Cos'è l'insulino resistenza? Quali sono le possibili cause di questa patologia e come viene effettuata la diagnosi? Quali sono le terepie più efficaci e quali le possibili conseguenze? In questa guida provia a rispondere in modo chiaro ed esaustivo a tali domande in riferimento ai principali studi scientifici sull'argomento.
L'insulino-resistenza è una condizione patologica in cui le cellule del corpo non rispondono in modo adeguato all'ormone insulina, prodotto dal pancreas. L'insulina ha il compito di regolare il livello di zucchero nel sangue, facendo in modo che questo venga utilizzato come fonte di energia dalle cellule del corpo.
Quando c'è insulinoresistenza, il corpo ha bisogno di produrre quantità elevate di insulina per mantenere i giusti livelli di zucchero nel sangue, e ciò può aumentare il rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 e altre patologie come l'obesità, le malattie cardiache, il morbo di Alzheimer e altre complicanze di salute a lungo termine.
Possibili cause di insulino resistenza
Le cause precise dell'insulino-resistenza non sono state ancora comprese del tutto, ma diversi studi evidenziano che ci sono alcuni fattori che sembrano accrescere il rischio di sviluppare questa condizione.
Fattori di rischio e cause più comuni
Ci sono alcune cause più comuni di insulinoresistenza, ovvero condizioni che possono contribuire allo sviluppo di questa patologia in un numero ampio di persone. Ecco alcuni esempi:
Ereditarietà: l'insulinoresistenza può essere legata a fattori genetici, quindi se una persona ha familiari con il diabete di tipo 2 o con l'insulinoresistenza, potrebbe essere più a rischio di sviluppare questa condizione.
Obesità: il grasso in eccesso, soprattutto quello che si accumula intorno alla vita, può interferire con la capacità delle cellule di rispondere all'insulina.
Inattività fisica: fare poca attività fisica può aumentare il rischio di sviluppare l'insulinoresistenza.
Età: il rischio di sviluppare l'insulinoresistenza aumenta con l'età.
Fattori ormonali: alcuni disturbi ormonali, come il sindrome dell'ovaio policistico, possono contribuire allo sviluppo dell'insulinoresistenza.
Altre patologie o condizioni di salute: alcune condizioni, come il diabete gestazionale durante la gravidanza, possono aumentare il rischio di sviluppare in seguito l'insulinoresistenza.
Fattori ambientali: alcuni studi sembrano suggerire che alcune sostanze chimiche presenti nell'ambiente e negli alimenti, come i pesticidi e i conservanti alimentari, potrebbero aumentare il rischio di sviluppare l'insulino resistenza.
Stress: Alti livelli di stress per periodi prolungati o forme di stress cronico possono contribuire allo sviluppo dell'insulinoresistenza.
Altre patologie: alcune patologie, come l'artrite reumatoide e il morbo di Cushing, possono aumentare il rischio di sviluppare la resistenza all'insulina.
Dieta malsana: una dieta ricca di cibi ad alto contenuto di zuccheri, grassi saturi ed un eccesso di calorie può contribuire allo sviluppo dell'insulino-resistenza.
Storia familiare di diabete di tipo 2: se un familiare di primo grado (genitore, sorella o fratello) ha il diabete di tipo 2, il rischio di sviluppare l'insulinoresistenza è maggiore.
Predisposizione genetica: alcune persone hanno una maggiore predisposizione genetica allo sviluppo dell'insulino-resistenza.
Sindrome dell'ovaio policistico: la sindrome dell'ovaio policistico (PCOS) è una'altra delle patologie che possono aumentare il rischio di sviluppare la patologia.
Cause rare
Ci sono alcune cause rare di insulinoresistenza, ossia particolari condizioni che possono contribuire allo sviluppo di questa patologia in un numero limitato di soggetti. Ecco di seguito alcuni esempi:
Sindrome di Rabson-Mendenhall: si tratta di una patologia rara causa della quale il corpo non è in grado di produrre quantità sufficienti di insulina. La sindrome di Rabson-Mendenhall può causare insulinoresistenza e diabete di tipo 1.
