I principi base della dieta GIFT sono la gradualità , l'individualità (personalizzazione), flessibilità (nessuna regola ferrea) e tono (muscolare). Vediamo come funziona analizzandone le regole ed illustrando un menù di esempio per poi affrontare le opinioni della comunità scientifica su questa dieta, evidenziandone criticità , controindicazioni e possibili effetti collaterali.
La dieta GIFT è un metodo alimentare ideato dal Dott. Luca Speciani nel 2004, in collaborazione con suo fratello Attilio, e viene generalmente identificata come una dieta “di segnale”.
Con questo termine si vuole indicare una dieta che, piuttosto che contare le calorie assunte per poter perdere del peso, assicuri un continuo segnale ai centri di regolazione del metabolismo del nostro organismo.
Secondo i fratelli Speciani infatti, una restrizione calorica (anche non eccessiva) porterebbe il nostro organismo in condizione di accumulo continuo, in pratica è come se l’organismo percepisse una situazione di “crisi”, in cui bisogna accumulare nutrienti per evitare di disperdere troppa energia; attraverso la dieta GIFT invece si comunica all’ipotalamo una condizione di consumo continuo, che ci aiuterebbe a perdere massa grassa, proprio perché l’organismo non necessita di un organo di “accumulo” (il grasso) e contemporaneamente si può mantenere inalterata la massa magra, grazie all’attività fisica costante. In parole più semplici, una dieta ipocalorica tenderebbe a far perdere al nostro organismo soprattutto massa magra perché verrebbe sempre mantenuto in regime di accumulo, con la dieta GIFT invece si perderebbe selettivamente la massa grassa.
Questi “segnali” avvengono normalmente nel nostro organismo e possono variare in base all’alimentazione: la dieta GIFT si pone come obiettivo proprio quello di consigliare gli alimenti che tendono a far perdere la massa grassa.
Ma perché ha questo strano nome? GIFT è un acronimo che sta per Gradualità, Individualità, Flessibilità e Tono, che rappresentano tutte caratteristiche del piano alimentare.
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In base all’acronimo quindi gli obiettivi principali della dieta GIFT si possono riassumere in tre punti fondamentali:
Attivazione del metabolismo: ossia aumentare la capacità dell’organismo di consumare le calorie del cibo ingerito, attraverso una migliore distribuzione dei pasti e un’attività fisica regolare, al fine di mantenere la migliore forma fisica e psichica possibile.
Mantenimento della calma insulinica: cioè evitare i picchi di produzione di insulina attraverso l’assunzione di pochi carboidrati e prevalentemente a basso indice glicemico.
Qualità dei nutrienti: cioè una particolare attenzione verso l’origine e la qualità degli alimenti che ingeriamo, con preferenza di alimenti semplici e se possibile di origine biologica per evitare la presenza di contaminazione.
Un ultimo aspetto da non sottovalutare, che caratterizza la dieta GIFT, è l’aspetto psicologico dell’alimentazione. Secondo Speciani, infatti, per stare bene bisogna innanzitutto eliminare tutte le pressioni psicologiche che ci portano a mangiare tanto e in maniera scorretta. Le manifestazioni dello stress e la comparsa della tanto comune “fame nervosa” sono fenomeni dai evitare assolutamente, attraverso un maggiore controllo delle proprie emozioni.
Per mettere in atto i principi finora elencati e raggiungere quindi il benessere fisico e psicologico, Speciani propone un decalogo di regole, o meglio suggerimenti, da seguire. Ecco quali sono:
Queste regole vanno intese come una guida, da seguire quotidianamente e con la giusta elasticità, per poter modificare gradualmente le proprie abitudini alimentari e, più in generale, il proprio stile di vita.
A questo punto è lecito chiedersi quali sono gli alimenti che si possono assumere liberamente, quelli da evitare e come strutturare un piano alimentare giornaliero equilibrato.
