La dermoabrasione e la microdermoabrasione sono delle tecniche ampiamente diffuse in dermatologia, medicina estetica e chirurgia plastica, che permettono la correzione di svariate tipologie di inestetismi cutanei. Vediamo di cosa si tratta, quali sono le principali indicazioni e i rischi conseguenti al loro impiego.
Il razionale d’impiego, delle tecniche di dermoabrasione e microdermoabrasione, si basa sulla rimozione degli strati cutanei più superficiali (senza l’utilizzo del bisturi) attraverso cui viene stimolato il rinnovo delle strutture cutanee.
Ciò permetterebbe di eliminare o, quantomeno, attenuare inestetismi quali:
Rughe;
Macchie cutanee;
Lesioni pre-acneiche e acneiche, come pori dilatati, comedoni (punti neri e bianchi), papule e pustole;
Cheratosi cutanea (che si manifesta sottoforma di lesioni ruvide e squamose, di colore giallo, che possono dar luogo a neoplasie);
Cheratosi pilare (i così detti “peli incarniti”)
Cicatrici (conseguenti all’acne, a ustioni o traumi di vario tipo);
Smagliature;
Capillari in evidenza;
Ustioni;
Verruche;
Tatuaggi, qualora non fossero più graditi.
Detto questo, esaminiamo in maggior dettaglio le principali tecniche.
La tecnica si avvale dell’utilizzo di un apparecchio, il dermoabrasore, dotato di una fresa rotante (la cui dimensione dipende dall’area trattata) che può essere realizzata in acciaio, in cartone smerigliato o con punte di diamante. Modulando la pressione applicata sulla fresa, é possibile raggiungere diversi gradi di profondità, permettendo di correggere gli inestetismi più “difficili”.
Primo step: la visita specialistica
La visita dallo specialista é fondamentale per stabilire l’idoneità del paziente all’intervento.
Innanzitutto, il medico effettuerà l’anamnesi, ovvero raccoglierà informazioni sulla salute e sullo stile di vita del paziente:
Presenza di allergie;
Patologie cutanee, cardiovascolari, ormonali e oculari;
Diatesi fibroblastica, ovvero un difetto della cicatrizzazione che predispone alla formazione di cheloidi (masse abnormi di tessuto cicatriziale);
Farmaci assunti, come l’acido acetilsalicilico (che aumenta la fluidità ematica, aumentando il rischio di emorragie), anticoncezionali (che aumentano il rischio di macchie post-intervento), etc.
Abitudini, quali il fumo. E’ stato stimato che, nei pazienti fumatori, il rischio di complicanze aumenta di dieci volte rispetto ai non fumatori.
Il medico informerà il paziente sui risultati ottenibili con l’intervento. Il buon esito della dermoabrasione chirurgica dipende da diversi fattori, quali l’ esperienza dello specialista; laipologia dell’inestetismo e suo grado di profondità; il colore della pelle.Le pelli scure hanno maggiori probabilità di andare incontro ad uno scolorimento irreversibile, dovuta alla distruzione dei melanociti (le cellule che sintetizzano la melanina).
Possibili complicanze della tecnica sono:
Discromie. Possono manifestarsi come iperpigmentazioni (macchie scure), dovute al mancato utilizzo di una protezione solare prima e/o dopo l’intervento, oppure al processo infiammatorio, o ipopigmentazioni (macchie chiare), dovute alla distruzione dei melanociti, a causa di un’abrasione troppo profonda.
Infezioni. Capitano di rado e si tratta, solitamente, di piodermiti (infezioni da strepto e stafilococchi). Vengono trattate con antibiotici.
Cicatrici, a causa di un’abrasione troppo profonda.
Microcisti, che devono essere aperte ed eliminate.
Orticaria idiopatica (senza causa apparente).
Tuttavia se eseguita da una mano esperta, la dermoabrasione chirurgica permette di ottenere dei risultati ottimi (apprezzabili dopo sei mesi dall’intervento) e permanenti.
