L’assunzione di farmaci nel periodo della gravidanza rappresenta una problematica molto delicata. In linea teorica sarebbe meglio evitare di assumere qualsiasi tipo di farmaco durante i nove mesi di gestazione, ma questo non sempre è possibile.
Preservare la salute e la tranquillità della donna è prioritario durante questi nove mesi, ma bisogna fare in modo che questa priorità non arrechi danni alla salute del nascituro. Per questo motivo è molto importante che la donna consulti sempre il suo ginecologo, evitando in qualsiasi caso di assumere dei farmaci fai da te, anche se li ritiene innocui perché abituata a farne uso.
Alcuni tipi di farmaci infatti possono avere delle conseguenze anche molto gravi sulla salute del nascituro, e gli effetti sono direttamente correlati con la fase della gravidanza in cui li si assume.
Per molti farmaci non vi sono dati sufficienti in letteratura che accertano l’effettiva tossicità o non tossicità nei confronti del feto, ma vi sono alcuni farmaci come il paracetamolo o l’amoxicillina, per cui tali dati sono sufficienti e per tale motivo vengono ritenuti sicuri.
Scopriamo di seguito quali sono:
Farmaci consentiti: | Farmaci omeopatici consentiti: |
Paracetamolo: per febbre, influenza, mal di testa. | Mirtillo rosso: per la cistite. |
Spray nasali decongestionanti: per raffreddore. | Tiglio: per l’insonnia. |
Cortisonici da inalare: per rinite e asma allergica. | Psillio: per la stipsi. |
Amoxicillina e spiromicina: per infezioni. | Zenzero: per la nausea. |
Destrometorfano e benzidamina cloridrato: per tosse e mal di gola. | |
Antiacidi: per bruciore gastrico. |
L’utilizzo dei farmaci è altamente sconsigliato durante tutto il periodo della gravidanza poiché sono considerati pericolosi per il feto e possono provocare seri problemi. Il danno da farmaci si può verificare anche al momento del concepimento poiché magari non si sapeva di essere incinta e si sono presi dei medicinali.
Durante le prime tre settimane di gravidanza vige la regola del tutto o nulla, ovvero l’assunzione di certi farmaci può provocare o un aborto o non avere nessun tipo di effetto, mentre i farmaci assunti tra la terza e l’ottava settimana possono avere effetti teratogenetici provocando cioè delle malformazioni congenite; si calcola infatti che circa il 2- 3 % delle malformazioni nei neonati sia dovuta all’assunzione di farmaci.
Spesso però si presentano dei disturbi o patologie che necessitano dell’uso di medicinali, in questi casi va valutato il rapporto rischio/beneficio insieme al proprio medico.
In relazione alla gravidanza i farmaci vengono suddivisi in varie fasce di rischio precisamente cinque:
Fascia I o A: in questa fascia sono compresi i farmaci per i quali non è stato riscontrato nessun effetto sul feto dopo accurati studi sull’essere umano. In questa categoria troviamo l’acido folico e le vitamine, il paracetamolo (più comunemente conosciuto come tachipirina) e alcuni antibiotici come amoxicillina ed eritromicina.
Fascia II o B: in questa fascia abbiamo i farmaci che non hanno dimostrato effetti teratogeni sugli animali e che quindi non dovrebbero causare effetti nemmeno sull’uomo, anche se non vi sono studi che ne confermano l’effettiva non tossicità. Tra questi abbiamo l’allopurinolo, la calcitonina, il cloramfenicolo e il ketoprofene.
Fascia III o C : per questa classe di farmaci non esistono dati sull’uomo poiché non sono farmaci che si usano molto frequentemente. Tuttavia non hanno dimostrato effetti teratogeni sugli animali. Tra questi abbiamo l’aciclovir, la ranitidina e la gentamicina.
Fascia IV o D: per questi farmaci sono dimostrati effetti dannosi a carico del feto attraverso studi sugli animali ma non vi sono dati per l’uomo. Comprendono la rifampicina e la levodopa.
Fascia V o X: per questi farmaci è dimostrato l’effetto teratogeno sull’uomo. Tra questi abbiamo talidomide, metotrexato, warfarin e streptomicina.
I pericoli dovuti all’assunzione dei farmaci in gravidanza variano non solo in base al tipo di farmaco ma anche in base al periodo della gravidanza in cui si assumono. Durante le prime settimane di gravidanza per esempio è più elevato il rischio di aborto, ma vi sono anche altri problemi che possono sorgere persino durante il parto e l’allattamento. Vediamo quali farmaci sono pericolosi.
