Cos'è il cyberbullismo? Come ci si può difendere? Quali sono le possibili azioni legali? Il bullismo virtuale è molto diffuso, ne è vittima un quarto dei minorenni italiani. Vediamo come prevenire ed arginare questo fenomeno.
Il cyberbullismo è una sottocategoria del bullismo. Allora per capire bene di cosa si tratta delineiamo prima i tratti essenziali del bullismo, e quelli del cyberbullismo.
È importante conoscere a fondo questo fenomeno che affligge molti ragazzi ma da cui, con i giusti mezzi, è assolutamente possibile difendersi.
Bullismo. Il termine bullismo indica un insieme di attività discriminatorie protratte nei confronti di una persona da parte di un individuo o di un gruppo di persone. Le azioni possono essere di vario genere: denigratorie, vessatorie, infamatorie e così via. E’ un fenomeno complesso che coinvolge prettamente i bambini e gli adolescenti e che si sviluppa per lo più nell’ambiente scolastico, dinanzi a un “muro” di persone che solitamente rimangono inermi, interdette, bloccate o distaccate dagli eventi cui assistono, finendo per divenire parte degli atti discriminatori stessi.
Il cyberbullismo è quindi un’attività di bullismo, svolta però attraverso la rete internet. Se nel bullismo, quindi nella realtà, i personaggi che abbiamo individuato sono sempre ben distinti ed identificabili, nel cyberbullismo è possibile che alcune caratteristiche siano più difficilmente delineabili.
Casi di cyberbullismo: uno sguardo alla realtà. Casi reali di cyberbullismo, non legati all’ambiente scolastico, sono quelli che seguono e sono legati sia all’ambiente maschile che femminile.
|
Dopo aver delineato il fenomeno vediamo adesso di tracciare un quadro dei protagonisti attivi e passivi di queste dinamiche e le differenze dei loro ruoli nel bullismo reale ed in quello virtuale:
Il bullo. Come abbiamo detto il soggetto che protrae azioni discriminatorie può farlo da solo o in gruppo. Le sue azioni possono essere di vario tipo e rivolgersi anche a più soggetti contemporaneamente. Il bullo si contraddistingue per il suo atteggiamento per lo più prepotente, arrogante e per la sua mancanza di rispetto e sensibilità verso alcune persone o riguardo determinate problematiche.
Il cyberbullo agisce tramite la rete internet: i messaggi, i video, le chat, i social network e così via, ma i meccanismi di intimidazione, sottomissione, discriminazione e violenza, seppur virtuali, rimangono identici a quelli attivati nel bullismo classico.
La cerchia. Generalmente anche se il bullo opera singolarmente, è sempre circondato da “tipi” ideali, i cosiddetti compagni d’avventura, che si differenziano tra chi appoggia il bullo (ad esempio ridendo alle sue battute), chi incita il bullo (ad esempio proponendogli scherzi nei riguardi di un coetaneo), chi vede il bullo come un idolo (persone che applaudono il bullo dopo uno scherzo, una battuta, un’azione).
La cerchia nel cyberbullismo può esserci oppure no. In rete infatti è possibile che il bullo operi in modo totalmente individuale, anche se spesso, anche in queste occasioni trova riconoscimenti e apprezzamenti da parte di altre persone che finiscono per incitarlo, eccitarlo ed esaltare la sua prepotenza.
La vittima. La vittima dei bulli è un soggetto che per un motivo, anche banale o poco importante, è stato preso di mira e per questo può subire dalle azioni più blande a quelle più subdole. Solitamente qualcosa individuata come diversità è ciò che scatena l’ira e la violenza dei bulli: un colore della pelle differente, l’omosessualità, una caratteristica fisica (l’eccessiva magrezza, l’obesità, l’avere dei brufoli e così via) o una caratteristica personale che viene stigmatizzata e indicata come eccessiva fino all’ esasperazione. Si può trattare di violenza fisica (manifestandosi con schiaffi, pugni e aggressioni di vario genere, sia verso la persona che verso i suoi oggetti personali), che di violenza psicologica (perenni derisioni, diffusione di pettegolezzi on line, battute, racconti più o meno reali, fino a ricatti veri e propri). La vittima nel cyberbullismo diviene tale per le stesse motivazioni per cui diviene vittima nel bullismo: la diversità. E’ sempre qualcosa, infatti, a stimolare la rabbia, la violenza e l’insensibilità dei bulli o dei cyberbulli.