Secondo step: preparazione all’intervento
Il paziente dovrà adottare degli accorgimenti al fine di ridurre il rischio di complicanze. Vediamo quali.
Ridurre al minimo l’esposizione solare, qualche settimana prima dell’intervento, e utilizzare filtri solari molto alti.
Astenersi dal fumo, almeno due settimane prima dell’intervento.
Sospendere l’assunzione di acido acetilsalicilico, due settimane prima dell’intervento.
Sospendere l’assunzione di anticoncezionali orali, un mese prima dell’intervento.
Utilizzare creme molto nutrienti e ricche in antiossidanti, per preparare la pelle all’intervento;
Presentarsi senza make-up il giorno dell’intervento.
Terzo step: l’intervento
A meno che non si abbia a che fare con aree molto estese, l’intervento viene condotto in regime di day-hospital. Dal momento che la fresa può abradere molto in profondità, provocando dolore, il paziente viene sottoposto ad anestesia locale (per piccole aree) o generale, oppure ad analgesia (il paziente viene dapprima sedato, poi anestetizzato).
Al termine, le aree abrase vengono ricoperte con garze imbevute di soluzione fisiologica.
Quarto step: la convalescenza
I tempi di ripresa dall’intervento di dermoabrasione chirurgica sono molto lunghi (fino ad un mese) e le aree cutanee abrase dovranno essere sottoposte a cure meticolose, al fine di accelerare la guarigione e prevenire le complicanze. Vediamo in che modo.
L’area abrasa dev’essere ricoperta di garze imbevute di fisiologica. Nelle prime 24 ore successive all’intervento, queste dovranno essere sostituite ogni ora.
Il medico applicherà un sostituto cutaneo, come il Biofilm, ovvero una pellicola in cellulosa che mima le caratteristiche funzionali della cute (é permeabile all’acqua ma impermeabile a particelle e microbi) che dovrà essere portata per una decina di giorni. In questo periodo, si potranno eseguire dei lavaggi con fisiologica, per rimuovere il liquido sieroso. Si formeranno delle croste che cadranno, spontaneamente, nel giro di qualche giorno.
Nei primi 10 giorni, inoltre, sono vietati l’esposizione solare e, ovviamente, l’utilizzo di make-up.
Successivamente, ci si potrà esporre gradualmente al sole utilizzando SPF (fattori di protezione solare) molto alti, per almeno tre mesi.
E’ vietato l’uso di creme esfolianti fino a completa guarigione.
Non assumere acido acetilsalicilico per almeno due settimane.
Astenersi dal fumo per almeno due settimane.
Per quanto riguarda le attività quotidiane:si potrà tornare alla guida dopo una settimana; attività poco impegnative, come joga e jogging, potranno essere riprese dopo due settimane; sport molto intensi richiederanno almeno un mese di pausa.
Si tratta di una versione soft della tecnica precedente, introdotta in Italia negli anni ‘80 e diffusasi all’estero nel decennio successivo. La tecnica si basa sull’impiego di spazzoline rotanti, che levigano la cute in modo indolore e senza lasciare segni. Può essere associata ad altri trattamenti per migliorarne i risultati.
La pelle viene detersa e trattata con una crema acidificante, che facilita il distacco delle cellule epidermiche.
La microdermoabrasione avviene in due fasi consecutive:
Trattamento complementare con α-idrossiacidi (AHA) o con l’elettroporazione L’elettroporazione é una tecnica che facilita la penetrazione cutanea di farmaci o principi cosmetici (come il collagene, l’acido ialuronico, etc.) mediante il passaggio di una corrente galvanica, che provoca la formazione di veri e propri pori nella cute; inoltre, l’emissione di vibrazioni stimola l’attività dei fibroblasti e, quindi, il ricambio cutaneo. |
Segue l'applicazione di una maschera lenitiva e di un prodotto anti-macchie.
Per raggiungere buoni risultati, occorre effettuare dalle 5 alle 10 sedute, distanziate di 1-2 settimane, seguite da una seduta di mantenimento (da effettuare ogni 2-6 mesi).