Durante il primo trimestre di gravidanza oltre al rischio di aborto possiamo anche avere il rischio di malformazioni fetali se si assumono alcuni farmaci come:
Antistaminici: questi farmaci, che si utilizzano in caso di allergia, possono causare malformazioni e restringimento del piloro.
Cortisone: se assunto in questo periodo può causare labiopalatoschisi (labbro leporino).
Progesterone: può provocare malformazioni di vario tipo che insieme sono note con il nome di sindrome vacterl, una patologia che causa malformazioni vertebrali, anali, esofagee, renali e problemi di crescita.
Farmaci per l’epilessia: possono provocare malformazioni alle ossa e al cuore.
Acido acetilsalicilico: più comunemente conosciuto come aspirina questo farmaco, se assunto in alte dosi, provoca malformazioni neurali.
Alcune vitamine, come la vitamina D in alte dosi, possono provocare malformazioni alle ossa della faccia e ai denti e restringimento dell’aorta.
In questi due periodi della gravidanza il rischio di aborto è minore ma non lo è il rischio di malformazioni derivanti dall’utilizzo di farmaci come:
Beta bloccanti: farmaci comunemente usati per curare l’ipertensione possono provocare al feto un rallentamento del battito cardiaco, difetti cardiaci e depressione respiratoria.
Antidepressivi e ansiolitici: questi farmaci possono causare tachicardia, ipotonia, ritenzione urinaria e ipotermia.
Corticosteroidi: causano insufficienza placentare e quindi il feto riceve meno ossigeno e meno nutrienti.
Nell’ultimo periodo della gravidanza precedente il parto alcuni farmaci possono provocare vari disturbi al feto non necessariamente riguardanti le malformazioni.
Sulfamidici: possono causare ittero neonatale e metaemoglobinemia.
Antistaminici e acido acetilsalicilico: determinano emorragie perinatali.
Betabloccanti: causano un abbassamento della pressione e ileo paralitico.
Diuretici: possono provocare squilibri elettrolitici nel feto.
Barbiturici: provocano problemi respiratori.
Anche durante il periodo dell’allattamento bisogna prestare attenzione ai farmaci che si assumono poiché non passano soltanto attraverso la placenta ma anche attraverso il latte e possono determinare problemi al neonato. Alcuni di questi vanno evitati completamente, altri invece possono essere assunti sotto stretto controllo medico poiché causano comunque effetti collaterali. Tra questi abbiamo:
Cimetidina: è un farmaco che si utilizza per l’ulcera e può provocare problemi a livello neurologico con danni al sistema nervoso e irritabilità del neonato.
Antitumorali: possono danneggiare il sistema immunitario del neonato a causa della loro elevata tossicità.
Ergotamina: si utilizza in caso di mal di testa ed emicrania e può causare problemi gastrointestinali come vomito e diarrea, e convulsioni.
Metronidazolo: è un farmaco che si usa in caso di infezioni vaginali e che può provocare alterazioni ematiche.
Lassativi: possono provocare diarrea al neonato.
Antistaminici: causano rallentamento dei movimenti e sonnolenza. Quelli specifici per l’asma possono causare tachicardia.
Farmaci per la pressione alta: possono provocare crisi ipotensive nel neonato.
Abbiamo precedentemente visto i farmaci da non assumere durante i vari periodi della gravidanza. Vediamo adesso una lista di farmaci che possono essere assunti e un elenco di quali invece vanno assunti con moderazione o sotto controllo medico e a volte anche evitati.
I farmaci permessi sono quelli che si possono utilizzare con relativa tranquillità durante tutto il periodo della gravidanza.