Sindrome di Lawrence-Moon-Biedl: si tratta di una patologia ereditaria che può causare obesità, ipoglicemia (ovvero bassi livelli di zucchero nel sangue) e problemi agli occhi, tra cui la retinopatia diabetica. Tra gli effetti indesiderati la sindrome di Lawrence-Moon-Biedl può anche causare insulino-resistenza.
Sindrome di Turner: si tratta di una patologia ereditaria che colpisce principalmente le donne e si resenta quando una persona ha un cromosoma X in più o in meno.Anche la sindrome di Turner può causare, in alcuni casi, resistenza all'insulina e, nei casi più gravi, diabete di tipo 2.
Sindrome di Prader-Willi: anche in questo caso si tratta di una patologia ereditaria che può causare obesità, problemi di sviluppo e problemi di apprendimento nonchè insulinoresistenza.
Sindrome di Laron: una patologia rara che si verifica quando il corpo non è in grado di rispondere all'insulina in modo adeguato. Anche la sindrome di Laron come le precedenti, può causare insulino-resistenza e diabete di tipo 2.
Come si effettua la diagnosi dell'Insulino Resistenza?
La diagnosi dell'insulino resistenza viene solitamente effettuata attraverso una serie di esami ed analisi del sangue grazie alle quali si piò valutare il livello di zucchero nel sangue ed i livelli di insulina.
Le analisi da fare:
Ecco alcuni esami che possono essere utilizzati per diagnosticare una condizione di l'insulino-resistenza:
Test della glicemia a digiuno: in questo test viene misurato il livello di zucchero nel sangue a digiuno. Un livello elevato di zucchero nel sangue a a stomaco vuoto può segnalare una situzione di insulino resistenza.
Test della glicemia post-prandiale: in questo test viene invece misurato il livello di zucchero nel sangue dopo aver consumato un pasto. Anche un livello decisamente elevato di zucchero nel sangue dopo aver mangiato può essere un segno di resistenza all'insulina.
Test della tolleranza al glucosio: in questo esame viene misurato il livello di zucchero nel sangue prima e dopo aver bevuto una soluzione di glucosio. Anche in questo caso un livello elevato di zucchero nel sangue può essere un segno di patologia.
Test dell'insulina a digiuno: Questo test misura il livello di insulina nel sangue a digiuno. Un livello elevato di insulina a stomaco vuoto può essere associato ad una condizione di insulino-resistenza.
Test HbA1c
In alcuni casi, potrebbe essere necessario effettuare più di uno di questi esami per fare una diagnosi accurata. È importante consultare un medico per effettuare gli esami del sangue appropriati e per poter fare una diagnosi accurata.
Valori di riferimento delle analisi
I valori di riferimento per gli esami del sangue utilizzati per diagnosticare l'insulinoresistenza possono variare leggermente a seconda del laboratorio di analisi e dei metodi di esame utilizzati. Ecco alcuni valori di riferimento comunemente utilizzati per gli esami diagnostici:
Valori per il test della glicemia a digiuno: un livello di zucchero nel sangue compreso tra 70 e 100 mg/dl è considerato normale a digiuno. Un livello di zucchero nel sangue superiore a 126 mg/dl a digiuno può essere un segno di diabete.
Valori relativi al test della glicemia post-prandiale: un livello di zucchero nel sangue compreso tra 70 e 140 mg/dl è considerato normale dopo aver consumato un pasto. Un livello di zucchero nel sangue superiore a 200 mg/dl dopo aver mangiato può essere un segno di diabete.
Riferimenti per il test della tolleranza al glucosio: un livello di zucchero nel sangue compreso tra 70 e 140 mg/dl è considerato normale prima di bere la soluzione di glucosio. Un livello di zucchero nel sangue superiore a 200 mg/dl dopo aver bevuto la soluzione di glucosio può essere un segno di diabete.