Rischi e controindicazioni
Sebbene sia una tecnica abbastanza sicura, anch’essa non é esente da rischi e controindicazioni, infatti:
E’ controindicata in caso di infiammazioni e patologie cutanee di vario tipo, in quanto potrebbe peggiorarle;
E’ sconsigliata in gravidanza e durante l’allattamento (mancanza di dati che ne attestino la sicurezza);
Può provocare iperpigmentazione, qualora non si usino filtri solari;
Può scolorire le pelli scure.
Meglio conosciuta come peeling chimico, si tratta di una tecnica che prevede l’utilizzo di composti a carattere acido, i quali:
Sono in grado di ridurre l’adesione delle cellule epidermiche, provocandone la rimozione;
Sono in grado di attivare un processo infiammatorio che innesca il processo di guarigione, attraverso la produzione di nuovo collagene, elastina e acido ialuronico.
Gli effetti ottenuti sono strettamente dipendenti da:
Tipo di acido utilizzato;
Concentrazione dell’acido;
pH dell’acido;
Utilizzo di sostanze che tamponano l’acidità;
Utilizzo di peeling composti e/o combinati (vedremo più avanti di cosa si tratta)
Età e tipo di pelle. Ogni età possiede esigenze differenti, ad esempio, pelli giovani potrebbero necessitare di peeling per correggere gl inestetismi dell’acne, mentre per pelli più mature potrebbero essere utili peeling antiage;
Fototipo. E’ una classificazione della pelle in base agli effetti provocati dalle radiazioni solari. Ve ne sono 6, distinti in base al colore della pelle, degli occhi e dei capelli. In particolare, i fototipi più scuri (4, 5, 6) dovrebbero evitare il ricorso a peeling chimici, essendo maggiore il rischio di complicanze (come vedremo più avanti);
Trattamenti dermoabrasivi precedenti;
Aspettative.
Distinguiamo:
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Controindicazioni della dermoabrasione chimica.
In generale, i peeling chimici sono controindicati nei seguenti casi:
Carnagione scura e molto scura (fototipo 4, 5, 6), in quanto potrebbero provocare discromie (ipopigmentazione o iper-pigmentazione post-infiammatoria);
Diatesi fibroblastica, una condizione caratterizzata da difetti della cicatrizzazione, in quanto aumentano il rischio di formazione dei cheloidi;
Patologie cutanee, come dermatite atopica e orticaria;
Pazienti predisposti alle infezioni da Herpes, in quanto potrebbero portare ad una recidiva;
Gravidanza e allattamento, in quanto non esistono studi che assicurino che le sostanze utilizzate non entrino in circolo.
Acidi utilizzati:
Acido glicolico si tratta di un α-idrossiacido estratto dalla canna da zucchero. Uno dei programmi più diffusi prevede che venga utilizzato in concentrazioni crescenti (20-35-50-70%) sottoforma di gel, lozioni o creme. Approfondisci i benefici dell'acido glicolico. L’acido glicolico viene steso sulle aree da trattare con un pennello a ventaglio (oppure con le dita inguantate) e lasciato in posa per 1’-3’. A questo punto, si neutralizza l’azione dell’acido con del bicarbonato e il tutto viene rimosso con garze imbevute d’acqua. L’applicazione di una maschera lenitiva potrebbe essere necessaria per ridurre eventuali arrossamenti. Ricordiamo che il trattamento può essere preceduto dall’applicazione di dischetti imbevuti di acido citrico, che prepara la pelle alla penetrazione dell’acido glicolico. Per ottenere dei risultati apprezzabili, sono necessarie 4-5 sedute distanziate tra loro di due settimane; dopo 2 mesi, dovrebbe essere effettuata una seduta di mantenimento, Vantaggi
Rischi
