Il rapporto tra febbre e gravidanza è molto particolare, in molti casi infatti avere qualche decimo di febbre può essere proprio il campanello d’allarme che fa sorgere nelle donne il dubbio di essere incinte, infatti quando si aspetta un bambino è normale che la temperatura corporea della donna subisca un leggero cambiamento aumentando di qualche grado. I profondi cambiamenti ormonali, fanno si che per alcune donne la temperatura normale si aggiri i intorno ai 37 ° sin dai primi giorni di gravidanza.
Quando invece la temperatura raggiunge i 38 °, è bene rivolgersi al proprio medico, poichè anche una semplice e banale infreddatura può essere più o meno fastidiosa per il bambino, soprattutto in particolari fasi della gravidanza, infatti l’attivazione del sistema immunitario nella mamma può provocare delle contrazioni dell’utero che nei casi più gravi possono comportare addirittura l’espulsione prematura del feto provocando un aborto. Sarà il medico che stabilirà la natura della febbre e consiglierà il rimedio più adatto, naturale o farmacologico. Vediamo di seguito una sintesi dei rischi in cui può incorrere la futura mamma in caso di febbre alta nei vari stadi della gravidanza.
Primo trimestre: |
nel periodo che va dal concepimento fino alla dodicesima settimana circa, la febbre elevata può rappresentare un problema per lo sviluppo corretto del sistema nervoso fetale poiché l’alta temperatura potrebbe interferire con lo sviluppo cellulare. Si possono quindi avere malformazioni fetali di diversa tipologia, in base alle cellule che vengono colpite. |
Secondo e terzo trimestre: |
la comparsa di febbre alta determina l’insorgenza di un processo infiammatorio che attiva massivamente il sistema immunitario materno determinando la comparsa di contrazioni uterine. Se ciò si verifica nel secondo trimestre possiamo avere il rischio di morte fetale per prematura espulsione del feto, se si verifica invece tra il sesto e l’ottavo mese, abbiamo il rischio di parto prematuro, che espone il neonato a diversi problemi dovuti al non completamento della gestazione. |
Parto: |
se la febbre compare nel periodo del parto il rischio che si presenta è la morte neonatale, ma non sono ancora stati chiariti i meccanismi. In tutti i casi in cui si osserva un rialzo della temperatura superiore ai 38°C bisogna consultare il medico immediatamente. |
Sebbene la febbre nella donna in gravidanza non provoca particolari problemi se non quelli che si manifestano in un qualsiasi adulto, per la madre, essa è pericolosa per feto, specialmente quando è particolarmente elevata, cioè quando supera i 38,5 – 39°C.
La normale temperatura di un individuo varia in un intervallo che va da 36 a 37°C, tale intervallo si modifica fisiologicamente in gravidanza. Fin dall’inizio della gravidanza infatti è normale riscontrare un leggero aumento della temperatura corporea di circa 3 – 5 decimi rispetto al valore di temperatura che si ha prima della gravidanza. Tale aumento è determinato dal massivo rilascio di progesterone che ha come effetto la vasodilatazione sanguigna a cui consegue un rialzo termico, per cui è assolutamente fisiologico avere dei valori di temperatura anche lievemente superiori a 37, il nuovo valore di temperatura rappresenterà la temperatura di riferimento. Quando invece la temperatura raggiunge i 38 gradi siamo in presenza di una patologia.
Le più comuni cause di febbre in gravidanza sono relative all’influenza, al raffreddore, e alle infezioni batteriche e virali, quest’ultime rare.
Le più frequenti infezioni batteriche in gravidanza sono determinate da E. Coli, che causa infezioni delle vie urinarie come la cistite, circoscritta alla vescica, che se non curata può estendersi agli ureteri (determinando pielite) e ai reni (determinando pielonefrite). L’infezione è causata dalla proliferazione dei batteri nella vescica, le donne sono più predisposte perché hanno un’uretra più corta e l’orifizio uretrale vicino all’ano e questo facilità il passaggio dei batteri dall’esterno fino alla vescica. I sintomi della cistite sono bruciore durante la minzione, senso di pesantezza al basso ventre, febbre e un frequente stimolo ad urinare, a volte si ha anche la comparsa di sangue nelle urine. Una cistite può provocare rottura delle membrane che avvolgono il feto e quindi parto prematuro, ma i meccanismi con cui questo è determinato non sono ben chiari, né sono riportati in tutte le gravidanze in cui si verificano infezioni delle vie urinarie.
La febbre può essere provocata anche da influenza e raffreddore, malanni tipici della stagione invernale. Sono di origine virale ma hanno un’entità lieve rispetto alle infezioni virali vere e proprie, vengono quindi chiamate affezioni virali.
