I muscoli della spalla ci consentono di svolgere quotidianamente azioni con le nostre braccia. Infatti pur essendo le braccia che compiono i movimenti più comuni, i muscoli motori di questi arti hanno origine dalla spalla. Sono muscoli che fanno parte dei muscoli appendicolari e precisamente del cingolo scapolare. Vediamo quali sono questi muscoli e cosa fare per allenarli o riabilitarli in caso di dolori o traumi.
Come già accennato i muscoli della spalla fanno parte dei cosiddetti muscoli appendicolari, anatomicamente li possiamo dividere in due regioni: i muscoli del cingolo scapolare che riguardano la regione del collo e della spalla propriamente detta, e i muscoli della spalla che muovono l’arto superiore.
I muscoli della spalla confinanti con il collo appartengono al cosiddetto cingolo scapolare. Vediamo quali sono e le loro funzioni.
Trapezio: origina dall’osso occipitale e si inserisce su clavicola e scapola. È un muscolo di forma triangolare che ricopre una parte del collo e il dorso e si estende fino alla base del cranio. Ha varie funzioni a seconda della parte che viene contratta e può elevare, abbassare o ruotare la scapola e elevare la clavicola. Ha anche funzione di estendere il collo.
Muscoli romboidi: sono due il piccolo romboide e il grande romboide che si trovano sotto il trapezio, originano dai processi spinosi e si inseriscono sul margine vertebrale della scapola. La loro funzione è l’adduzione della scapola.
Elevatore della scapola: ha inizio dai processi trasversi delle prime quattro vertebre cervicali e si inserisce sul margine vertebrale della scapola. La sua funzione è quella di elevare la scapola come dice il nome stesso.
Dentato anteriore: nasce dal margine superiore delle coste 1 – 9 e si inserisce sulla superficie anteriore del margine vertebrale della scapola. La sua funzione è di portare avanti la spalla e ruotare la scapola.
Piccolo pettorale: ha origine dalle superfici ventrali delle coste 3 – 5 e si inserisce sul processo coracoideo della scapola. Ha la funzione di portare la spalla in basso e in avanti e di ruotare la scapola.
Succlavio: nasce dalla prima costa e si inserisce sul margine inferiore della clavicola. Porta in basso e in avanti la clavicola e la spalla.
I muscoli della spalla sono coinvolti nel movimento delle braccia e ognuno di essi ha una funzione specifica.
Deltoide: origina da clavicola e scapola e si inserisce sulla tuberosità dell’omero. La sua funzione è l’abduzione dell’articolazione della spalla. Questo muscolo è il principale abduttore del braccio.
Sopraspinato: nasce dalla fossa sopraspinata della scapola e si inserisce sulla grande tuberosità dell’omero. Anche questo muscolo è implicato nell’abduzione dell’omero sull’articolazione scapolo – omerale ma a differenza del precedente è il sopraspinato che da l’avvio al movimento.
Infraspinato: origina dalla fossa infraspinata della scapola e si inserisce sulla grande tuberosità dell’omero. La sua funzione è la rotazione esterna dell’articolazione della spalla. Insieme al piccolo rotondo muove lateralmente il braccio.
Piccolo rotondo: nasce dal margine laterale della scapola e si congiunge poi alla grande tuberosità dell’omero. Il lavoro svolto da questo muscolo è la rotazione esterna dell’articolazione della spalla. Insieme all’infraspinato muove lateralmente il braccio.
Grande rotondo: origina dall’angolo inferiore della scapola e si inserisce nel solco intertubercolare dell’omero. La sua funzione è l’estensione, l’adduzione e la rotazione interna dell’articolazione della spalla. Insieme al sotto scapolare muove medialmente il braccio.
Sottoscapolare: origina dalla fossa sottoscapolare della scapola e si inserisce nella piccola tuberosità dell’omero. La sua funzione è la rotazione interna dell’articolazione della spalla. Muove medialmente il braccio insieme al grande rotondo.
Coracobrachiale: origina dal processo coracoideo della scapola e si inserisce nel margine mediale del corpo omerale. È l’unico muscolo attaccato alla scapola e determina adduzione e flessione dell’articolazione della spalla.
I tendini dei muscoli sovra spinato, infraspinato, sottoscapolare e piccolo rotondo formano una struttura chiamata cuffia dei rotatori che è soggetta a traumi e infiammazioni durante l’attività sportiva.
Lo scarso movimento dell’articolazione della spalla o il movimento errato spesso fanno si che i muscoli e i tendini della spalla vadano incontro a fenomeni infiammatori quali periartriti, che provocano la riduzione della cartilagine, borsiti, ovvero infiammazioni che causano versamento di liquido, calcificazioni o nei casi più gravi quali traumi si può incorrere in dislocazione della spalla ovvero la fuoriuscita della spalla dalla propria sede. Per tutti questi fenomeni la cura è a base di farmaci antinfiammatori non steroidei, i cosiddetti FANS, accoppiati a impacchi di ghiaccio e alla riabilitazione.
Per la riabilitazione della cuffia dei rotatori, ovvero per quelle patologie infiammatorie a carico dei tendini della spalla, si inizia con dei movimenti di allungamento di gruppi muscolari situati posteriormente e successivamente si interviene con esercizi mirati a contrastare errate posture del tronco che possono determinare dolore. Nei casi più gravi si consiglia il trattamento chirurgico.
Quando uno stato di infiammazione non viene curato bene e rimane per molto tempo si può andare incontro a fenomeni di calcificazione che vengono curati con una terapia riabilitativa basata sulle onde d’urto. Nei casi di infiammazione la prima tappa è fare diminuire dolore ed eventuale gonfiore. Successivamente si procederà con degli esercizi riabilitativi volti a rafforzare i muscoli.
La riabilitazione può essere effettuata anche in piscina.
Per rafforzare i muscoli delle spalle esistono delle serie di esercizi, che di solito prevedono l’utilizzo di pesetti o di elastici, che possiamo fare sia in palestra che a casa.
Alzate laterali: in piedi o seduti su una panca con la schiena appoggiata, prendere due manubri e sollevarli fino all’altezza delle spalle mantenendo le braccia in posizione semi distesa. Tenere la posizione per qualche secondo e poi abbassare le braccia. Fare almeno tre serie da minimo 15 ripetizioni.
Alzate frontali: in piedi o seduti su una panca con la schiena appoggiata prendere due manubri e sollevarli frontalmente all’altezza delle spalle. Mantenere la posizione per qualche secondo e tornare alla posizione di partenza. Le braccia durante l’esercizio sono completamente distese. Fare almeno tre serie da minimo 15 ripetizioni.
Alzate al mento: in posizione eretta prendere due manubri o un bilanciere e portare il carico fino al mento. Bisogna eseguire minimo 20 ripetizioni per cui si consiglia di utilizzare un peso che sia adeguato alla propria resistenza.
Spinte alternate: in piedi o seduti su una panca sollevare verso l’alto alternativamente due manubri. Mentre sollevate il braccio destro abbassate il sinistro e viceversa. E’ un esercizio in cui la tensione muscolare viene mantenuta costante. Anche in questo caso fare almeno tre serie da minimo 15 ripetizioni l’una.
Aperture: in piedi prendere le impugnature dell’elastico e aprire l’elastico tendendo le braccia ad altezza delle spalle. In questo caso lo sforzo che andremo a compiere è proporzionale all’estensione dell’elastico. Fare almeno 20 ripetizioni per ogni serie.
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