Valori indicativi per il test dell'insulina a digiuno: un livello di insulina compreso tra 3 e 25 µU/ml è considerato normale a digiuno. Un livello di insulina superiore a 25 µU/ml a digiuno può essere un segno di insulino-resistenza.
È come sempre doveroso precisare che tali valori sono puramente indicativi e che bisogna consultare un medico per determinare i valori di riferimento appropriati per gli esami del sangue e per fare una diagnosi accurata.
Ci sono alcuni segni e sintomi comuni dell'insulinoresistenza, anche se molti individui non presentano alcun sintomo evidente. I sintomi più comuni della resistenza all'insulina possono includere:
Aumento del peso corporeo, soprattutto il grasso addominale
Affaticamento, stanchezza eccessiva e sonnolenza
Problemi di concentrazione e memoria
Colesterolo alto (LDL colesterolo cattivo)
Livelli elevati di zucchero nel sangue (iperglicemia)
Alti livelli di grassi nel sangue (iperlipidemia)
Ipertensione arteriosa (pressione alta)
Alti livelli di infiammazione nel corpo
Parestesia (formicolio o sensazione di bruciore alle mani e ai piedi)
Pelle secca e pruriginosa
Cattiva guarigione delle ferite
Perdita di capelli eccessiva o crescita di capelli più sottili
Chiunque sospetti di avere tale condizione patologica, deve rivolgersi al più presto al suo medico di fiducia. Il medico potrà valutare i sintomi e i rischi e, se necessario, ordinare test per confermare la diagnosi.
Il trattamento precoce dell'insulino resistenza può aiutare a prevenire le complicanze a lungo termine come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari.
Il trattamento dell'insulinoresistenza può includere cambiamenti dello stile di vita, come perdere peso, fare esercizio fisico regolarmente e seguire una dieta sana, nonché l'utilizzo di farmaci come gli agonisti del recettore del GLP-1 e gli inibitori di SGLT2. La terapia dipenderà dalla gravità della condizione e dalle esigenze individuali del paziente.
Si guarisce dall'insulino resistenza?
Spesso chi soffre di questa patologia si chiede: ma si può guarire dall'insulino ressistenza? Purtroppo la risposta sintetica e diretta è: ancora no. L'insulinoresistenza è infatti una condizione cronica che però può essere gestita, ma non può essere completamente guarita. Tuttavia, cambiando lo stile di vita e seguendo le raccomandazioni del medico, è possibile ridurne i sintomi e prevenire l'insorgenza di complicanze come il diabete di tipo 2 e le malattie cardiovascolari più comuni
Cura: il trattamento dell'insulinoresistenza e le terapie più efficaci
Come per ogni condizione patologica il trattamento dell'insulino-resistenza può variare in base alla gravità della condizione e alla presenza di altre patologie.
Ecco alcune opzioni di trattamento:
Cambiamento dello stile di vita: perdere peso, fare esercizio fisico regolarmente e mangiare una dieta sana può aiutare a ridurre l'insulinoresistenza.
Farmaci: alcuni farmaci, come gli inibitori delle alfa-glucosidasi e i farmaci per il diabete di tipo 2, possono aiutare a ridurre la resistenza all'insulina.
Insulina: in alcuni casi, potrebbe essere necessario assumere l'insulina per aiutare a controllare i livelli di zucchero nel sangue.
Altri trattamenti: alcuni altri trattamenti, come la terapia con statine (farmaci utilizzati per abbassare il colesterolo) o con metformina (un farmaco utilizzato per il diabete di tipo 2), possono essere utilizzati anche per trattare l'insulino-resistenza.
I farmaci come gli agonisti del recettore del GLP-1 e gli inibitori di SGLT2 sono stati utilizzati per trattare l'insulinoresistenza. Tuttavia, questi farmaci possono avere effetti collaterali significativi e non sono adatti a tutti i pazienti.