Influenza: è causata da un virus che varia ogni anno e i suoi sintomi sono febbre alta, dolori muscolari, inappetenza. Il virus non provoca complicazioni alla gravidanza né conseguenze per il feto, per cui l’unico rischio concreto è rappresentato dal forte aumento della temperatura, che di solito supera i 39°C.
Raffreddore: è causato da sbalzi termici e dal rinovirus, e provoca sintomi simili a quelli dell’influenza ma in aggiunta abbiamo naso chiuso, problemi respiratori e mal di gola. Non vi sono problemi relativi al virus per quanto riguarda il feto, quindi anche in questo caso il rischio è rappresentato dalla febbre che, anche se non raggiunge le temperature della febbre influenzale, raggiunge comunque i 38°C.
In gravidanza le infezioni virali sono molto pericolose, a prescindere dalla febbre, perché il virus può passare attraverso la placenta e raggiungere il feto. Tra le infezioni virali che causano la comparsa di febbre in gravidanza vale la pena citare quelle relative alle malattie esantematiche come rosolia e varicella.
Se ti interessa puoi approfondire i rischi di varicella e rosolia nelle diverse fasi della gravidanza.
Che fare quando si presenta la febbre in gravidanza? Bisogna innanzitutto rivolgersi al medico per determinarne la natura, e successivamente ricorrere a metodi naturali o farmacologici per abbassare la temperatura. E’ importante stabilire quali sono i fattori scatenanti di questa febbre infatti se questa è dovuta ad un semplice colpo di freddo o di caldo l’unico rischio per il feto è costituito dall’innalzamento della temperatura per cui può essere sufficiente una terapia per riportare la temperatura ai valori normali, se invece la febbre deriva da un infezione virale o batterica i rischi per il feto sono legati all’aggressività dei virus.
Per la febbre in gravidanza si raccomandano il riposo e l’assunzione di liquidi per contrastare la disidratazione dovuta all’alta temperatura, ma abbiamo anche alcuni rimedi naturali:
Spugnature: con una pezza bagnata in acqua tiepida e aceto o in etanolo bagnare i polsi, le tempie, e le caviglie. Queste sostanze infatti “raffreddano” l’organismo aumentando la dispersione di calore e determinando l’abbassamento della temperatura corporea.
Omeopatia: se si ha il raffreddore o l’influenza è possibile utilizzare delle compresse a base di Anascoccinum che aiuta il sistema immunitario a contrastare i sintomi. E’ disponibile sotto forma di compresse da sciogliere sotto la lingua.
Alimentazione : succhi a base di pompelmo o di albicocca a cui aggiungere del miele, possono aiutare ad abbassare la temperatura perché aiutano ad eliminare le tossine e ad abbassare la temperatura, anche se il meccanismo di azione non è ben chiaro. E’ indicato anche il succo di arancia perché fornisce molta vitamina C che aiuta a difendersi dagli attacchi dei microbi e quindi ad abbassare la febbre.
I farmaci in gravidanza devono essere somministrati con cautela perché possono avere un effetto teratogeno, provocare cioè malformazioni fetali molto gravi. In gravidanza il farmaco utilizzato per curare la febbre è il paracetamolo, conosciuto meglio come tachipirina, una molecola ampiamente studiata che non ha effetti teratogeni sul feto e che quindi si può somministrare, sempre sotto stretto controllo medico, per far abbassare la febbre.
Diverso è il caso in cui la febbre sia determinata da infezioni batteriche, infatti bisogna associare al paracetamolo un antibiotico che contrasti la proliferazione batterica. Gli antibiotici ritenuti sicuri sono l’amoxicillina, le cefalosporine e la claritromicina, mentre l’antibiotico utilizzato contro la cistite, la ciprofloxacina, è ritenuta sicura ma entro certi limiti. Per le infezioni di origine virali può essere somministrato, in associazione al paracetamolo, un antivirale come l’aciclovir, ritenuto anch’esso sicuro. In ogni caso è bene ricordare che nessun farmaco è sicuro al 100%.
CORRELATI
Utilizziamo i cookie per personalizzare i contenuti e gli annunci, fornire funzioni social e analizzare il traffico. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando un qualunque suo elemento acconsenti all'uso dei cookie e dichiari di aver letto la nostra Cookie Policy e la Privacy Policy. Per saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie consulta la nostra Cookie Policy. |
Dimagrire Esercizi Diete Bellezza Psicologia Integratori Gravidanza Massaggi Applicazioni