Acido salicilico E’ un β-idrossiacido utilizzato nei trattamenti superficiali e medi che unisce, all’azione esfoliante, un’azione antisettica, utile nel trattamento delle lesioni acneiche (dovute alla presenza di un microrganismo, il Propionibacterium acnes). Viene utilizzato in concentrazioni comprese tra il 20% e il 30%. Dopo aver deterso accuratamente la cute, si applica una soluzione alcoolica di acido salicilico, che può provocare bruciore e prurito nei primi 30’’ di posa (sensazione che ha termine grazie alle proprietà analgesiche del farmaco). Una volta che l’alcool evapora, rimane un residuo biancastro che deve essere lasciato in posa per circa 3’, quindi si risciacqua. A seconda delle esigenze, si possono effettuare 1-3 applicazioni a seduta. L’acido salicilico provoca la comparsa di chiazze brune e desquamanti. Dopo il trattamento, é fondamentale ridurre al minimo l’esposizione al sole e l’utilizzo di filtri molto alti. I risultati si ottengono dopo varie sedute: fino a 3-4 (distanziate di qualche settimana) per pelli chiare, fino a 5 per pelli più scure. Vantaggi
Rischi
Resorcina La resorcina, o resorcinolo, é un composto fenolico che trova impiego (da solo o in associazione) nel trattamento degli inestetismi medio-superficiali, a concentrazioni intorno al 40%. Viene applicato sottoforma di pasta, da lasciare in posa per circa 20’; durante quest’intervallo, il paziente potrebbe avvertire bruciore o pizzicorio intenso (proprio a causa della buona capacità penetrante della resorcina), tanto da rendere necessaria la sedazione con un tranquillante. Una volta tascorsi i 20’, si risciacqua con acqua e si applica un prodotto lenitivo. Inizialmente, la pelle del viso assumerà una colorazione violacea, per poi chiazzarsi e desquamare nel giro di una settimana. Anche in questo caso, é d’obbligo l’uso di filtri solari molto alti. I risultati vengono raggiunti dopo 2-3 sedute, distanziate di circa 24 ore. Vantaggi Efficace nel correggere inestetismi con un certo grado di profondità. Rischi
Acido tricloroacetico (TCA) Il TCA é un acido carbossilico dotato di una straordinaria capacità penetrante; a contatto con la cute provoca una vera e propria ustione chimica, tanto da rendere il paziente impresentabile dopo l’intervento. Può essere utilizzato in concentrazioni che variano dal 10% al 50%, a seconda della profondità dell’inestetismo da trattare. Il TCA viene applicato, sottoforma di pasta o soluzione, e lasciato in posa per qualche minuto (2’-4’ per concentrazioni intorno al 20%; 1’ per concentrazioni superiori); quindi sviene rimosso con acqua. La pelle si arrossa e, nel giro di qualche giorno, compaiono delle croste che cadono spontaneamente nel giro di una settimana. E’ consigliabile sospendere qualsiasi attività (anche lavorativa) durante questo lasso di tempo. Successivamente, occorrerà usare creme molto nutrienti e fattori di protezione elevati. Vantaggi Essendo in grado di raggiungere lo strato più profondo del derma (derma reticolare) é adatto alla correzione di inestetismi profondi, quali rughe e cicatrici. Rischi
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Negli ultimi anni si é assistito alla diffusione di nuovi trattamenti di dermoabrasione chimica, i così detti peeling composti e peeling combinati. Di cosa si tratta?
I peeling composti sono delle associazioni di principi attivi che operano in sinergia, potenziandosi l’un l’altro. Ciò consentirebbe l’impiego di concentrazioni inferiori di ogni singolo componente e ridurre, in tal modo, il rischio di effetti avversi.
Il peeling combinato prevedere l’applicazione consecutiva di due o più trattamenti, con lo scopo di ottenere effetti più profondi.
Detto questo, vediamone alcuni tra i più in voga.
Yellow peel
Si tratta di un trattamento poco aggressivo, particolarmente indicato per la correzione delle iperpigmentazioni e del photoaging (l’invecchiamento dovuto ad una scorretta esposizione alle radiazioni solari).
Lo yelloy peel é dato dall’associazione di diversi composti che gli permettono di agire su diversi fronti: esfoliante, ridensificante, schiarente e lenitivo, quali.
