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Lipofilling, ovvero autolipotrapianto, in altre parole spostare il grasso da una parte del corpo ad un’altra. Conosciuto come intervento estetico può essere effettuato anche per alleviare alcuni disturbi. Approfondiamo tutte le indicazioni ed i risultati conseguibili, senza trascurare le controindicazione e i rischi associati a questo particolare intervento!
Il lipofilling, altresì noto come autolipotrapianto, è un intervento di chirurgia plastica che consiste nell’iniettare il grasso autologo, ovvero quello prelevato dallo stesso paziente, nelle zone corporee in cui vi è un deficit di questo tessuto, con lo scopo di riempirle e armonizzare i contorni.
Il lipofilling è quindi un comune filling in cui il filler è una sostanza iniettata prelevata dal nostro stesso corpo e che non possiede solo finalità estetiche, ma anche ricostruttive e funzionali.
Le origini di questa tecnica risalgono al 1989, quando il dottor Fournier effettuò la prima iniezione di grasso autologo non purificato, che nominò - per l’appunto - lipofilling; nel corso degli anni, naturalmente, la tecnica ha subito delle evoluzioni, fino ad arrivare a quella attualmente usata: la lipostruttura secondo Coleman (1997).
Il lipofilling è un vero e proprio intervento chirurgico, piuttosto invasivo. Il paziente interessato al trattamento dovrà necessariamente rivolgersi allo specialista, solitamente un chirurgo plastico, in modo da valutare l’entità del problema ed escludere la presenza di controindicazioni.
Superata la visita pre-operatoria e stabilito il giorno dell’operazione, il paziente:
Il giorno dell’intervento, il paziente verrà ricoverato in regime di day hospital, in quanto la procedura è poco invasiva, quindi può essere condotta in anestesia locale e consente la ripresa immediata delle attività meno impegnative.
L’intervento, che dura dai trenta ai sessanti minuti, può essere suddiviso in tre fasi fondamentali:
Più precisamente, la procedura è la seguente:
Al termine dell’operazione, verranno applicati dei bendaggi compressivi in corrispondenza dei siti di prelievo, in modo da limitare la formazione di edema ed ematomi (l’accumulo di sangue a seguito della lacerazione dei vasi); la medicazione, in genere, viene rimossa dopo circa tre settimane.
Una volta a casa, il paziente:
Come abbiamo accennato, il lipofilling consente di riempire o aumentare il volume delle aree nelle quali vi è un deficit di tessuto, non solo quello adiposo. Il meccanismo che porta agli effetti benefici, in realtà, è ben più complesso di quanto si possa pensare, poiché è collegato alla composizione dello stesso grasso.
L’adipe, infatti, è costituito da una popolazione cellulare piuttosto eterogenea, comprendente non solo gli adipociti (le cellule adipose propriamente dette), ma anche le cellule endoteliali (costituenti le pareti dei capillari sanguigni), le cellule emopoietiche (che danno origine alle cellule del sangue) e le cellule staminali multipotenti, dalle quali derivano, in base al sito d’innesto: cellule adipose, muscolari, ossee e cartilaginee (Gronthos et al., 2001; Coleman, 2006; Girard et al., 2014).
La presenza di cellule staminali fa in modo che il grasso trapiantato, oltre a fungere da riempitivo, favorisca anche la rigenerazione del tessuto ricevente, sia attraverso il differenziamento delle cellule staminali in cellule mature (adipociti, miociti, osteociti e condrociti), sia attraverso la produzione di segnali paracrini, ossia mediatori che stimolano la formazione di nuovi vasi sanguigni (fondamentali per la sopravvivenza dell’innesto) e il trofismo del tessuto ricevente.
Alla luce di quanto detto finora, quindi, il lipofilling può essere utilizzato con successo ed apporta molti benefici:
L’avanzare del tempo, complice uno stile di vita scorretto, determina la comparsa di rughe sempre più profonde e l’assottigliamento progressivo della cute, che porta allo svuotamento dell’ovale e alla minor definizione dei contorni. Il lipofilling, grazie all’azione riempitiva:
Anche le labbra tendono ad assottigliarsi e a perdere definizione col passare del tempo. L’utilizzo di sostanze biologiche come riempitivo consente di ottenere risultati molto naturali.
