Quando ci si accorge di aspettare un bambino è necessario effettuare degli esami per essere sicuri che il nostro bambino nascerà sano e senza complicazioni. Gli esami in gravidanza si differenziano mese per mese e settimana per settimana, in base alla storia pregressa di madre e padre e alla situazione della gravidanza stessa.
Alcuni esami si effettuano sui genitori, altri sul feto, e alcuni di essi sono obbligatori ed esenti dal ticket secondo le direttive del ministero della salute che garantisce la tutela della donna in gravidanza, mentre altri sono facoltativi e a carico totale del richiedente.
Diverso è il caso di gravidanza a rischio in cui qualsiasi esame è gratuito, previa scrittura da parte del medico richiedente, del codice 450 sulla ricetta.
Quando si decide di pensare a un bambino è bene prima del concepimento vero e proprio effettuare una battaglia di esami per valutare il proprio stato di salute ed escludere la possibilità di essere portatori sani di patologie genetiche. In particolare è bene eseguire un’analisi del sangue volta a scoprire se siamo venuti in contatto con i virus dell’epatite A, B e C, con il virus dell’HIV responsabile dell’AIDS, e gli herpes virus 1 e 2, di cui fa parte il virus della varicella. Inoltre è consigliato anche un test per la sifilide. Entrambi i partner dovranno sottoporsi a questi esami.
Per quanto riguarda l’esame preventivo delle patologie genetiche è bene eseguirlo, sempre su entrambi i partner, soprattutto in quei casi in cui in famiglia vi siano soggetti affetti da patologia genetica o comprovati portatori sani. Gli esami in questi casi riguardano lo screening della fibrosi cistica, che accerta lo stato di portatore sano della malattia, e l’anemia mediterranea, in particolare se la donna risulta portatrice sana di anemia mediterranea si dovrà fare un controllo anche sull’uomo poiché il bambino potrebbe nascere con una grave forma di talassemia.
Un altro test cruciale da effettuarsi pre gravidanza è il test del gruppo sanguigno e del fattore Rh. Se la donna ha un gruppo sanguigno di tipo A, AB o B positivo, allora non è necessario che questo test venga effettuato anche sull’uomo. Se la donna invece presenta il gruppo 0 positivo è bene che anche l’uomo esegua il test poiché potrebbe succedere che il bambino presenti alla nascita l’ittero AB0. Inoltre è importante anche la conoscenza del fattore Rh, positivo o negativo, sia della madre che del padre, di cui parleremo in seguito.
Quando ci si accorge di un ritardo nel ciclo mestruale si possono effettuare degli esami volti ad accertare se si è incinta o no. L’esame può essere eseguito mediante test di gravidanza acquistato in farmacia o analisi del sangue. In entrambi i casi l’esame identifica i livelli di gonadotropina corionica (β - HCG) che aumentano considerevolmente in gravidanza.
Vediamo ora settimana per settimana quali sono gli esami che una donna incinta deve fare.
Il primo trimestre di gravidanza va dalla data del presunto concepimento fino alla 13° - 14° settimana. Durante questa fase, che è anche una delle più delicate della gravidanza, è bene sottoporsi ad una serie di esami per accertarsi che tutto proceda correttamente e per individuare in tempo utile i possibili rischi in modo da poter intervenire in modo adeguato, in particolare è necessario sottoporsi a:
Analisi del sangue, emocromo completo: per controllare i valori di globuli rossi, piastrine ed emoglobina al fine di accertare stati di anemia. Inoltre è bene sapere che se si riscontrano nell’emocromo valori leggermente alti di globuli bianchi è normale in quanto in gravidanza tendono ad aumentare un po’.
Creatinemia: è il valore della creatinina nel sangue e con la gravidanza decresce durante il primo trimestre per cui se raggiunge dei valori che sono normali quando non si è in gravidanza è bene accertarsi che non vi siano patologie renali.