Acido cojico: é un composto prodotto da diverse specie di funghi, tra cui l’Aspergillus oryzae. E’ in grado di schiarire le macchie cutanee, grazie alla sua capacità di inibire la tirosinasi (l’enzima implicato nella sintesi della melanina) attraverso il sequestro del rame dal sito attivo dell’enzima (il rame é fondamentale per il funzionamento della tirosinasi).
Acido retinoico: é una delle forme della vitamina A, la più attiva a livello cutaneo. L’acido retinoico possiede proprietà cheratolitiche (promuove l’esfoliazione dell’epidermide) e ridensificanti (é in grado di stimolare l’attività dei fibroblasti).
Acido fitico: é un composto fosforato di origine vegetale. Grazie alla sua capacità di sequestrare i metalli (coinvolti nella produzione di radicali liberi) inibisce l’ossidazione della melanina e, quindi, la pigmentazione cutanea.
Acido azelaico. Prodotto da un lievito, Malassezia furfur, l’acido azelaico possiede proprietà schiarenti (sia per inibizione diretta della tirosinasi, sia perché inibisce l’ossidazione della melanina) e antisettiche (utile nelle infezioni da P. acnes).
Vitamina C: inibisce l’ossidazione della melanina e stimola la produzione di collagene, elastina e acido ialuronico.
Bisabololo: é un componente dell’olio essenziale di camomilla, in grado di ridurre l’irritazione provocata dall’acido retinoico.
Trattamento
La pelle viene trattata con un primo prodotto esfoliante, che facilita la penetrazione dei componenti sopracitati;
Si applica una pasta gialla (lo yellow peel), e la si lascia in posa per 40’-60’.
L’applicazione può essere ripetuta fino a 3-4 volte nella stessa giornata.
La pelle appare arrossata e desquama nel giro di 4-5 giorni. Anche in questo caso, si rende necessario l’uso di filtri solari molto alti.
Per ottenere risultati apprezzabili, sono necessarie almeno 4 sedute distanziate di un mese.
Vantaggi
Può essere applicato anche in caso di pelli sensibili e/o couperosiche.
White peel
Il white peel é un peeling composto (costituito da un mix di principi che agiscono in sinergia, permettendo una riduzione delle concentrazioni usate e degli effetti collaterali) e combinato (si ha l’applicazione consecutiva di due o più trattamenti, nella stessa seduta, per ottenere un effetto più profondo).
E’ particolarmente adatto come trattamento antietà, nonché per l’acne e le iperpigmentazioni. Vediamo in cosa consiste.
Trattamento
Consta di due fasi consecutive:
La prima fase prevede l’applicazione di un gel avente il compito di facilitare la penetrazione dei principi utilizzati nella fase successiva. Il gel é costituito da acido glicolico, acido salicilico ed acido lattico (tutti ad azione cheratolitica) e viene lasciato in posa fino a quando non si nota un arrossamento, dopodiché viene rimosso con acqua.
Nella seconda fase, si applica una crema bianca (da tenere in posa per 6-12 ore) costituita da:
Acido azelaico, ad azione antisettica e schiarente;
Acido salicilico, ad azione cheratolitica e antisettica;
Acido-α-lipoico, ad azione antiossidante e, quindi, schiarente indiretta;
Arbutina, uno schiarente estratto dall’uva ursina;
Vitamina C, ad azione schiarente indiretta e ridensificante;
Bisabololo, ad azione lenitiva.
Raramente il white peel porta alla formazione di croste. In ogni caso, é necessario l’impiego di creme molto nutrienti ed SPF elevati.
Efficacia
I risultati sono apprezzabili dopo 6 sedute (distanziate di 15 giorni). Sono consigliate 2 sedute annuali, per la fase di mantenimento.