È importante consultare un medico per determinare il trattamento più adeguato per l'insulinoresistenza. Solo un medico specialista potrà aiutare a scegliere la terapia più adeguata in base alla gravità della condizione e alla presenza di altre patologie concomitanti.
Terapie sperimentali e ricerca scientifica
Ci sono alcune terapie sperimentali in fase di sviluppo per il trattamento dell'insulinoresistenza. Alcune di queste terapie includono:
Probiotici: alcuni studi hanno suggerito che l'assunzione di probiotici può aiutare a migliorare la sensibilità all'insulina e a ridurre i livelli di zucchero nel sangue. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare l'efficacia di questa terapia.
Vaccini: alcuni ricercatori stanno sperimentando l'uso di vaccini mirati per aiutare a prevenire lo sviluppo dell'insulinoresistenza e del diabete di tipo 2. Tuttavia, questa è ancora un'area di ricerca in fase di sviluppo e sono necessari ulteriori studi per determinare l'efficacia di questa terapia.
Terapie a base di cellule staminali: alcuni studi hanno suggerito che le terapie a base di cellule staminali potrebbero aiutare a migliorare la sensibilità all'insulina e a ridurre i livelli di zucchero nel sangue.
Insulinoresistenza e la dieta: cosa mangiare?
La dieta può essere una componente importante del trattamento della resistenza all'insulina. Ecco alcuni consigli dietetici che potrebbe fornire il medico e che sono forniti a scopo puramente esemplificativo:
Prediligere alimenti a basso indice glicemico: gli alimenti a basso indice glicemico vengono assorbiti più lentamente dall'organismo, il che significa che i livelli di zucchero nel sangue aumentano più lentamente. Alcuni esempi di alimenti a basso indice glicemico sono le verdure a foglia verde, i legumi, le noci e il pane integrale.
Evitare i cibi ad alto contenuto di zuccheri: gli alimenti ad alto contenuto di zuccheri, come i dolci, i biscotti e le bevande zuccherate, possono far aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue.
Mangiare alimenti ricchi di fibre: gli alimenti ricchi di fibre, come le verdure, i legumi e i cereali integrali, possono aiutare a regolare i livelli di zucchero nel sangue.
Evitare di saltare i pasti: mangiare regolarmente può aiutare a mantenere i livelli di zucchero nel sangue stabili.
Consumare cibi ricchi di proteine: gli alimenti ricchi di proteine, come le carni magre, il pesce, le uova e i latticini a basso contenuto di grassi, possono aiutare a regolare i livelli di zucchero nel sangue.
È importante consultare un dietista o un medico per determinare la dieta più adeguata per gestire la condizione patologica, il fai da te non è mai una buona idea in caso di patologie.
Insulino resistenza e sport
L'esercizio fisico può essere una parte importante del trattamento della resistenza all'insulina. L'attività fisica può aiutare a ridurre il grasso in eccesso, aumentare la sensibilità all'insulina e a mantenere stabili i livelli di zucchero nel sangue. Ecco alcuni consigli validi per chiunque voglia praticare esercizio fisico con costanza ma particolarmente utili in caso di tale condizione:
Fai esercizio fisico regolarmente: è consigliabile fare almeno 150 minuti di esercizio fisico moderato o 75 minuti di esercizio fisico intenso a settimana.
Scegli attività fisiche che ti piacciono: è importante scegliere attività fisiche che ci piacciono, in modo da essere più propensi a farle regolarmente.
Inizia con gradualità: se non si è abituati ad allenarsi è importante iniziare con gradualità e aumentare l'intensità dell'esercizio man mano che il corpo si abitua.
Evita di fare esercizio fisico a stomaco vuoto: prima di fare esercizio fisico, è consigliabile mangiare uno spuntino leggero che contenga una combinazione di carboidrati e proteine.Prima di iniziare un nuovo programma di esercizio fisico è sempre importante parlare con il proprio medico sopratutto in caso di patologia.