Antibiotici: |
gli antibiotici che possono essere utilizzati sono la penicillina e i suoi derivati, come l’amoxicillina, l’eritromicina o l’ampicillina. Inoltre sono permessi anche alcuni antibiotici che si utilizzano come disinfettanti urinari, tra cui la fosfomicina. Per infezioni gravi come la toxoplasmosi si utilizza la spiromicina, anch’essa ritenuta sicura. |
Farmaci per la tosse: |
possono essere assunti farmaci contenenti destrometorfano, acetilcisteina e ambroxolo. |
Antinausea: |
tra i farmaci antinausea e antivomito possono essere usati quelli a base di metoclopramide e a base di vitamina B6. |
Antidolorifici: |
il farmaco in assoluto più sicuro è il paracetamolo. Per chi soffre di emicrania è possibile utilizzare anche il metoprololo, che è un farmaco beta bloccante che si utilizza principalmente per la pressione alta. |
Antipiretici: |
come per gli antidolorifici anche per gli antipiretici il farmaco permesso è il paracetamolo. |
In questa categoria rientrano i farmaci che andrebbero evitati o che comunque vanno assunti valutando il rapporto rischio/beneficio con il proprio medico. Questi farmaci non hanno comprovati effetti teratogeni e per alcuni non si conosce nemmeno l’entità del danno che possono provocare o la certezza che provochino dei danni. Abbiamo:
Antibiotici: |
Sono da utilizzare con cautela gli antibiotici chinolonici come la ciprofloxacina perché possono causare problemi alle ossa del feto e gli antibiotici come rifampicina e cloramfenicolo perché possono determinare danni di varia entità. Gli antibiotici da evitare sono quelli a base di streptomicina, gentamicina e tetraciclina, perché sono in grado di attraversare la placenta e causare problemi a livello dei denti e dell’apparato vestibolare. |
Antidolorifici a base di salicilati: |
Questa tipologia di farmaci, che comprende i farmaci a base di acidoaceltilsalicilico. |
FANS: |
Sono farmaci antinfiammatori non steroidei come l’ibuprofene che possono essere utilizzati ma vanno evitati nei primi tre mesi e dopo la trentesima settimana perché potrebbero provocare problemi di irrorazione sanguigna del feto. |
Ipoglicemizzanti orali: |
Questi farmaci utilizzati per regolare la glicemia possono provocare abbassamento della glicemia anche con il rischio di ipoglicemia neonatale. |
Antitiroidei: |
Le donne che assumono farmaci per la cura della tiroide possono continuare la terapia purchè sotto stretto controllo medico poiché i farmaci devono essere accuratamente dosati in base alla tipologia del farmaco che si assume. |
Antidepressivi e ansiolitici: |
L'assunzione di benzodiazepine non sembra avere effetti sul feto, tuttavia è sempre bene limitare l’assunzione di queste sostanze non essendoci molti dati disponibili in letteratura. Sono da evitare gli antidepressivi a base di litio perché responsabili di malformazioni cardiache. |
Vaccini: |
I vaccini con virus attenuato (come quello per il morbillo o per la parotite) possono essere somministrati ma solo in caso di assoluta necessità. Vaccini a base di virus vivi o vaccino anti rosolia sono da evitare perché potrebbero causare infezioni fetali. |
Le conseguenze dell’assunzione di farmaci in gravidanza sul feto possono essere da lievi a molto gravi. Le conseguenze sono causate dal fatto che i farmaci riescono ad attraversare la placenta e quindi arrivano fino al feto. Possiamo avere:
Aborto: specialmente nelle prime settimane di gravidanza l’assunzione dei farmaci può provocare l’interruzione della gravidanza a causa dell’interferenza con i processi di impianto e crescita dell’embrione.
Teratogenicità: alcuni farmaci sono teratogeni, inducono cioè malformazioni congenite, quali la spina bifida o difetti del tubo neurale, nel feto. Questo dipende dal fatto che i farmaci causano numerose alterazioni, per esempio a carico degli organi genitali del feto, oppure a carico dei processi di crescita e sviluppo delle cellule, o ancora malformazioni ossee e cardiache o malformazioni degli arti come la focomelia o la labiopalatoschisi. Altri tipi di malformazioni riguardano il restringimento di importanti tratti dell’organismo come l’aorta o il piloro.
Problemi cardiocircolatori: alcuni farmaci possono determinare ipotensione difetti di ossigenazione placentare.
Anemie ed emorragie: specialmente se assunti nel periodo prossimo al parto alcuni farmaci determinano l’insorgenza di anemie emolitiche ed emorragie fetali.
Altre complicanze: possiamo avere l’insorgenza di ileo paralitico, cioè un’occlusione intestinale, squilibri elettrolitici e formazione di emoglobine anomale, problemi respiratori e ittero neonatale.
I farmaci assunti in gravidanza non provocano invece alterazioni genetiche e patologie a loro correlate, come la sindrome di Down, poiché tali alterazioni sono dovute a mutazioni preesistenti negli ovuli e negli spermatozoi.
Oggi sempre più spesso ci si affida all’omeopatia e alla fitoterapia per combattere alcuni disturbi in maniera del tutto naturale attraverso l’assunzione di principi attivi derivante da piante, erbe e fiori. Ma in gravidanza non tutti i farmaci omeopatici sono privi di rischi. Vediamo quali di questi farmaci sono concessi e quali invece vanno assolutamente evitati.
I rimedi omeopatici e fitoterapici possono aiutare la donna in gravidanza a curare piccoli disturbi senza ricorrere ai farmaci. Si consiglia in ogni caso di consultare il medico al fine di stabilire il dosaggio e le modalità di assunzione giornaliere. I farmaci fitoterapici che si possono assumere sono a base di:
Zenzero, utile nel trattamento contro la nausea.