Glicemia: va controllata in quanto con la gravidanza si rischia di sviluppare il diabete gestazionale per cui è bene accertarsi del valore della glicemia a digiuno all’inizio della gravidanza per sapere se si è a rischio o meno di sviluppare tale patologia.
Transaminasi: l’esame delle transaminasi AST e ALT serve per stabilire se vi è una sofferenza epatica.
Sideremia: in gravidanza si ha un aumentato consumo di ferro con il conseguente rischio di andare incontro a carenze dannose per madre e bambino in via di sviluppo. Per questo motivo è importante eseguire la sideremia, cioè il valore del ferro nel sangue, al fine di accorgersi in tempo di una carenza di ferro e assumere integratori a base di ferro e acido folico.
Esame delle urine: l’esame delle urine è importante per identificare alcune patologie a carico renale e per l’eventuale presenza di diabete. E’ importante anche per accertarsi che non vi siano infezioni in corso alle vie urinarie.
Test di Coombs: il test di Coombs indiretto si effettua quando la madre ha un gruppo Rh negativo e il padre ha un gruppo Rh positivo e serve ad accertare la presenza di anticorpi anti Rh. Se il feto ha il gruppo Rh analogo a quello paterno potrebbe svilupparsi un’incompatibilità tra madre e figlio. I globuli rossi del feto passano, attraverso la placenta, nel sangue della madre provocando la comparsa di anticorpi contro i globuli rossi fetali Rh positivi. Questa situazione diventa grave durante la seconda gravidanza, quando gli anticorpi della madre sono già formati e attaccano, attraversando la placenta, gli eritrociti fetali in formazione e determinano una condizione nota come eritroblastosi fetale o malattia emolitica del neonato. Se i risultati evidenziano positività al test di Coombs si fa una profilassi immunoglobulinica pre nascita con immunoglobuline anti – D. E’ bene che questo test venga effettuato il prima possibile, di solito nel primo mese di gravidanza.
Rubeo test: il rubeo test serve a capire se la madre è immunizzata o meno contro il virus della rosolia ovvero se possiede gli anticorpi contro il virus. Solitamente l’immunizzazione si ha nelle persone che hanno contratto e superato la malattia o in coloro che si sono sottoposte a vaccino. Se non si sa se si è contratta la malattia è bene effettuare il test, che si basa su un semplice prelievo di sangue, valuta la presenza di IgG e IgM. Se queste sono assenti il test va ripetuto ogni 4 – 6 settimane per monitorare se vi è un’avvenuta infezione.
Toxo test: questo test serve ad evidenziare se si hanno anticorpi IgG e IgM anti toxoplasma, al fine di evitare una malattia nota come toxoplasmosi. Se i risultati sono positivi significa che si è immunizzati contro il patogeno. Viceversa è bene evitare comportamenti che comportano il rischio di contrarre l’infezione (come per esempio pulire la lettiera del gatto di casa o mangiare carni crude o insaccati crudi) e rispettare le comuni norme igieniche come lavarsi spesso le mani e lavare le verdure e la frutta prima di consumarle.
Quali esami sono gratuiti nel primo trimestre?
In caso di gravidanza normale nessuno degli esami elencati viene è esente, mentre sono tutti esenti da ticket e totalmente gratuiti nel caso si tratti di una gravidanza a rischio diagnosticata dal ginecologo. |
Il secondo trimestre va dalla 14° - 15° settimana alla 28° settimana circa. Questa è la fase in cui il pacione inizia a prendere forma ma è anche una delle più tranquille della gravidanza, durante il secondo trimestre infatti bisogna eseguire soprattutto solo esami di controllo come l’emocromo, la sideremia, la creatinemia, la glicemia e l’esame delle urine, e solo nel caso in cui vi siano stati risultati negativi per quelli eseguiti durante il primo trimestre vanno ripetuti, anche il rubeo test e il toxo test.
Un importante esame di questa fase è il dosaggio dell’alfa feto proteina per scongiurare difetti del tubo neurale.