Gli antiestetici aloni scuri al di sotto della palpebra inferiore, che ci conferiscono un aspetto stanco e sciupato sono dovuti, nella maggior parte dei casi, alla presenza di solchi nella palpebra inferiore, che - colpiti dalle radiazioni - proiettano la loro ombra nella cute circostante. Il lipofilling, quindi, spiana le rughe responsabili del gioco di luce/ombra, restituendo luminosità e freschezza al contorno occhi.
Gli effetti riempitivi del lipofilling, infatti, possono essere sfruttati:
Il lipofilling, infatti, aiuta a riparare velocemente i tessuti lesi e stimola il rimodellamento della cicatrice, portando ad un miglioramento dell’aspetto, dell’elasticità e della morbidezza cutanea.
La necrosi, ovvero la morte dei tessuti, conseguente alla terapia antitumorale, ad interventi chirurgici o ad ustioni di varia natura viene contrastata grazie alla presenza delle cellule staminali che stimolano la rigenerazione dei tessuti danneggiati.
La lipodistrofia è la distribuzione anomala dell’adipe sottocutaneo che si manifesta, solitamente, con la perdita di grasso a livello delle guance e l’accumulo a livello di collo e dorso. Tra le cause più comuni, ricordiamo l’alterazione del metabolismo glucidico e lipidico (diabete, sindrome metabolica), e la terapia antiretrovirale in pazienti sieropositivi. L’iniezione di grasso autologo esplica al contempo un effetto riempitivo e rigenerante, grazie alla presenza delle cellule staminali multipotenti.
L’ emiatrofia facciale è una malattia rara caratterizzata dall’assottigliamento dei tessuti di metà volto, che inizia a colpire la cute, per poi passare a muscoli ed ossa. Anche in questo caso, gli effetti rigeneranti del lipofilling sono particolarmente importanti, vista la capacità delle cellule staminali di differenziarsi in adipociti, miociti e osteociti, aumentando l’ispessimento e la funzionalità dei tessuti atrofizzati.
Queste sono solo alcune, fra le tante condizioni, che è possibile correggere con la tecnica del lipofilling. Ma qual è la probabilità di successo dell’intervento?
Benché l’autolipotrapianto venga reputato tra le procedure più efficaci, i risultati conseguibili sono molto variabili, in quanto non è possibile predire con esattezza quanto grasso verrà riassorbito. Dalle statistiche, infatti, emerge che:
Una volta attecchito l’innesto, i risultati durano svariati anni, benché ogni tanto sia necessario ripetere il lipofilling, per prolungarne gli effetti.
Come visto in precedenza, infatti, il grasso viene riassorbito a causa della morte delle cellule trapiantate.
Cosa fare per prevenirlo? Come riportato da Girard et al. (2014), il protocollo utilizzato riveste un ruolo fondamentale:
Ma il lipofilling è sicuro? Presenta delle controindicazioni?
Come ben si sa, il lipofilling è una tecnica poco invasiva e più sicura rispetto agli altri filler, dal punto di vista immunologico (in quanto l’iniezione di grasso autologo non provoca reazioni allergiche), tuttavia non è completamente priva di rischi.
Esistono, infatti, delle reazioni avverse associate all’intervento:
L'autolipotrapianto, inoltre, è controindicato nei seguenti casi:
Ma quanto ci verrebbe a costare il lipofilling?
L’intervento, purtroppo, non è tra i più economici.
I prezzi variano in base alla notorietà dello specialista e al problema da trattare, ma in linea generale, parliamo di:
Quelli appena visti sono, in sintesi, i costi medi per la procedura più diffusa, meglio conosciuta come lipostruttura secondo Coleman.
Ti ricordiamo che le informazioni qui riportate hanno uno scopo puramente illustrativo, pertanto, è auspicabile che ti rivolga direttamente al medico specialista, per chiarire qualsiasi dubbio o curiosità in merito!
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