Ci conosciamo? La possibile mancanza di un rapporto diretto tra cybervittima e cyberbullo nella realtà. Sembrerà incredibile e forse ancora più grave per certi versi: mentre nella realtà deve necessariamente esistere anche la minima relazione o conoscenza tra la vittima e il bullo, nel cyberbullismo potrebbe non esserci alcun rapporto fisico diretto, ma manifestarsi tutto tramite mezzi di comunicazione “virtuali”. |
Il pubblico nel cyberbullismo, un po’ come la cerchia, può sia esserci che non esserci. Quando è presente è rappresentato da tutte quelle persone che percepiscono o sanno che si stanno perpetuando delle violenze o forme di stigmatizzazione verso un soggetto divenuto ormai debole e inerme. Non fanno nulla per cambiare le sorti di cyberbullo e cybervittima. Sono quindi coloro che leggono commenti on-line ma non rispondono nè segnalano gli abusi; coloro che sono a conoscenza del fatto che un bambino venga tempestato da messaggi intimidatori ma non si “intromettono” nella questione. Tutti coloro, insomma, che non immaginano quanto positivamente potrebbero influenzare il corso degli eventi e lasciano al loro destino i soggetti che vedono in difficoltà e i bulli che agiscono liberamente.
Cosa identifica nello specifico il cyberbullismo? Oltre a quelle definite fino ad ora esistono delle altre caratteristiche tipiche di questo fenomeno che si ripetono quasi costantemente e che lo differenziano dal bullismo per cosi dire classico:
Fino ad ora abbiamo parlato delle forme di cyberbullismo in generale, proviamo invece a definire in modo più netto le diverse manifestazioni di questo fenomeno anche se va sempre tenuto presente che è una classificazione del tutto accademica e spesso la distinzione non è cosi netta.
Happy Slapping: la nascita del cyberbullismo in Italia. I bulli amano diffondere reali eventi o accadimenti che riguardano il soggetto, ma al fine sempre di turbarlo, ferirlo, denigrarlo o emarginarlo, ad esempio sottoforma di pettegolezzi on-line. Proprio così si è manifestata la prima forma di cyberbullismo in Italia, esattamente nel 2006, quando dei ragazzi hanno diffuso un video, fatto col cellulare, in cui picchiavano un ragazzo disabile. Nello specifico, le azioni violente riprese e diffuse fanno parte di uno specifico fenomeno che viene indicato come Happy slapping (letteralmente: “schiaffeggiare in allegria”). |
I ragazzi che incappano in questo nuovo fenomeno sociale, tendono ad avere una psicologia delicata e presentano delle forme di disagio che un genitore può e deve essere pronto a captare.
Il loro disagio interiore diviene facilmente una forma di devianza conclamata attraverso comportamenti e stili di vita.
Inoltre, in casa, il bambino o il ragazzo, tende ad assumere precisi atteggiamenti che devono risuonare come un campanello d’allarme alle orecchie di chi gli sta vicino.
Il cyberbullismo, ma in generale le forme di sottomissione e quindi di generico bullismo, sono infatti tra le cause di suicidio dei minori, che spesso, sormontati dalle persecuzioni, dalle derisioni, dall’isolamento, non vedendo altra via d’uscita né forme di possibile aiuto e finiscono per credere che morire sia l’unica forma di evasione da un tale disagio.
Vale la pena, allora, osservare i bambini che amiamo, che siano i nostri figli, gli alunni della classe in cui insegniamo o dei ragazzi a cui vogliamo bene.
È dimostrato come solitamente i ragazzi che si confrontano col fenomeno del bullismo in generale e del cyberbullismo nello specifico, abbiano:
In generale sembra che le attività più gravi riguardino la diffusione di video e/o foto personali, azioni che minano la stima e la dignità della persona. Particolarmente sentite appaiono anche le telefonate persecutorie, mentre riescono ad avere conseguenze minori i tipici messaggini denigratori.
I bulli invece possono andare incontro ad altre forme di devianza oltre quella di praticare il cyberbullismo e presentano una serie di comportamenti:
Bisogna fare delle riflessioni importanti sul fatto che spesso anche il bullo, per diversi aspetti, è una vittima, una persona che soffre e ha bisogno d’aiuto, come tutti noi.
Diverse tesi ormai sostengono che per genitori e amici è molto importante osservare il comportamento dei ragazzi e imparare a capire le manifestazioni del loro malessere.
