Le abbuffate compulsive incontrollate rientrano nei disturbi alimentari. Scopriamo le cause, i rischi ed i rimedi per vincere questo comportamento caratterizzato da assunzioni smisurate di cibo anche di notte.
Il disturbo da abbuffate compulsive incontrollate, in cui il soggetto assume quantità di cibo smisurate, rientra generalmente nella categoria dei cosiddetti NAS ovvero Disturbi Non Altrimenti Specificati. Oltre a quelle patologie che sono diventate tristemente note, come l'obesità, l'anoressia e la bulimia, le cui cause, sintomi e diagnosi sono state in qualche modo riconosciute e classificate ufficialmente, esistono, infatti, tutta una serie di comportamenti alimentari che, pur presentando molte affinità con le patologie sopra elencate, non ne manifestano tutti i sentori.
Molto spesso riuscire a curare i soggetti affetti da NAS può risultare più difficoltoso rispetto a quelli con patologie completamente conclamate in quanto, in questi casi spesso la manifestazione dei sintomi è meno evidente, rispetto, ad esempio, ad un soggetto anoressico in cui diventa evidente la patologia a causa dell’evidente perdita di peso.
Sebbene non ufficialmente classificate, anche nella categoria dei NAS è possibile però individuare e distinguere diverse tipologie di disturbi come possono essere il Binge Eating Disorder e la Night Eating Syndrome, entrambe caratterizzate da abbuffate compulsive.
Il Binge Eating Disorder, conosciuto in Italia come disturbo “da alimentazione incontrollata", si caratterizza per il fatto che i soggetti assumono in un arco di tempo abbastanza ristretto, così come avviene nella bulimia, una quantità di cibo spropositata, perdendo letteralmente il controllo delle proprie azioni e passando indistintamente da cibi salati a cibi dolci senza prestare alcuna attenzione al gusto o al senso di sazietà.
Si tende, inoltre, a mangiare quando non si ha fame e in modo particolare lontano da tutti per non farsi vedere. Nascondersi è un chiaro segno che chi è affetto dal disturbo compulsivo prova vergogna di sé stesso e di ciò che fa. Nonostante il senso di colpa, però, chi è affetto da questo disordine non assume azioni volte ad eliminare il cibo ingerito come il vomito o l’uso di lassativi e diuretici.
Un'alta percentuale dei soggetti affetti dai disturbi da alimentazione incontrollata è costituita da donne di età compresa tra i 30 e i 40 anni, se non addirittura più adulta.
Come si evince dalla dicitura la Night Eating Syndrome è un disturbo che spinge l’individuo ad alimentarsi in maniera incontrollata soprattutto nelle ore notturne.
I sintomi di chi è affetto dalla Night Eating Syndrome si palesano in:
Ciò che la Night Eating Syndrome ha in comune con il Binge Eating Disorder è il mancato interesse ad eliminare il cibo ingerito e la tendenza ad avvertire senso di colpa, scarsa stima di sé e del proprio corpo.
Le cause di questi disturbi non si conoscono del tutto ma possiamo affermare che le abbuffate compulsive sono quasi sicuramente scatenate da:
Occorre precisare che si è affetti dal Binge Eating Disorder nel momento in cui le abbuffate non sono sporadiche ma piuttosto ricorrenti, non solo nel corso della giornata ma anche in più giorni a seguire.
Come abbiamo già detto chi soffre di un disturbo da alimentazione incontrollata tende ad assumere quantità di cibo molto elevate.
Ma cosa si preferisce mangiare e in quali modalità?
Generalmente si prediligono cibi molto calorici, dalla consistenza poco solida e che non prevedono cottura. In questo modo, non perdendo tempo con la masticazione e con le tecniche di preparazione dei cibi, gli alimenti vengono ingeriti più velocemente.
Inoltre si associano alle elevate quantità di cibo anche grandi quantità di liquidi: vengono preferite le bibite gassate in quanto, contenendo molti zuccheri, corrispondono alla caratteristica di alimento ipercalorico.
Ci sono però anche soggetti che hanno preferenze diverse più rispondenti ai propri gusti: c’è chi ingurgita solo frutta e verdura e chi mangia cibi precotti, surgelati se non addirittura scaduti e andati a male.