Cereali integrali: per il corretto apporto di proteine e fibre;
Frutta e verdura: meglio se di stagione e fresca, da consumare cruda per poter trarre il massimo dei principi nutritivi. Evitare i prodotti in scatola o che hanno subito qualsiasi tipo di trattamento;
Cibi proteici: ossia carne, pesce e uova. Preferire sempre i tagli magri, meglio se da produzione biologica. Si possono utilizzare in libertà anche i prodotti surgelati, che mantengono le caratteristiche nutrizionali del prodotto fresco; anche alcuni salumi, come bresaola e prosciutto magro, possono essere assunti, porgendo attenzione all’eventuale presenza di polifosfati e nitrati.
Legumi: sia freschi che secchi (dopo l’ammollo); evitare invece i prodotti in scatole che contengono di solito diversi additivi e molto sale;
Latticini: anche in questo caso preferire quelli non sottoposti a manipolazione, quindi per esempio il latte intero invece che lo scremato e così via. Consigliati sono anche gli yogurt ricchi di fermenti lattici vivi che migliorano la funzionalità intestinale.
Miele: da utilizzare al posto dello zucchero. E’ possibile inoltre assumere quantità moderate di marmellata, purché sia senza zuccheri aggiunti.
Semi oleosi: da consumare al naturale (quindi evitare i comunissimi pistacchi salati) perchè contengono ottime quantità di acidi grassi essenziali.
Cereali raffinati: presenti praticamente in ogni prodotto confezionato della grande distribuzione, come biscotti, pane bianco, torte e moltissimi altri alimenti.
Zuccheri semplici: sia quelli presenti nei cibi che quelli delle bibite gassate.
Alcolici: oltre ad essere molto calorici, possono anche provocare dei danni al fegato. Se è consentito qualche sporadico bicchiere di vino a tavola, è invece del tutto sconsigliato l’uso di superalcolici.
Grassi idrogenati: anche questi onnipresenti nei prodotti industriali più comuni e principali responsabili dell’insorgenza delle malattie cardiovascolari. Meglio preferire prodotti che contengono il burro o, meglio ancora, l’olio extravergine di oliva.
Colazione. 1 tazza di latte intero, 1 caffè, 1 yogurt, 2 fette biscottate con miele o marmellata senza zucchero, 1 uovo sodo o 2 fette di prosciutto cotto, 1 frutto a scelta. Spuntino della mattina: 1 frutto. Pranzo: insalata di polpo e patate lesse, spinaci lessi, frutta. Spuntino pomeridiano: un frutto. Cena: 1 trancio di pesce spada con abbondante insalata, 2 fette di pane integrale e mirtilli al naturale. |
Si tratta ovviamente di una generalizzazione, in quanto un piano alimentare può essere adatto ad un persona e non ad altri. In ogni caso, il consiglio dell Dott. Speciani è di non mettersi a contare le calorie, ma semplicemente seguire le indicazioni del “decalogo”.
Per scoprire quale sia il piano alimentare più adatto alle vostre esigenze, si può consultare la “Guida pratica alla dieta GIFT” o recarsi direttamente dallo stesso dott. Speciani.
Le regole principali per la preparazione di un pasto sono comunque riassumibili in pochi punti:
carboidrati complessi, quindi pasta, riso, pane o altri cereali, che siano integrali, non devono superare â…“ del totale;
componente proteica, come carne, pesce, uova o latticini, sempre per â…“ dell’intero pasto;
componente ricca in fibra, quindi frutta e verdura per il restante â…“ del pasto.
Facendo un esempio pratico quindi, ecco come preparare un pasto che segue le indicazioni di Speciani: base di carboidrati: 60 g di riso. componente proteica: 120 g di carne magra (per esempio tacchino). alimenti ricchi di fibra: finocchi freschi (come contorno), carote (per condire il riso). A ciò di uniscono 15 g di olio extravergine di oliva per i condimenti. |
Le idee per la cucina possono essere moltissime e ci si può sbizzarrire, anche grazie alla versatilità dei prodotti utilizzati. E’ molto semplice infatti preparare un primo piatto a base di cereali e un mix di verdure crude. Insomma, dando sfogo alla fantasia si possono preparare tanti piatti diversi e gustosi.
