Esercizi di meditazione

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Il portale illustra come praticare gli esercizi di meditazione per raggiungere il giusto contatto con noi stessi favorendo quindi un rilassamento e una riscoperta. Viene quindi indicato cosa sia una meditazione, cosa aspettarci da questi esercizi e come praticarli.

Esercizi di meditazione.

In una società sempre più caotica, iperattiva e stressante, soffermarsi e ritagliare qualche spazio per se stessi è essenziale. La filosofia New Age riprende quindi quelli che sono le antiche tecniche di meditazione della cultura indiana per permettere di indagare su stessi, ricercare la propria “Verità” interiore e riuscire ad ottenere una sensazione di rilassamento che può solo ridarci beneficio. La meditazione dovrebbe liberarci dalle oppressioni del pensiero, ma anche dalle emozioni negative, permettendo di riallacciarsi con l’”io” più profondo.

Di seguito le principali mosse per avviare questa pratica orientale di contemplazione.

La postura.

Seduto.

Per gli esercizi di meditazione è sempre consigliata la posizione seduta: che sia a terra, su uno sgabello, su un cuscino..., generalmente viene scelto di poggiarsi su di un panno. È preferibile incrociare le gambe. È importante inoltre tenere sempre la schiena ben dritta e in una leggera tensione all’allungamento. Il mento va spostato indietro, senza che questo significhi abbassare eccessivamente la testa, ma semplicemente puntando lo sguardo sul pavimento a qualche metro da noi (si deve formare un angolo di 45 gradi circa tra sguardo e pavimento). Le labbra vanno chiuse così come gli occhi. Le mani vanno poggiate sulle ginocchia o sulle cosce e la respirazione va effettuata con il naso.

Questa posizione non è del tutto facile da assumere né da mantenere. Al di là dei consigli, la cosa fondamentale è assumere una postura che vi sia congeniale e non vi comporti dolori; se avete fastidi alla schiena, adottate la posizione che preferite; per quanto essa sia importante per chi faccia esercizi di meditazione, è molto più importante mantenere un buono stato fisico.

All'impiedi.

Un’altra alternativa è la “meditazione camminata”: una passeggiata distensiva in un luogo in cui non siate continuamente stressati da traffico o smog, nel quale potete raggiungere una fase contemplativa, slegandovi dal contesto e concentrandovi solo su voi stessi. È importante però che la camminata non sia finalizzata ad arrivare in un posto preciso, prestabilito: deve essere una scelta che fate unicamente in vista di un esercizio meditativo. Va bene anche una semplice stanza con un percorso lungo le pareti. In questo caso la postura da assumere per quanto riguarda la parte superiore è la medesima della posizione seduta, mentre le braccia scendono lungo il corpo con le mani aperte. Si respira sempre con il naso e lo sguardo stavolta cade non proprio parallelo al pavimento ma leggermente chinato verso il basso. La velocità della camminata deve essere minima e i piedi avanzano in linea retta. Si deve prendere consapevolezza del proprio baricentro,  come punto di equilibrio del corpo,  e armonico, scarico dei pesi: nella camminata prendere consapevolezza quindi di quando il peso poggia sul tallone con la punta del piede all’insù e del sollevarsi graduale dell’altro piede, dei vari movimenti del ginocchio di distensione e flessione, del movimento degli arti in aria. Tutto ciò liberandovi da inutili tensioni (anche corporali: si parla di “svuotare il corpo”,  mantenendo rilassatezza e concentrazione.

Visualizzare la luce.

Uno degli esercizi di meditazione di stampo orientale consiste nell’immaginare la luce. Si tratta di una valutazione molto particolare secondo i seguaci della meditazione, perché la luce viene considerata impossibile da immaginare a meno che non si tratti dell’oggetto che l’emana o delle superfici su cui si riflette. Valutando impossibile visualizzare la luce nello spazio, questa tecnica è adottata per permettere all’individuo gradualmente di smettere di pensare e immaginare e la luce che si riesce eventualmente a vedere, rappresenta nulla altro che la luce interiore.

Sentire il rumore di un Gong.

Ascoltare il rumore di un gong e la nota che lo stesso produce, in un percorso che passa lentamente all’interiorizzazione: inizialmente viene valutato come un suono ed elemento esterno, man mano la vibrazione comincia ad essere parte del corpo, come se ci attraversasse. Più che ascoltare, gradualmente diventerà un “sentire” il gong. A poco a poco la vibrazione andrà a scemare e con il corpo oltre che con le orecchie parteciperete fino alle ultime vibrazioni, finché con il silenzio riuscirete a trovare un momento di calma e contemplazione su voi stessi.

Osservare con la mente.

Più che soffermarsi al mondo come lo vediamo al nostro esterno, si tratta di osservare la propria interiorità lasciando gradualmente tutto ciò che ci distrae dal concentrarsi sulla profondità e il senso del proprio  essere. In particolare, si abbandona il pensiero, pur mantenendo aperti i sensi all’esperienza, dando però sempre priorità alla propria energia interna: il resto scorre via, quello che resta è il vostro "io".

La respirazione.

Prendere consapevolezza della respirazione, la vostra respirazione naturale, senza modificarla per l’occasione, si può fare concentrandosi inizialmente su parti del corpo. Ricordando che si respira da posizione seduta, con il naso e mantenendo un respirazione addominale, vci si può concentrare sull’espansione e la contrazione del ventre, o sulle narici, contemplando invece l’alito di aria che si muove poco al di sopra del  labbro superiore con la conseguenze sensazione di tepore prodotta dal proprio respiro.

Consapevolezza dei piedi.

Un esercizio che parte dalla posizione da assumere durante la camminata meditativa (vedi su) per quanto concerne respirazione, postura del busto, braccia. L’esercizio si compie con i piedi divaricati alla larghezza delle spalle, con gli alluci leggermente spostati verso l’interno e le ginocchia altrettanto leggermente piegate, in maniera quasi impercettibile ad una persona esterna: questo viene fatto per spostare leggermente il baricentro in avanti e non scaricare solo sui talloni il peso del corpo. Lo sguardo, con gli occhi come una fessura, va indirizzato sul pavimento a circa 2-3 metri da noi. L’esercizio consiste nel prendere consapevolezza dei movimenti naturali del nostro corpo e di come viene spostate il peso sulla pianta del piede: tallone, destra, sinistra, ecc. tutto questo può provocare inizialmente un senso di instabilità, ma esserne consapevoli vi porterà ad avere naturalmente distensione. È necessario che siate rilassati. Se ce la sentite potete chiudere gli occhi, ma aumenta il livello di difficoltà: vi sembrerà di esser ancora più instabili.

Abbiamo qui illustrato solo alcuni degli esercizi di meditazione disponibili, valutando anche diverse tipi di tecniche: ci sono le scuole di meditazione che preferiscono visualizzare mentalmente o ascoltare determinati oggetti e quelle che preferiscono unicamente concentrarsi sul prendere consapevolezza del proprio corpo, ritenendo il resto una semplice conseguenza di tale contemplazione e rilassamento.

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