La cicoria è un’ erbacea diffusa ovunque di cui si conoscono molte specie selvatiche.
Esistono anche varianti coltivate che differiscono da quelle spontanee per alcune caratteristiche nutrizionali, ma non per contenuto calorico. La cicoria è conosciuta per le sue molteplici proprietà , ma non è esente da controindicazioni. Scopriamone di più…
La cicoria è un’erbacea commestibile che cresce spontaneamente ed è diffusa praticamente ovunque, in tutti i continenti, ma il suo habitat preferito sembra essere quello collinare e di montagna. Si presenta con foglie allungate e verde scuro, con peluria diffusa. Il fiore è celeste o bianco in alcune varietà.
Esistono diversi tipi di Cichorium intybus, alcune si differenziano per delle caratteristiche particolari: una varietà si differenzia dalle altre per l’assenza di peluria (glabratum), un’altra ancora per l’utilizzo della radice (sativum o cicoria da caffè).
Le piante di cicoria selvatiche commestibili sono quelle più giovani, il cui fogliame è ancora tenero. Con il passare del tempo le foglie esterne tendono a formare strutture spinose che la rendono non più commestibile.
La variante più diffusa tra quelle selvatiche è la Cichorium intybus intybus ed è caratterizzata da proprietà e valori nutrizionali molto simili alle altre varianti selvatiche. Ci sono anche varietà di cicoria coltivate, come l’indivia belga e la cicoria da taglio, che posseggono valori nutrizionali leggermente diversi.
Calorie e valori nutrizionali
Le varietà di cicoria da campo (o selvatica), hanno un apporto calorico pari a 10 kcal per 100 grammi .
La composizione in nutrienti è la seguente:
acqua 93,4 grammi
carboidrati 0,7 grammi
proteine 1,4 grammi
grassi 0,2 grammi
Tra i sali minerali spicca il calcio con 74 mg mentre in discrete quantità è presente il fosforo (31 mg). Particolarmente rappresentata è la vitamina A, mentre in modeste quantità si trovano la vitamina C e le vitamine del gruppo B. In tutte le varietà di cicoria da campo si trovano elevate quantità di fibre.
La cicoria da taglio (catalogna) apporta 12 kcal per 100 grammi ed è composta da:
acqua 95 grammi
carboidrati 1,7 grammi
proteine 1,2 grammi
grassi 0,1 grammi
In questo tipo di cicoria bene rappresentati sono alcuni sali minerali come il potassio (180 mg) e il calcio (150 mg), in minori quantità si trovano anche ferro, fosforo e sodio. La vitamina più rappresentata rimane la vitamina A e, in piccole concentrazioni, anche la vitamina C e del gruppo B. Bassa è la quantità di fibre.
La varietà più dolce tra le cicorie è l’ indivia belga (o cicoria bianca), le cui kcal per 100 grammi sono 18, ripartite in:
carboidrati 3,2 grammi
proteine 0,7 grammi
grassi 0,3 grammi
La quantità di acqua in 100 grammi è paria a 93,4 grammi, ma questo tipo di cicoria presenta scarse quantità sia di sali minerali, sia di vitamine, sia di fibre.
Va precisato, inoltre, che la cottura inattiva le vitamine e se avviene in abbondante acqua anche la maggior parte dei sali minerali viene persa.
Proprietà della Cichorium intybus.
La cicoria di campo rispetto a quella coltivata, contiene numerosi antiossidanti che la pianta produce per proteggersi dai raggi UV, dai parassiti e dai danni causati dalle intemperie. Tuttavia, nella varietà coltivata detta catalogna sono presenti in maggior concentrazione i sali minerali e le vitamine.
Tutte le varietà di cicoria condividono alcune proprietà peculiari della pianta dovute alla presenza di molecole come la colina, l’acido caffeico, l’acido dicaffeiltaratrico e l’inulina.
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proprietà antitumorali. Tutti i tipi di cicoria, ma soprattutto quelle selvatiche, presentano grandi quantità di tannini, potenti antiossidanti capaci di inattivare i radicali liberi, molecole reattive che possono arrecare danni al DNA delle cellule, trasformandole in cellule cancerose.
Azione modulatrice sulla flora batterica. In tutti i tipi di cicoria è presente una particolare fibra detta inulina formata da molte molecole di fruttosio. L’inulina, nell’intestino, favorisce la crescita dei batteri “buoni” (bifidobacteria) che compongono la flora intestinale, inibendo la proliferazione di quelli nocivi.
Proprietà anti-infiammatorie. Nelle foglie e soprattutto nelle radici della cicoria è presente l’acido caffeico (lo stesso acido caffeico presente nel caffè verde, non tostato). La varietà di cicoria selvatica più ricca di questa molecola è la sativum. L’acido caffeico, oltre ad essere un potente antiossidante, è in grado di inibire degli enzimi coinvolti nell’innesco dell’infiammazione (ciclossigenasi). L’effetto antiflogistico è aumentato dall’azione della colina, anch’essa presente nella cicoria, e che agisce abbassando i livelli di proteina C reattiva, responsabile dell’avvio del processo infiammatorio.
Proprietà digestive. Le sostanze amare (lattoni sesquiterpenici) della cicoria responsabili del suo peculiare sapore, favoriscono la secrezione di succhi gastrici favorendo la funzione digestiva.