Dermoabrasione “fai da te” La dermoabrasione casalinga può essere d’aiuto durante la fase di mantenimento. In che modo può essere attuata? Gommage o scrub. Si tratta di formulazioni contenenti particelle abrasive (granuli di silice, nòccioli di frutta frammentati, etc.), immerse in una fase cremosa o gelificata, che esfoliano la pelle in modo naturale e delicato. Peeling chimici. In commercio, esistono formulazioni a base di α-idrossiacidi (concentrazione intorno al 5-10%) in associazione a sostanze tampone che ne riducono l’acidità (pH= 1-2 versus pH= 0,6 degli acidi usati dallo specialista). Microdermoabrasione. Sono numerose le ditte che producono dei kit per la microdermoabrasione, molto semplici da usare. Anche in questo caso, i risultati sono inferiori rispetto a quelli professionali: l’apparecchiatura utilizzata dal medico, infatti, “spruzza” i cristalli di corindone con una pressione costante, di conseguenza si ottiene un risultato più omogeneo. |
L’intervento viene effettuato utilizzando delle apparecchiature in grado di emettere radiazioni infrarosse, con lunghezza d’onda differente, a seconda del tipo di inestetismo da trattare.
Si sistinguono in:
Laser Q-switched
Emettono radiazioni, con una lunghezza d’onda compresa tra 532 e 1064 nm (nanometri), in grado di essere assorbite da diversi pigmenti, tanto da rappresentare il trattamento di prima scelta per la rimozione dei tatuaggi, nonché per lesioni pigmentate di diverso tipo (dalle macchie brune, agli angiomi). In particolare, ne esistono tre tipologie:
Laser Q-switched Nd-yag: assorbito dai pigmenti nero, blu, marrone, rosso e rosa;
Laser Q-switched a rubino: efficace nella rimozione di pigmenti neri, blu e viola.
Laser Q-switched ad alexandrite: bersaglia il nero, il blu e, soprattutto, il verde (l’unico che non viene rimosso dall’Nd-yag).
Le cellule pigmentate che assorbono le radiazioni subiscono una vaporizzazione istantanea.
Laser ablativi: laser a CO2 e laser Erbium
Ampiamente utilizzati per diversi tipi di inestetismi, si tratta di fasci di radiazioni infrarosse che vengono assorbite dall’acqua intracellulare, provocando la vaporizzazione del tessuto interessato. Inoltre, grazie alla loro capacità di raggiungere il derma, provocano un accorciamento delle fibre di collagene (effetto lifting) e avviano un processo infiammatorio che stimola il rinnovo cutaneo.
Tra i due, il laser a CO2 è il più potente e garantisce risultati diversi a seconda che venga utilizzato in emissione continua (per un effetto più profondo) o pulsata (effetti più superficiali).
Laser Fraxel
Si tratta di una via di mezzo tra i laser ablativi (in quanto a capacità di penetrazione) e quelli non ablativi (in quanto a tempi di guarigione). Il fascio di radiazioni é molto selettivo: colpisce piccole aree di pelle (circa un 20%) ma penetra molto in profondità. Durante il suo passaggio attraverso la cute, vaporizza le cellule pigmentate e, una volta raggiunto il derma, avvia un processo infiammatorio che stimola la guarigione cutanea.
Come abbiamo già accennato, la dermoabrasione (nelle sue varie forme) trova impiego in diversi campi, non solo quelli estetici. Vediamo le più importanti applicazioni.
Le ustioni sono lesioni, più o meno estese e profonde, provocate da agenti chimici (acidi e alcali), elettrici e, nella maggior parte dei casi, termici (radiazioni, fiammate, liquidi bollenti, etc.).
La dermoabrasione viene utilizzata, nelle ustioni di grado avanzato, con lo scopo di “ripulire” l’area ustionata dalla pelle necrotica.
In particolare, la dermoabrasione viene attuata quando le condizioni del paziente si sono stabilizzate, entro 24 ore dal trauma. Si può lavorare in anestesia locale (per aree limitate) oppure in anestesia generale (in caso di ustioni molto estese oppure di pazienti non collaboranti, come i bambini molto piccoli).
Durante il passaggio del dermoabrasore, la cute viene irrigata con fisiologica in modo da allontanare i tessuti necrotici; al termine della “pulizia” viene applicato un sostituto cutaneo, come il Biobrane, che funge da barriera all’ingresso di microrganismi e particelle estranee ma, allo stesso tempo, permette gli scambi gassosi. Quindi, l’area viene coperta con garze imbevute di antisettico.