Il cibo preferito: il cioccolato perché … Tra i vari cibi presenti sul mercato chi soffre di abbuffate compulsive predilige in modo particolare quelli più gustosi come il cioccolato. Ma qual’è il motivo di tale scelta? La risposta è piuttosto semplice: il cioccolato favorisce una maggior produzione di serotonina, il cosiddetto ormone del buonumore, che per l’appunto permette al soggetto di sentirsi più soddisfatto della propria vita e della propria persona. Purtroppo l’effetto prodotto dal cioccolato, come da altri cibi appetitosi, non dura in eterno e ciò spinge l’individuo ad assumerne sempre di più. Si crea pertanto una sorta di dipendenza, di circolo vizioso che una volta conclusosi ha come unica conseguenza quella di sentirsi in colpa per aver mangiato in maniera incontrollata. Puoi approfondire il ruolo della serotonina nell'organismo. |
Il pericolo maggiore per chi soffre di "abbuffate compulsive incontrollate" è senza dubbio quello di sfociare nell'obesità, con tutti i rischi che questa malattia comporta:
Anche per i soggetti che riescono a controllare l'aumento di peso entro valori "normali", però, l'avere un regime alimentare squilibrato può essere ugualmente dannoso per l'organismo. Ricordiamo, infatti, che l’organismo per mantenersi in forma necessita del giusto apporto di proteine, vitamine e grassi e uno scompenso o un eccesso in tal senso può essere nocivo e creare:
Sono solo alcuni dei possibili rischi che un alimentazione squilibrata può avere nel lungo periodo.
Le abbuffate compulsive incontrollate non si configurano soltanto come patologie a sé stanti ma sono parte integrante anche di alcuni disordini alimentari come la bulimia e l’anoressia. Nel primo caso le abbuffate si presentano in maniera ricorrente e si è generalmente portati a mangiare qualsiasi tipo di cibo, dolce e salato, senza far caso al gusto e senza badare al senso di sazietà. Questi atteggiamenti incontrollati sono sempre seguiti da azioni volte ad eliminare la quantità di alimenti ingeriti: vomito, attività fisica estenuante, uso di diuretici e lassativi. Nel caso dell’anoressia, patologia in cui si tende a rifiutare il cibo, le abbuffate si presentano in maniera occasionale ma, come nella bulimia, sono sempre seguite da vomito o, in rari casi, dall’uso di lassativi. |
Per le patologie affrontate in questa guida esistono, per fortuna, cure e rimedi che inducono il paziente, qualora egli sia consapevole del suo disturbo e desideri superare il problema, alla completa e totale guarigione.
Come si può ben dedurre il fronte sul quale vanno affrontate non è univoco, al contrario le cure e le terapie devono essere molteplici per riscontrare dei risultati del tutto positivi.
Di solito i pazienti dopo aver sofferto per anni di un disturbo da alimentazione incontrollata e compulsiva si recano da uno specialista, di solito un dietologo, per ristabilire il loro peso.
Questo dato evidenzia chiaramente come nei soggetti stessi non sia presente la consapevolezza, o meglio la volontà di ammettere, di soffrire di un disturbo di origine psicologico, ritenendo che il problema nasca semplicemente da un errato regime alimentare.
E’ importante dunque che il dietologo, non si limiti soltanto a suggerire un regime alimentare corretto, ma indirizzi ed incoraggi il paziente ad intraprendere una terapia, singola o di gruppo, di tipo psicologico.
Terapie di questo tipo, i cui costi variano dai 35 ai 110 euro a seduta, sono essenziali per rieducare il soggetto non solo ad una corretta alimentazione, ma anche ad una completa accettazione di sé e del proprio aspetto fisico.
Esistono poi dei rimedi più pratici ed immediati che è possibile adottare sia per evitare il bisogno di abbuffarsi, sia per arginare il danno quando il bisogno è già preda di noi stessi.
Ad esempio:
imparare una o più tecniche di rilassamento per controllare gli stati di ansia;
impegnarsi in altre attività, per esempio dedicarsi ad un proprio hobby, quando ci si sente assaliti dal bisogno compulsivo ed incontrollato di mangiare.
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