Proprietà eccitanti. Già noto alla cultura popolare è il potere eccitante sull’organismo della cicoria. La molecola grazie alla quale la cicoria gode di questa fama, è l’acido dicaffeiltaratarico, che come la caffeina, ma in modo più blando, stimola la sintesi di adrenalina, un ormone capace di stimolare una serie di funzioni: vasodilatazione, aumento della frequenza cardiaca, sudorazione, aumento delle attività cerebrali.
Effetto diuretico. Le varietà di cicoria coltivata contengono moltissimo potassio, che, a livello renale, contrappponendosi all’azione del sodio, favorisce l’eliminazione di acqua attraverso le urine. In questo modo l’organismo si libera dalle scorie e dalle tossine i circolo. Di questa proprietà depurativa a giovarne è soprattutto il fegato, organo in cui tendono ad accumularsi gli scarti del metabolismo.
Azione ipocolesterolemizzante. Grazie alle sostanze amare, durante la fase digestiva, la cicoria stimola la secrezione della bile. I sali biliari sono formati a partire dal colesterolo ad opera delle cellule del fegato (epatociti). Per questo la cicoria, attraverso lo stimolo della secrezione biliare, favorisce lo smaltimento del colesterolo in eccesso accumulato nel fegato.
La cicoria nella dieta.
Nel contesto di una dieta ipocalorica la cicoria può essere consumata liberamente visto che apporta pochissime calorie.
Può essere mangiata con tranquillità anche dai diabetici, in quanto gli zuccheri presenti nella cicoria sono disposti in modo da formare fibre non completamente digeribili (inulina) e che rilasciano gli zuccheri gradualmente a livello intestinale. In questo modo la glicemia nel sangue non raggiunge alti livelli.
La cicoria coltivata è quella più adatta agli sportivi in quanto contiene maggiori quantità di sali minerali utili a ripristinare il bilancio idrosalino dopo un allenamento.
Ricordiamo però che la cicoria andrebbe mangiata cruda, con la cottura il contenuto vitaminico si annulla e gran parte dei sali minerali viene dispersa.
In cucina
la cicoria selvatica viene da sempre utilizzata per insaporire frittate, o per realizzare minestre insieme alla carne di maiale o ai fagioli. Le foglie più giovani e tenere possono essere consumate crude mischiate all’insalata.
Anche la catalogna viene utilizzata per la preparazione di zuppe, o minestre, o saltata in padella con salsiccia o pancetta.
L’indivia belga, con foglie più corte e concave, adatte ad accogliere un ripieno, si presta alla preparazione di piatti sfiziosi. Si possono realizzare involtini con speck o prosciutto da gratinare e infornare, o si possono riempire le foglie di cicoria con salsa di gamberi o salmone per gustarle crude.
Altri usi: la cicoria in erboristeria.
Viste le sue proprietà questa pianta, ed i prodotti da essa derivati, vengono utilizzati come rimedio naturale in contro diversi disturbi.In particolare:
la cicoria fresca o essiccata viene utilizzata per preparare infusi dall’azione digestiva e depurativa. La cicoria, infatti, grazie alle sostanze amare in essa contenute, stimola la secrezione di succhi gastrici favorendo la digestione. Inoltre la cicoria catalogna, grazie all’elevato contenuto in potassio stimola la diuresi purificando l’organismo. Infine impacchi con infuso di cicoria sono utili a cicatrizzare ferite e brufoli. Nella pianta, infatti, sono presenti sostante ad azione antinfiammatoria (acido caffeico, colina).
In erboristeria si può trovare anche la tintura madre di cicoria ottenuta per macerazione della pianta in alcool e in cui i principi attivi sono molto concentrati. Per preparare una tisana con la tintura madre di cicoria (costo paria a10,00 euro la confezione da 50 ml) ne bastano 20-25 gocce in circa 200 ml di acqua bollente.
Controindicazioni
Il consumo di cicoria viene sconsigliato in presenza di alcune patologie:
Ulcere e gastriti. la cicoria stimola la secrezione gastrica aggravando l’infiammazione (gastrite), o le lesioni (ulcere) delle pareti dello stomaco.
Terapia anticoagulante con warfarin. Nei soggetti in terapia con coumadin (principio attivo: warfarin) il consumo delle verdure a foglia larga e verde come la cicoria è controindicato, in quanto questi vegetali contengono alte percentuali di vitamina K, che favorisce la coagulazione rendendo vano l’effetto del farmaco.
Allergia al nichel. La cicoria, sia di campo che coltivata presenta alte percentuale di nichel I soggetti allergici a questo elemento dovrebbero evitare il consumo di cicoria.
Calcoli renali. In caso di calcolosi renali non vanno proibiti gli alimenti contenenti calcio, ma piuttosto quelli ricchi di sodio, che inibiscono la diuresi e quelli contenenti ossalato di calcio, un composto che va a costituire la struttura dei calcoli. La cicoria viene definita “a medio contenuto di ossalati di calcio, quindi non va eliminata del tutto nella dieta per la calcolosi renale, ma il suo consumo va limitato fortemente.
La cicoria non ha particolari controindicazioni, in assenza di condizioni patologiche se viene consumata in quantità moderate, infatti, se si eccede nelle dosi può causare alcuni effetti collaterali intestinali:
diarrea e meteorismo: l’inulina, infatti, aumenta la fermentazione dei batteri, che anche se “buoni”, producono gas che a livello intestinale provocano gonfiore e dolori addominali. Quando l’attività della flora batterica aumenta viene alterato il meccanismo di cementazione delle feci con conseguente comparsa di diarrea.
Anche l’utilizzo della sola radice può causare questi effetti avversi in quanto, in questo distretto è presente una buona quantità di inulina.
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