Esami gratuiti del secondo trimestre di gestazione: Come per il primo trimestre anche gli esami da ripetere eventualmente nel secondo trimestre sono esenti ticket e gratuiti in caso di gravidanza a rischio. |
Il terzo ed ultimo trimestre va dalla 29° settimana alla 40° fino al parto. In questa fase, oltre alla ripetizione di rubeo test, toxo test, emocromo, sideremia, creatinemia, glicemia ed esame delle urine, va dosata anche la colinesterasi. Questa sostanza consente di capire come la donna riesca a metabolizzare sostanze che si usano quando viene effettuata un’anestesia e risulta quindi importante in caso di epidurale o taglio cesareo. L’esame delle urine è particolarmente importante in questa fase poiché se viene rivelata proteinuria potrebbe essere un sintomo di gestosi.
Un altro esame che si effettua in questo periodo, specialmente prima del parto, è il tampone vaginale per ricercare un batterio noto come streptococco beta emolitico che può trovarsi nel muco vaginale e provocare, al momento del parto, infezioni e complicazioni al bambino.
Durante la gravidanza, oltre agli esami esenti da ticket è possibile effettuare degli esami aggiuntivi non gratuiti, quindi a pagamento e carico della futura mamma.
Tuttavia se la gravidanza risulta a rischio anche questi esami possono essere esenti dal ticket. L’effettuare degli esami in più magari non necessari può servire a placare gli stati d’ansia che si creano durante la gravidanza circa la salute del nascituro.
Durante il primo trimestre si può valutare la presenza di anticorpi contro il citomegalovirus, se gli anticorpi sono presenti si è immunizzati, viceversa no. Se contratto in gravidanza può portare alla nascita di un neonato con infezione da CMV congenita che comporta un ritardo nella crescita all’interno dell’utero, nascita prima del termine, ittero, splenomegalia, microcefalia e polmonite. Questo test ha un costo di circa 15 euro (complessivi tra IgG e IgM) a seconda dei laboratori.
Un altro esame aggiuntivo è il bi test. Questo test consiste nel rilevare se il sangue materno contiene due particolari sostanze, ovvero la beta HCG (beta gonadotropina corionica), e la PAPP – A (una particolare proteina, detta A plasmatica che è proprio correlata alla gravidanza). Questo esame, che di solito si effettua insieme alla translucenza nucale, ha un costo complessivo di circa 200 euro. Il bi test si effettua per valutare se il nascituro è a rischio di anomalie cromosomiche come la sindrome di Down e quindi è consigliabile effettuarlo in donne incinte la cui età supera i 40 anni. E’ bene ricordare però che questo test ha valore solamente predittivo.
Durante il secondo trimestre è possibile effettuare il tri test che valuta, oltre alle sostanze già valutate nel bi test anche una proteina importante, l’alfa feto proteina. Anche questo test è predittivo di anomalie cromosomiche come la sindrome di Down.
Rientrano tra gli esami non invasivi anche le ecografie. Di solito vengono effettuate tre ecografie durante la gravidanza. La prima si fa nel primo trimestre tra la settima e la quattordicesima settimana e serve per capire quando è iniziata la gravidanza, scongiurare il rischio di gravidanze extra uterine, appurare che la gravidanza non sia a rischio, vedere se è una gravidanza gemellare e capire se vi sono aborti interni o distacco dei villi o della placenta. Inoltre in questa prima gravidanza si vede quanto è grande l’embrione e lo si misura. È possibile appurare anche la presenza di anomalie fetali quali malformazioni agli arti o anencefalia.
La seconda ecografia si fa di solito al 2° trimestre, tra la sedicesima e la ventesima settimana, ed è un’ecografia morfologica che determina la morfologia del feto e ne evidenzia eventuali malformazioni e difetti a carico degli organi e dell’apparato scheletrico.
La terza ecografia si fa al nono mese, nel terzo trimestre ed è importante per valutare la biometria fetale e il corretto accrescimento fetale al fine di identificare patologie legate proprio all’accrescimento. E’ utile anche a capire se vi è la giusta quantità di liquido amniotico.
