Ultimo aggiornamento:
Studiata per chi vuole dimagrire in modo rapido ed efficace ma senza rinunciare al piacere del dolce, la dieta del miele propone un regime alimentare facile da seguire ma anche molto restrittivo. Vediamo quali sono gli alimenti concessi e quali sono esclusi dalla dieta, come articolare un menù e se davvero tale regime fa dimagrire.
Ideata dal nutrizionista McInnes, la dieta del miele propone la sostituzione completa del comune zucchero bianco (saccarosio) con il miele. Il miele, infatti, è una miscela di zuccheri (fruttosio e saccarosio), proteine e sali minerali, per cui, con un cucchiaino di miele non si assumono solo zuccheri come accade, invece, con un cucchiaino di saccarosio o di solo fruttosio. Inoltre il miele ha un potere dolcificante superiore e quindi ne basta una minor quantità per zuccherare una bevanda, o un dolce.
Frutto del meticoloso lavoro delle api, il miele è una soluzione sovrasatura, cioè la concentrazione di zuccheri è tale da non essere solubilizzata dall'acqua, o, in altre parole, la quantità di zuccheri supera quella dell’acqua. Esistono molti tipi diversi di miele: a seconda del tipo di fiori da cui le api prelevano il nettare possono essere prodotti mieli di colore e sapore diversi. Il più comune è quello millefiori derivato dal nettare proveniente da vari tipi di fiori.
Anche se le proprietà organolettiche variano, le calorie e i valori nutrizionali sono sostanzialmente sovrapponibili, tra i diversi tipi di miele.
Cento grammi di miele apportano un’energia pari a 304 kcal ripartita in:
Il miele contiene una discreta quantità di vitamine del gruppo B e di vitamina C. I sali minerali più abbondanti sono potassio, sodio e in minori quantità magnesio, calcio, fosforo e ferro.
Approfondisci le proprietà ed i benefici del miele.
La dieta del miele non fornisce particolari limitazioni sulla scelta del miele ma è fondamentale sceglierne uno biologico perchè più naturale. Per quanto riguarda invece, la varietà di miele, la scelta è affidata al gusto personale. Ne esistono moltissime varietà caratterizzate da sapori notevolmente diversi. Comunemente il mieli si classifica in millefiori, chiaro e profumatissimo in cui il nettare deriva da più specie floreali e uniflorale, se il nettare deriva da una sola specie floreale. A seconda dei fiori da cui le api prelevano il nettare si possono avere mieli diversi, per esempio, il miele di acacia, dorato con sapore deciso, di castagno più scuro con retrogusto amarognolo e molti altri come il miele di rododendro, il miele di agrumi, il miele di eucalipto.
Nella dieta del miele sono vietati tutti i cibi che contengono zuccheri, ma perchè lasciare il miele?
Secondo McInnes il miele previsto nella dieta basta a soddisfare il fabbisogno cerebrale di glucosio giornaliero. Il cervello, infatti è l’organo più avido di energia e l’unica fonte energetica che è in grado di utilizzare è il glucosio proveniente dagli gli zuccheri.
Una dieta fatta solo di proteine non assicurerebbe al cervello gli zuccheri necessari, mentre il loro eccesso sarebbe inevitabilmente trasformato in grassi con conseguente insorgenza di malattie metaboliche e obesità. Due cucchiaini di miele sono sufficienti a garantire il giusto nutrimento al cervello e vanno assunti di sera perchè è di notte che il cervello registra maggiore attività: aumenta la produzione di ormoni, gli impulsi sui muscoli involontari, la riorganizzazione della memoria e delle informazioni apprese.
Ecco spiegato, dunque, come funziona la dieta del miele: tutti gli organi e i tessuti preferiscono utilizzare zuccheri per la produzione di energia perché più facilmente metabolizzabili, ma quando sono disponibili in piccole quantità vengono lasciati al cervello che nell'organismo ha la priorità assoluta. Quindi in questa dieta, fornendo solo gli zuccheri di cui ha bisogno il cervello, gli altri organi e tessuti sono costretti ad utilizzare i grassi accumulati nel tessuto adiposo con conseguente dimagrimento.
Ma, secondo McInnes, il ruolo del miele nel suo regime alimentare avrebbe anche un’importanza psicologica: il quotidiano apporto di miele appagherebbe “la voglia di dolce”, dissuadendo dalla ricerca di merendine e dolci industriali.
La dieta del miele si può definire una dieta proteica in quanto esclude tutte le fonti di carboidrati e zuccheri fatta eccezione del miele. Prima di coricarsi la dieta prevede l’assunzione di due cucchiaini di miele, equivalenti ad un cucchiaio, anche sciolti in una bevanda calda. Il picco di zuccheri nel sangue è utile per nutrire il cervello e quindi a favorire tutte le sue attività: il sonno, la produzione di ormoni, la regolazione del metabolismo.
Ma in cosa consiste praticamente la dieta del miele?
Ecco un menù esempio del regime alimentare proposto da McInnes:
Come si può notare si tratta di una dieta povera di carboidrati e ricca di proteine, i soli zuccheri previsti sono quelli che derivano dall'utilizzo del miele.
Nella dieta, inoltre, viene data assoluta importanza ai due cucchiaini di miele serali, che possono essere assunti da soli o sciolti in qualche bevanda o tisana. Su questa piccola dose di miele, infatti, si basa il funzionamento stesso della dieta.
La dieta del miele prevede un calo ponderale di circa un chilo a settimana o anche più. La cosa, non deve sorprendere in quanto un programma alimentare così restrittivo deve far perdere peso comunque, con o senza i due cucchiaini di miele a sera!
A lungo termine, secondo McInnes la migliore utilizzazione degli zuccheri da parte dell’organismo si traduce in una perdita di peso che si aggira intorno ad un chilo a settimana.
Inoltre bisogna dire che la riduzione di zuccheri raffinati e carboidrati complessi è un fattore positivo che apporta certamente benefici all'organismo ed in più l'assunzione di pesce fornisce una quantità di acidi grassi essenziali.
Tuttavia la dieta del miele non è un regime consigliabile in quanto esclude quasi del tutto i carboidrati privilegiando il consumo dei cibi proteici come carne, pesce, uova, legumi, latte.
Come tutte le diete proteiche (Dukan, dieta a zona..) anche quella del miele dovrebbe essere effettuata per periodi di tempo limitati (una o due settimane) e seguite da una reintegrazione graduale dei carboidrati. Inoltre, anche un eccessivo introito di proteine si traduce in accumulo di lipidi nel tessuto adiposo con il rischio di ottenere risultati opposti a quelli sperati. Infine, quando una dieta proteica è troppo prolungata può portare ad effetti indesiderati:
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Dimagrire Esercizi Diete Bellezza Psicologia Integratori Gravidanza Massaggi Applicazioni