La seguente guida si rivolge alle neo-mamme ed a tutte le donne interessate ad un futuro concepimento, proponendosi di chiarire alcuni dubbi, una volta terminata la gravidanza ed avvenuta la nascita del bambino, sul ritorno del ciclo mestruale e sulla ripresa di una regolare attività sessuale, senza il rischio di restare di nuovo incinte.
Esattamente come tutti gli altri processi di assestamento post- parto anche la ricomparsa del ciclo mestruale non è una cosa prevedibile con esattezza, in particolare nei casi in cui si allatta.
Durante la gravidanza il corpo della donna è soggetto ad una serie di cambiamenti, e dopo il parto, tutto l’organismo inizia un processo per ritornare alle condizioni di normalità, in altre parole la donna vive un momento che possiamo definire di ripristino di tutte le funzioni, compresa quella mestruale, che sono cessate durante la gravidanza.
Questa fase di ripristino viene definita puerperio e dura dalle due alle sei settimane.
Di seguito vengono riportate quelle che possono considerarsi come le fasi principali del processo di ripristino del ciclo mestruale.
Già dalla seconda settimana dopo il parto si possono verificare perdite di sangue, simili alle mestruazioni. Sono perdite, comunemente definite lochi, costituite da sangue misto a residui uterini che l’utero espelle per ripulirsi completamente. Anche se non si tratta di un vero e proprio ciclo mestruale, i lochi sono il segnale della ripresa dell’attività ovarica. Queste perdite si presentano di colore rosso vivo, poi man mano diminuiscono e cambiano colore fino a diventare biancastre. Durano dalle due alle otto settimane dal momento del parto.
Per evitare rischi d’infezione durante questo periodo è bene usare assorbenti esterni molto potenti, sostituendoli spesso, soprattutto nei primi giorni dopo il parto ed evitare i tamponi interni che non farebbero altro che ostacolare il normale flusso.
La prima vera mestruazione, una volta avvenuto il parto, compare dopo circa una quarantina- sessantina di giorni dalla nascita del bambino ed è chiamata capoparto. Questo è caratterizzato da perdite particolarmente abbondanti e da una durata spesso più lunga del solito (in genere dagli otto ai dieci giorni). Il ciclo mestruale dovrebbe ricomparire quindi entro le sette/sedici settimane dal parto. In caso di ulteriore ritardo occorre consultare uno specialista per un’indagine clinica.
Il ciclo mestruale è un fenomeno estremamente soggettivo, una volta ricomparso, può presentarsi con caratteristiche assai differenti a seconda della persona. Possono verificarsi cambiamenti di durata, di quantità del flusso mestruale e disturbi vari, che a volte possono intensificarsi o anche presentarsi in modo lieve rispetto al normale ciclo mestruale precedente la gravidanza.
All’inizio il ciclo si presenterà in maniera del tutto irregolare, quasi sicuramente con frequente ritardo, per poi stabilizzarsi da solo con il passare del tempo. Potrà presentarsi scarso o al contrario in maniera più abbondante.
Questi cambiamenti e queste irregolarità dipendono dalle variazioni innanzitutto fisiche, ma anche psicologiche avvenute durante la gravidanza, infatti il tutto si regolarizzerà col tempo una volta che l'organismo abbia ritrovato il normale equilibrio.
Nelle donne che allattano, il ritorno del ciclo si verifica generalmente più tardi, alla fine del periodo di allattamento, che può essere in genere di sei mesi, ma anche più lungo. Questo dipende dal fatto che la prolattina, l’ormone che stimola la produzione del latte, regola l’ovulazione. Succede quindi che la presenza di quest’ormone in quantità maggiore, tende a bloccare l’attività ovarica.
Approfondisci il rapporto tra allattamento e mestruazioni.
In ogni caso, durante questo periodo, le mestruazioni potrebbero anche ripresentarsi in modo saltuario o regolarmente tutti i mesi.
Questo ritorno del ciclo, farà verificare una riduzione della produzione del latte e potrebbe condurre, a causa della presenza di ormoni nel latte materno, ad alcuni disturbi nel lattante, ma non così gravi da far abbandonare l’allattamento.
In ogni caso allattare, anche se può rendere assenti o irregolari le mestruazioni, non significa che la fecondazione è bloccata e quindi assolutamente non protegge la donna da gravidanze indesiderate, in quanto potrebbero verificarsi improvvisi cali dell’ormone che riattivano l’attività ovarica. Ciò accade perché durante l’allattamento l’irregolarità del ciclo mestruale è altamente variabile e quindi non permette di prevedere il periodo fecondo. Per questo motivo è importante usare contraccettivi. Esiste una pillola contraccettiva, chiamata minipillola, compatibile con l’allattamento. Per quanto riguarda l’attività sessuale, può essere ripresa dopo almeno una ventina di giorni, se il parto è avvenuto per via vaginale e ci sono state delle lacerazioni, che devono cicatrizzare, anche se comunque è una cosa altamente soggettiva. Mentre nei casi di parto cesareo i tempi sono più brevi.
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