Le tre ecografie previste durante la gravidanza sono a carico del SSN, tuttavia se la madre vuole effettuare altre ecografie oltre quelle previste, dovrà effettuarle a pagamento privatamente, con un costo che si aggira sui 90 - 100 euro a seconda del ginecologo.
Alcuni esami aggiuntivi, consigliati se la madre ha superato i 40 anni di età oppure semplicemente per stare tranquilli sono però invasivi e potrebbero mettere a rischio la gravidanza stessa.
Esame dei villi coriali: questo esame che si effettua solitamente durante il primo trimestre prevede il prelievo di una parte della placenta, quella parte che deriva dall’uovo fecondato e che quindi presenta delle cellule dell’embrione. Viene effettuato per stabilire la presenza di anomalie genetiche e alterazioni cromosomiche. L’esame si effettua utilizzando un ago che penetra per via trans addominale e per cui è considerato invasivo e a rischio di aborto, anche se le percentuali sono molto basse.
Amniocentesi: si effettua durante il secondo trimestre e consiste nell’inserire un ago all’interno dell’addome per prelevare cellule del liquido amniotico. Serve a rivelare la presenza di anomalie cromosomiche come la sindrome di Down o di patologie genetiche. Anche in questo caso vi è un rischio, di aborto che si stima intorno all’1% e per questo motivo viene consigliata soltanto in casi particolari come quelli di familiarità per malattie genetiche e anomalie cromosomiche o alle donne che hanno superato i 35 anni. In strutture private questa tecnica è molto costosa, intorno ai 1000 – 1500 euro.
Soprattutto se si tratta di una gravidanza a rischio può essere utile effettuare anche altri tipi di esami che non sono invece necessari in caso in cui si tratti di una gravidanza normale.
Flussimetria materno fetale: questa tecnica serve a valutare la salute del feto in base all’analisi del sangue che viene utilizzato per nutrirlo. Questa tecnica è basata sull’effetto doppler e informa sia sul benessere del bambino che sulla sua ossigenazione. E’ un esame che si effettua solo in caso di gravidanza a rischio nel caso specifico quando l’ecografia rivela che il feto è cresciuto poco rispetto all’età della gestazione. Valuta sia l’irrorazione della placenta dalla parte della madre, sia l’irrorazione dalla parte del feto. Questo esame costa di norma intorno ai 100 euro se fatto privatamente o prevede il pagamento del ticket, che varia in base alla struttura, se fatta in strutture ospedaliere, ma in caso di gravidanza a rischio è gratuita ed esente ticket.
Ecocardiografia fetale: è un esame che valuta la funzionalità e l’anatomia del cuore del feto. Si effettua quando vi è familiarità per malformazioni cardiache, cardiopatie congenite, presenza di malattie autoimmune o di diabete insulino dipendente. E’ un esame che da risultati ottimi in quanto è in grado di rilevare fino al 90% delle malformazioni cardiache. In caso di gravidanza a rischio questo esame è esente da ticket, mentre se si effettua in condizioni normali in strutture ospedaliere vi è il pagamento del ticket a seconda della struttura ospedaliera. Privatamente il costo è di circa 100 - 120 euro.
Cardiografia: questo esame serve a monitorare la frequenza cardiaca del bambino e a verificare la presenza di eventuali contrazioni uterine. Serve a valutare se il feto si trova in una condizione o meno di benessere all’interno dell’utero. E’ un esame che prevede il pagamento del ticket se effettuato prima fino alla 40° settimana, successivamente è esente da ticket.
Translucenza nucale: si effettua nel primo trimestre di gravidanza ed è un ecografia che misura la distanza tra la cute e i muscoli paravertebrali nella regione della nuca del feto e rileva la presenza di una quantità di liquido in tale regione. Serve a rivelare malattie cromosomiche o malformazioni. Il costo di questo esame è di 70 – 80 euro. Se la gravidanza è a rischio l’esame è esente da ticket.
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