Le macchie brune sono aree circoscritte della cute in cui si ha l’accumulo di melanina, il pigmento responsabile del colore della cute, dei capelli e degli occhi.
Approfondisci le tipologie di macchie della pelle
La melanina viene sintetizzata e immagazzinata nei melanosomi, organuli prodotti da cellule (note come melanociti) e destinati ad essere inglobati nelle cellule epidermiche. L’aumentata produzione di melanina, e la conseguente iperpigmentazione, può essere dovuta a diversi fattori, tra cui:
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Il tipo di trattamento viene scelto in base all’estensione e alla profondità della macchia. Tra i più indicati abbiamo:
L’utilizzo del laser Q-switched (in particolare l’Nd-yag) ha ormai soppiantato il ricorso alla dermoabrasione chirurgica e al laser a CO2, per la rimozione dei tatuaggi. I motivi sono molteplici:
Metodica meno invasiva;
Metodica meno dolorosa, tanto da non richiedere l’anestesia;
Minor rischio di formazione di cicatrici;
Tempi di guarigione più rapidi.
La rimozione dei tatuaggi professionali può richiedere fino a 4-5 sedute, distanziate di qualche settimana. Anche in questo caso, occorre utilizzare filtri solari elevati e sospendere l’assunzione di farmaci fotosensibilizzanti, nonché applicare una pomata antibiotica per ridurre il rischio d’infezione.
Le smagliature sono strie di colore rosato (quelle neoformate) o madreperlaceo, molto simili a cicatrici. Si formano come conseguenza di una perdita di elasticità cutanea, dovuta a:
Predisposizione genetica;
Fattori ormonali, che riducono la produzione di collagene ed elastina da parte dei fibroblasti;
Repentine variazioni di peso, come quelle osservate in gravidanza o in caso di diete molto drastiche.
Le zone più colpite sono il seno, l’addome, i fianchi, l’interno coscia e la parte esterna dei glutei.
Benché sia impossibile eliminarle del tutto, alcuni trattamenti permettono di attenuarle in maniera soddisfacente, ovvero:
Dermoabrasione chirurgica. Le frese rotanti del dermoabrasore, rimuovendo lo strato superficiale dell’area interessata, innescano un processo infiammatorio che stimola la guarigione e la sostituzione del tessuto smagliato con del nuovo.
Laser erbium e laser a CO2. Le radiazioni emesse vaporizzano il tessuto smagliato e, penetrando nel derma, ne stimolano il ricambio. Sono efficaci anche nel trattamento delle smagliature bianche (quelle di vecchia data).
Luce pulsata (Dye laser pulsato). Essendo in grado di essere assorbito dai pigmenti rossi, é particolarmente efficace nel trattare le smagliature rosate, ovvero quelle di recente formazione, nelle quali sono ancora presenti dei piccoli vasi. Le radiazioni emesse vaporizzano il tessuto pigmentato, senza lasciare segni.
La cheratosi pilare, meglio conosciuta come “peli incarniti”, é un inestetismo alquanto comune che si manifesta soprattutto a livello di gambe, glutei e braccia. Si presenta come piccole escrescenze, bianche o rossicce, dovute all’accumulo di cheratina (la principale proteina epidermica) a livello del follicolo pilifero. L’ostruzione del follicolo impedisce la fuoriuscita del pelo.
Puoi approfondire cosa sono e perchè si formano i peli incarniti.
I peli incarniti possono essere rimossi efficacemente con la microdermoabrasione. L’azione abrasiva dei cristalli di corindone, infatti, consente la rimozione del tappo cheratinico e il conseguente ripristino della struttura follicolare.
La sindrome dei pori dilatati é un inestetismo tipico dell’età adolescenziale e si associa, spesso e volentieri, a seborrea (una produzione eccessiva di sebo, da parte delle ghiandole).