Le complicanze possibili
È importante seguire le raccomandazioni del medico e adottare uno stile di vita sano per gestire l'insulinoresistenza e prevenire le complicanze.
Purtroppo l'insulinoresistenza può portare a diverse complicanze a lungo termine, tra cui:
Diabete di tipo 2: l'insulinoresistenza è spesso una delle cause principali del diabete di tipo 2. Il diabete di tipo 2 è una condizione cronica in cui il corpo non riesce a utilizzare adeguatamente l'insulina e i livelli di zucchero nel sangue diventano troppo alti. Il diabete di tipo 2 può causare danni ai vasi sanguigni, ai nervi e agli organi, e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e ictus.
Malattie cardiovascolari: la resistenza all'insulina è spesso associata a un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, come infarto e ictus.
Ipertensione arteriosa: l'insulino-resistenza è spesso associata all'ipertensione arteriosa (alta pressione sanguigna). L'ipertensione arteriosa può danneggiare i vasi sanguigni e aumentare il rischio di malattie cardiovascolari e ictus.
Sindrome metabolica: l'insulino resistenza può essere un componente della sindrome metabolica, una condizione caratterizzata da una serie di fattori di rischio per le malattie cardiovascolari, come l'obesità, i livelli elevati di zucchero nel sangue, i livelli elevati di grassi
Dati statistici e numeri interessanti
Ecco alcuni dati statistici sull'insulinoresistenza:
Si stima che circa il 25% della popolazione mondiale sia affetta da questa patologia.
Circa il 90% delle persone con diabete di tipo 2 ha anche l'insulino resistenza.
Si stima che circa il 70% delle persone obese sia affetta da insulinoresistenza.
Si stima che il diabete di tipo 2 sia responsabile del 5-10% delle morti a livello mondiale e come abbiamo visto l'insulino-resistenza è spesso una delle cause principali del diabete di tipo 2.
L'obesità è un fattore di rischio importante per lo sviluppo dell'insulino resistenza. Si stima che circa il 39% degli adulti negli Stati Uniti siano obesi.
L'esercizio fisico regolare è stato dimostrato efficace nel ridurre il rischio di sviluppare resistenza all'insulina. Tuttavia, solo il 25% degli adulti negli Stati Uniti soddisfa i requisiti raccomandati di attività fisica a settimana.
La dieta gioca un ruolo importante nello sviluppo dell'insulinoresistenza. Ad esempio, una dieta ricca di zuccheri aggiunti è stata associata ad un maggiore rischio di sviluppare l'insulinoresistenza. Tuttavia, negli Stati Uniti, gli zuccheri aggiunti rappresentano circa il 17% delle calorie totali consumate dalla popolazione.
Studi scientifici e pubblicazioni su riviste mediche
Se vuoi approfondire il tema dal punto di vista scientifico ti suggeriamo un breve elenco dei principali studi scientifici e delle ricerche mediche sull'insulinoresistenza pubblicati su riviste scientifiche rinomate:
"Effetto dell'esercizio fisico regolare sulla sensibilità all'insulina e il rischio di diabete di tipo 2: una revisione sistematica" (2009), pubblicato sulla rivista Diabetes Care.
"Perdita di peso come trattamento dell'insulinoresistenza e del diabete di tipo 2: una revisione sistematica" (2010), pubblicato sulla rivista Obesity Reviews.
"Effetto di diverse diete sulla sensibilità all'insulina: una revisione sistematica" (2011), pubblicato sulla rivista Nutrition Reviews.
"La sindrome dell'ovaio policistico e l'insulinoresistenza: una revisione sistematica" (2013), pubblicato sulla rivista Endocrine Reviews.
"Gli agonisti del recettore del GLP-1 come trattamento dell'insulinoresistenza e del diabete di tipo 2: una revisione sistematica" (2014), pubblicato sulla rivista Diabetes, Obesity and Metabolism.
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