Vediamo quali sono i valori medi dei componenti.

Valore medio per 100 gr di pomice.
Biossido di silicio: 74% in gr
Ossido di alluminio: 12.6% in gr
Ossido ferrico: 1,2% in gr
Ossido ferroso: 0,7% in gr
Sodio: 2,1% in gr
Potassio: 3% in gr
Calcio: 0,7% in gr
Biossido di titanio: 0,1% in gr
Ossido di magnesio: 0,3% in gr
Acqua: 3,4% in gr

A cosa serve questa pietra?

La pietra pomice, ha un effetto lievemente abrasivo e grazie a questa caratteristica, trova impiego sotto forma di polvere, per la pulitura di marmi, metalli, stoviglie e nella costruzione di strutture edilizie particolarmente leggere, resistenti ed isolanti.

 

Per le stesse caratteristiche, viene da sempre utilizzata per la cura del corpo in tutte le situazioni che richiedono una delicata esfoliazione della pelle. In commercio se ne trovano di vario tipo, le pietre più economiche sono anche quelle più dure e il loro uso deve essere limitato al trattamento delle parti callose dei piedi, mentre le pietre più morbide, trovano utilizzo anche nel trattamento di zone del corpo più delicate.

Scopriamo insieme come la possiamo utilizzare:

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La pietra pomice è un esfoliante di origine minerale ed induce alla rimozione delle cellule morte della pelle in maniera meccanica. La sua polvere, viene utilizzata nei detergenti industriali per la pulizia delle mani con una duplice funzione:

  • Per facilitare la rimozione fisica di oli, grassi e macchie ostinate.
  • Per proteggere la pelle.

Come preparare il composto?

Si può creare una esfoliante fai da te, semplicemente aggiungendo della polvere di pietra pomice ad una normale crema idratante o un olio ed utilizzarlo per lo scrub di tutto il corpo. Ovviamente per le zone più delicate, è bene utilizzare una polvere dalla granulometria più fine, mentre per mani e i piedi, va bene una polvere piuttosto grossolana. L’azione abrasiva della pietra pomice, è piuttosto aggressiva sulla pelle rispetto ad altri esfolianti di origine non minerale, pertanto, sarebbe bene non effettuare i trattamenti con una eccessiva frequenza e valutare l’effetto finale su ciascun tipo di pelle.

Lo spunto per utilizzare la pietra pomice per la cura dei denti, è stato preso dagli antichi egizi che già più di 4000 anni fa si posero il problema di avere denti più sani e un sorriso brilllante. Quando ancora non esistevano i dentifrici, usavano mescolare polvere di pietra pomice e aceto. E’ difficile avere notizie circa le percentuali dei composti utilizzati per questo tipo di trattamento, evidentemente il potere pulente e sbiancante era dato dalla reazione stessa e non dalle quantità utilizzate, la leggera azione abrasiva inoltre ne completava il quadro d’azione.

Come viene utilizzata la pietra pomice e quali sono i prezzi?

Come abbiamo già detto, esistono vari tipi di pietra pomice e di conseguenza vari prezzi.

In commercio la possiamo trovare in varie forme come:

Si tratta in ogni caso di prodotti a basso costo, circa 100 gr di pietra pomice di buona qualità vengono a costare intorno ai 5 euro, il costo dei vari oggetti in commercio si aggira intorno ai 2 euro di media. La polvere di pietra pomice, esiste in commercio in varie granulometrie ed ha un costo che si aggira intorno ai 3,50 euro/kg.

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(Specialista in biologia e genetica molecolare)

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