Quelli riportati sono semplicemente degli esempi che seguono in generale le indicazioni della dieta GIFT, non trattandosi di piani alimentari creati dal Dott. Speciani.
Seguendo le indicazioni proposte da Speciani, viene fuori un piano alimentare sicuramente benefico dal punto di vista nutrizionale, che educa alla buona tavola e ad uno stile di vita attivo e sano. Nonostante ciò ci sono alcune criticità, messe in luce da diversi esperti in nutrizione, che rendono la dieta GIFT a volte difficile da applicare e, per certi aspetti, anche non ottimale dal punto di vista nutrizionale.
Ecco le criticità che emergono:
Difficoltà nel preparare e soprattutto assumere la colazione indicata: è sicuramente vera la necessità di assumere al mattino l’adeguato apporto calorico per affrontare al meglio la giornata e attivare il metabolismo. Ma di certo può essere molto complicato per molti di noi mangiare l’uovo o il prosciutto a colazione, insieme al classico latte e yogurt.
Troppi salumi? Dall’elenco dei cibi consigliati si evince la presenza dei salumi che non risultano obbligatori da mangiare, ma che comunque vengono spesso inseriti a colazione o a pranzo. E’ invece risaputo che un consumo eccessivo di salumi può avere effetti molto dannosi per la salute e che non dovrebbero essere assunti più di una volta a settimana.
Le intolleranze alimentari. Non esiste ad oggi un metodo valido scientificamente che possa provare una determinata intolleranza (se non al glutine e al lattosio). Le varie metodiche sono del tutto imprecise e spesso fuorvianti, può succedere quindi che vengono esclusi degli alimenti che in realtà non provocano alcun problema a chi li consuma.
Distribuzione calorica. Moltissimi studi hanno dimostrato che non importa in che modo vengono assunte le calorie ma piuttosto l’apporto giornaliero medio, purché la suddivisione sia equamente distribuita nei pasti giornalieri. Le ricerche più recenti hanno anzi dimostrato come un apporto di carboidrati serale possa contribuire al dimagrimento.
Aspetti psicologici: secondo il Dott. Speciani, bisogna imparare a comprendere le proprie emozioni per evitare che incidano fortemente sul comportamento alimentare. Per quanto la correttezza di questa affermazione non possa essere messa in discussione, si può invece discutere la semplicità dei rimedi che non sempre corrispondono a verità. Esistono purtroppo moltissimi disturbi del comportamento alimentare che non si possono affrontare con leggerezza e che andrebbero valutati e curati da personale competente ed esperto.
Patologie: non esistono correlazioni scientificamente provate tra la dieta GIFT e la cura o prevenzione di diverse patologie (come quelle legate alla tiroide). E’ invece noto come una corretta alimentazione possa influire positivamente sullo stato di salute dell’organismo.
Tolte queste criticità, la dieta GIFT rappresenta un metodo alimentare che apporta moltissimi benefici alla salute di chi la segue, grazie alle semplici indicazioni sugli alimenti da assumere e sull’attività fisica da svolgere quotidianamente. Si tratta in definitiva di una dieta i cui principi si discostano poco dai principi della dieta mediterranea classica, che si completa però con l’aspetto psicologico, che tutti gli esperti sono concordi ad indicare con un aspetto di fondamentale importanza per la salute psicofisica dell’organismo.
Approfondisci i principi della dieta mediterranea.
La dieta GIFT da questo punto di vista funziona bene, ma non è possibile generalizzare e scoprire quindi quanto tempo ci vorrà per la perdita di peso di ognuno, in quanto ciò dipende dalle condizioni iniziali della persona, dalla sua risposta alla dieta e dalla sua attività fisica; quello che invece è assicurato è un benessere più generico dovuto all’eliminazione di diversi cibi dannosi ed ad uno stile di vita più salutare.
Insomma, corretta alimentazione e attività fisica come aspetti basilari di uno stile di vita sano rappresentano senza dubbio il miglior modo per vivere bene e mantenere la salute dell’organismo.
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