Tra i trattamenti più indicati per restringere i pori abbiamo:
Microdermoabrasione;
Peeling chimico superficiale con acido glicolico o, meglio ancora, con acido salicilico, che associa l’azione esfoliante all’azione antisettica nei confronti di microrganismi che potrebbero portare all’acne.
L’acne é una patologia cutanea infiammatoria, cronica e recidivante, che si manifesta con la presenza di comedoni, papulo-pustole e, nei casi più gravi, cisti.
I trattamenti dermoabrasivi possono essere distinti in:
Preventivi, come la microdermoabrasione e il peeling chimico superficiale (soprattutto all’acido salicilico), che aiutano a rimuovere le impurità, evitandone gli accumuli a livello dei follicoli e, quindi, la formazione di lesioni acneiche;
Sintomatici: vengono attuati quando le lesioni sono già comparse ma hanno superato la fase infiammatoria. Tra questi abbiamo:
Peeling chimici, come quello all’acido salicilico, al TCA o il white peel;
Laser Fraxel: grazie alla sua elevata selettività, consente di rimuovere le lesioni acneiche senza intaccare i tessuti sani circostanti. Anche in questo caso, sono richieste dalle 3 alle 5 sedute, distanziate di 2-4 settimane.
La cicatrice rappresenta l’esito della guarigione di lesioni molto profonde, e si forma per deposizione di collagene fibroso da parte dei fibroblasti. SI può presentare:
Più chiara o più scura, rispetto alla cute che la circonda;
Piana, in rilievo o infossata.
Qualora vi siano dei difetti della cicatrizzazione, la cicatrice può assumere dimensioni abnormi; in questo caso si parla di cheloide.
Tra i trattamenti più utilizzati per la correzione abbiamo:
Dermoabrasione chirurgica;
Peeling chimici con profondità dipendente dal tipo di cicatrice. Tra i più indicati, quello al TCA.
Trattamenti laser. Tra questi:
Laser a CO2 per quelle molto profonde;
Laser Erbium e luce pulsata (Dye laser pulsato) per quelle superficiali e per i cheloidi.
Il laser Q-switched può essere utile per distruggere i capillari che possono formarsi all’interno del cheloide.
Si tratta di formazioni benigne provocate dall’HPV (virus del papilloma umano). Sebbene l’aspetto dipenda dall’area colpita e dal ceppo che l’ha provocata, sono costituite da un nucleo altamente vascolarizzato, rivestito da strati di epidermide.
Approfondisci i vari tipi di verruche.
Per la rimozione, possono essere utilizzati:
Peeling (semplici o composti) all’acido salicilico e all’acido lattico;
Laser a CO2.
Al fine di ottenere buoni risultati, é fondamentale che l’intervento venga eseguito da personale medico altamente qualificato. La dermoabrasione chirurgica e alcuni trattamenti laser possiedono effetti permanenti; tutte le altre tecniche necessitano di sedute di mantenimento, di trattamenti “fai da te” o effettuati dall’estetista, in modo da prolungarne gli effetti. Inoltre, i vari trattamenti dermoabrasivi devono essere effettuati lontano dal periodo estivo: provocando un assottigliamento della cute, infatti, la rendono più sensibile alle radiazioni solari.
I costi del trattamento possono subire notevoli variazioni a causa di diversi fattori:
Notorietà del medico specialista;
Tipologia di dermoabrasione, quindi se viene effettuata con il laser, piuttosto che con il dermoabrasore o con acidi;
Applicazione della tecnica utilizzata. Il trattamento laser, per esempio, può avere costi differenti se utilizzato per rimuovere le macchie o i tatuaggi;
Estensione dell’area da trattare.
In linea generale, possiamo dire che:
Il trattamento di dermoabrasione chirurgica può costare dai 500 ai 1200€;
Il trattamento di microdermoabrasione intorno ai 130-150€ a seduta;
I trattamenti laser possono costare dai 150 ai 450€ a seduta (per la rimozione di macchie, tatuaggi, capillari in evidenza), dai 500 agli 800€ per il ringiovanimento del viso.
La dermoabrasione chimica può costare dai 130 ai 150€ a seduta.
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