Mirtillo rosso, utile se si soffre di cistite.
Psillio e hispaghul, se si soffre di stitichezza.
Tiglio, se si soffre di insonnia.
Alcune erbe sono invece assolutamente da evitare poiché possono provocare effetti indesiderati e rischiosi per la salute del bambino in quanto contengono varie sostanze potenzialmente dannosee. In particolare gli effetti che si riscontrano sono:
Aumento della contrattilità della muscolatura, compresa quella uterina, con rischio di aborto o parto prematuro. Tra le erbe che provocano questo problema abbiamo l’artiglio del diavolo, l’ippocastano, l’iperico, l’uncaria, l’arnica montana.
Variazioni nella coagulazione del sangue con rischio di trombosi o al contrario di emorragie. Tra questi abbiamo l’aglio che riduce l’emoglobina e i globuli rossi, l’uva ursina che può determinare distacco di placenta, il gingko biloba, l’olmaria e il salice che hanno azione antiaggregante sulle piastrine.
Effetti tossici e teratogeni. Tra questi abbiamo il fucus che può provocare tossicità alla tiroide del bambino perché ricco di iodio, la valeriana, che sembra avere effetti di mutagenesi, l’escolzia, che ha azione teratogena, il meliloto che causa tossicità epatica, la melissa, che può determinare l’insorgenza di allergia.
Fino ad ora abbiamo elencato i farmaci per classi di rischio, ne abbiamo consigliato o sconsigliato l’assunzione in base ai periodi e abbiamo visto quali farmaci sono concessi e quali no. Ma in pratica, quando si presenta un disturbo come dobbiamo comportarci, cosa possiamo prendere? Possiamo rivolgerci all’omeopatia? A chi dobbiamo rivolgerci? Vediamo alcuni consigli pratici.
Durante la gravidanza è comune soffrire di alcuni disturbi ma non è sempre facile capire quale farmaco utilizzare per evitare problemi al nostro bambino. Vediamo cosa fare in caso di:
Emicrania: se si soffre di mal di testa la prima scelta è quella del paracetamolo (nome commerciale tachipirina). In alcuni casi, se il paracetamolo non fa effetto, si può ricorrere anche all’ibuprofene (moment) ma soltanto nel periodo compreso tra la fine dei tre mesi iniziali e l’inizio della trentesima settimana. Anche l’acido acetilsalicilico (aspirina) si può assumere per il mal di testa, purchè il farmaco sia a basso dosaggio e per l’assunzione valgono le stesse regole dell’ibuprofene.
Bruciori gastrici : per contrastare questo fastidio dovuto all’aumento di volume dell’utero si può ricorrere ad antiacidi purchè non abbiano troppo bicarbonato di sodio, che potrebbe causare ipertensione nella madre.
Raffreddore, febbre e influenza: in caso di febbre da influenza e raffreddore si può utilizzare il paracetamolo o, a basse dosi, l’acido acetilsalicilico. E’ possibile anche utilizzare degli spray nasali decongestionanti per alleviare il fastidio del naso chiuso quando si è raffreddati. Se al raffreddore o all’influenza si accompagnano tosse e mal di gola si possono assumere rimedi ad azione locale come caramelle per la gola a base di benzidamina cloridrato (tantum verde, benagol). Sono da evitare invece le preparazioni omeopatiche come la propoli perché solitamente contengono alcol.
Insonnia: in caso di insonnia è bene ricorrere ad omeopatia e fitoterapia, utilizzando preparati a base di camomilla, passiflora, biancospino ma evitando le preparazioni alcoliche in gocce. Anche la melatonina è un buon rimedio ma non essendoci studi sufficienti in merito alla sua assunzione in gravidanza è bene assumerla sotto stretto controllo medico.
Infezioni: in caso di infezioni l’antibiotico prescritto normalmente è l’amoxicillina (zimox o augmentin).
Allergia: chi soffre di asma e rinite allergica durante la gravidanza può assumere cortisonici per inalazione mentre va evitato il cortisone per via orale.
Scopri quali tisane, anche fai da te, è possibile assumere in gravidanza e quando vanno assunte.
Se si ha un dubbio sull’assunzione di un farmaco e non si può contattare immediatamente il proprio medico esistono dei numeri verdi pensati proprio per le donne in gravidanza.
Ospedale Fatebenefratelli di Roma: 06/5800897
Policlinico Universitario di Napoli: 081/5463811
Ospedale San Paolo di Milano: 02/8910207Policlinico Gemelli di Roma: 06/3050077
Centro di Tossicologia di Bergamo: 800883300 (numero verde gratuito)
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