L’esempio è importante: un corretto uso di Internet. E’ bene insegnare ai bambini e ai giovanissimi il corretto utilizzo della rete internet, dei social network e di facebook che ormai sono presenti nella vita di tutti. Nel corretto utilizzo di internet rientrano ovviamente:
Un buon esempio da parte dei membri della famiglia può davvero fare la differenza! |
Se hai capito di essere vittima di cyberbullismo, segui alcune regole fondamentali:
Numeri utili: chi chiamare in caso di bisogno. Esiste innanzitutto un numero verde 800669696, a cui ci si può rivolgere e chiedere tutto ciò che serve per capire se è davvero vittima di bullismo e per avere chiarimenti circa il comportamento che può tenere verso i bulli. È un numero a cui si possono segnalare azioni di bullismo e cyberbullismo, sia personali, sia che riguardino amici o conoscenti. Il ragazzo potrà così ricevere tutte le informazioni che desidera, da parte di persone che non lo conoscono e con cui può sfogarsi, esattamente dal Lunedì al Venerdì dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 19. È totalmente gratuito e mira ad essere di supporto soprattutto a bambini e ragazzi. Esistono anche altre linee, in cui gli operatori si confrontano per lo più con urgenze, casi particolarmente gravi o che necessitano di un intervento immediato. È il caso del 114, una linea d’emergenza gestita dal Telefono Azzurro, attiva 24h su 24h, pronta ad intervenire in caso di immediato bisogno. È bene comunque cercare di far capire ai più piccoli che è estremamente importante parlare e confidarsi sempre con qualcuno di cui ci si fida: un genitore, un parente, un amico più grande. Sono loro che con esperienza e amore riusciranno a trovare il modo migliore per aiutarli senza farli sentire inadeguati, confusi o colpevoli di qualcosa. |
Il Ministero della Pubblica Istruzione ha emanato una Direttiva sul cyberbullismo in cui ha indicato agli insegnanti di essere particolarmente severi con chi utilizza cellulari nelle ore di lezione.
Alle scuole ha imposto di diffondere dei regolamenti specifici circa l’utilizzo di pc, risorse e reti informatiche e di diffondere notizie e cultura contro il cyberbullismo, intrattenendo rapporti con i genitori degli alunni, i quali devono essere pronti a fronteggiare un fenomeno complesso come questo e devono mediare, assieme alla scuola come istituzione, una soluzione e delle linee guida contro di esso.
Pare quindi che per contrastare un fenomeno come il cyberbullismo sia necessaria qualche forma di prevenzione che coinvolga direttamente i genitori, i quali devono essere consapevoli dei mali dei nostri tempi e incaricati di un’educazione mirata dei propri figli e di una protezione specifica nei loro riguardi.
La polizia postale ha anche realizzato un video contro il cyberbullismo per allertare la popolazione e renderla più consapevole dei propri doveri e dei propri diritti in materia.
Sai quando il cyberbullismo diventa un reato? Tramite la concretizzazione dei reati indicati in questi articoli del nostro codice penale:
528 “Pubblicazioni e spettacoli osceni”. Se è stato pubblicato qualcosa di personale e osceno, il cyberbullo può essere punito con reclusione fino a tre anni e con una multa non inferiore ad euro 103.
594 “Ingiuria”. Chi offende il decoro o l’onore di chiunque può essere punito con la reclusione fino a sei mesi e una multa fino a un milione di euro. Lo stesso vale per chi l’ingiuria la protrae con mezzi telegrafici o telefonici, disegni e scritti. Le pene aumentano se si tratta di un fatto preciso e se il fatto è commesso dinanzi a più persone.
600 ter “Pornografia minorile”. Punisce chi diffonde materiale relativo a minori di 18 anni, chi diffonde materiale a fini di “adescamento o dello sfruttamento sessuale”, chi divulga materiale creato tramite sfruttamento minorile e chi induce minori a spettacoli/esibizioni a luci rosse. Le pene variano e si può arrivare alla reclusione di 12 anni e alla multa di 240.000 euro (anche se in caso di minori le pene sono ridotte).
615 bis “Interferenze illecite nella vita privata”. Mira a punire chi riprende o registra indebitamente scene di vita privata e chi le diffonde con qualsiasi mezzo.
La normativa c’è, anche se chiaramente va sempre evolvendosi con il fenomeno stesso.
Il cyberbullismo, quindi, può essere individuato e deve essere combattuto.
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Dimagrire Esercizi Diete Bellezza Psicologia Integratori Gravidanza Massaggi Applicazioni