Linfodrenaggio (manuale o meccanico): benefici, controindicazioni e costi

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Approfondimenti sui benefici e controindicazioni del linfodrenaggio manuale o meccanico. Informazioni sui costi del drenaggio linfatico al viso, agli arti (gambe e braccia) ed all'addome e analisi delle diverse tecniche a confronto: dal metodo Vodder alla scuola di Leduc.

    Indice Articolo:
  1. La storia
  2. Cosa è ed a cosa serve?
  3. Le tecniche
    1. Metodo Vodder
  4. Benefic del massaggio drenante
    1. In estetica
    2. In medicina
    3. In gravidanza
  5. Controindicazioni
  6. I prezzi dei massaggi
  7. Il fisioterapista
  8. Linfodrenaggio manuale o meccanico?

Il linfodrenaggio, detto anche drenaggio linfatico, è una tecnica basata sulla manipolazione manuale del corpo che viene praticata similarmente ad un massaggio agendo, nello specifico, sul percorso del flusso dei vasi linfatici con una serie di benefici che verranno trattati in dettaglio. Secondo i fautori del linfodrenaggio, questa tecnica si distaccherebbe in realtà dagli altri massaggi, perché produttrice di efficaci effetti su cute e sottocute ma non sui muscoli. Il drenaggio linfatico manuale, o linfodrenaggio manuale è un tipo di massaggio molto utilizzato in medicina, ma pur essendo una tecnica al confine tra medicina ed estetica va detto però che gran parte della fama del drenaggio linfatico manuale è dovuta alla sua diffusione come terapia contro la cellulite.

Cenni storici: nascita e evoluzione del drenaggio linfatico.

La conoscenza parziale del sistema linfatico risale all’antica Grecia, ma uno studio innovativo viene dal medico Gaspare Aselli, il quale scoprì e dimostrò nel primo ventennio del seicento, l’esistenza dei vasi chiliferi.

Solo nella metà dello stesso secolo venne presentato uno studio che documentava l’azione depurativa dell’intero sistema linfatico nell’uomo (T. Bartholin).

Sono invece da attribuire a Mascagni, Sappey e Rouvière le prime mappe che tracciano il percorso linfatico, mentre il viennese Von Winiwarter fu il primo studioso a considerare il massaggio manuale un utile strumento per ottenere effetti benefici nel trattamento dei problemi linfatici.

Successivamente Vodder si interessò a tali studi ed insieme alla moglie e iniziò a sperimentare una particolare tecnica per curare le gambe gonfie, cercando di stimolare manualmente la circolazione della linfa corporea.

Grazie ai risultati ottenuti, nacque una nuova corrente di pensiero resa pubblica alla fine degli anni ’30 attraverso il metodo denominato “drenaggio linfatico Vodder”, dal quale è sorta una fondazione intitolata al suo scopritore (società per linfodrenaggio manuale del Dottor Vodder) con lo scopo di formare e seguire personale esperto.

Cos’è ed a cosa serve il linfodrenaggio.

Per linfodrenaggio si intende quel metodo che, tramite stimolazione manuale è capace di rimuovere ristagni liquidi accumulati negli spazi interstiziali e favorirne un corretto deflusso all’interno dei vasi linfatici, ovvero promuovere lo scorrimento della linfa all’interno della circolazione linfatica costituito da una fitta rete di vasi.

La linfa è una sostanza prodotta dai capillari sanguini, (formata prevalentemente da acqua, sali minerali e proteine), che che scorre unilateralmente tra cellula e cellula verso il circolo sanguigno attraverso stimoli contrattivi muscolari e che ha il compito di ripulire l’organismo dalle scorie, come cellule morte, virus e liquidi in eccesso. Durante il suo percorso, che si svolge a senso unico dal basso verso l’alto, raccoglie gli elementi di scarto a livello interstiziale potenziando l’azione del circolo venoso, per poi veicolare il tutto verso organi incaricati alla depurazione come ad esempio il fegato o nelle stazioni linfonodali deputate all’attivazione di meccanismi difensivi in caso di aggressione da agenti patogeni.

Metodo Vodder e scuola Leduc: le correnti di pensiero.

Il linfodrenaggio segue i dettami fondamentali di due correnti di pensiero, quella di Vodder e la scuola di Leduc che differiscono per la tipologia e il numero di manovre.

Il linfodrenaggio di Vodder si basa sull’attuazione di quattro movimenti: cerchi fermi, tocco a pompa, movimenti erogatori e tocchi rotatori.

Secondo Leduc invece, il trattamento deve essere svolto attraverso solo due manipolazioni che differiscono a seconda dell’affezione da trattare che sono: manovra di richiamo e manovra di riassorbimento.

La prima consiste in manipolazioni da effettuare a valle della zona di interesse per drenare liquidi stagnanti, mentre la seconda agisce sulle zone di infiltrazione per favorire l’assorbimento dei fluidi a livello dei vasi linfatici superficiali.

Metodo Vodder: la tecnica di linfodrenaggio manuale più diffusa.

La tecnica manuale di Vodder consiste nel compiere sui tessuti manipolazioni di diverso tipo allo scopo di stimolare lo scorrimento meccanico della linfa (ripristinandolo o accelerandolo) nella direzione del flusso dei vasi allontanando liquidi in eccesso dai siti di interesse.

Viene eseguita attraverso leggere pressioni circolari, ovali e rotanti più o meno estese e profonde simili a carezze, tali da produrre sulla pelle spostamenti longitudinali e trasversali, evitando scivolamenti o frizioni.

La delicatezza dei movimenti e la limitatezza di alcune pratiche, viene scelta per non provocare danni ai delicati capillari sanguigni e linfatici, infatti la manipolazione deve risultare indolore ed incapace di provocare rossore delle parti trattate.

Il massaggio può essere praticato attraverso quattro movimenti detti: cerchi fermi, tocco a pompa o a pompaggio, movimenti erogatori e tocchi rotatori come accennato in precedenza.

I cerchi fermi vengono ottenuti da un movimento di spinta circolare (nello stesso punto o allargandosi a spirale) delle dita appiattite sulla pelle e utilizzati principalmente per collo, viso e linfonodi, o per il corpo ed estremità utilizzando otto dita di mani sovrapposte.

Con il tocco a pompa che viene preferito per le parti curve di braccia, gambe e fianchi, il palmo è rivolto verso la cute e le dita tese si spostano verso la stessa direzione per creare cerchi ovali sulla pelle, mentre i polpastrelli non vengono usati; i movimenti erogatori da praticare su gambe ed avambracci producono, attraverso la rotazione del polso, movimenti spiraliformi sulla parte interessata per poi sollevarsi una volta cessata la pressione.

Infine nei movimenti rotatori (usati per petto, ventre e schiena), l’abbassamento oscillatorio del polso dall’esterno verso l’interno, produce una pressione spiraliforme dell’intera mano sulla cute mentre il pollice ruota secondo il flusso linfatico; successivamente con la decompressione, il polso si solleva e il pollice completa il movimento iniziato.

Le tre principali sedi linfatiche trattate durante una seduta di linfodrenaggio sono il terminus, alla base del collo, l’ascellare e l’inguinale; altri linfonodi importanti si trovano nel ginocchio posteriore, addome, torace e schiena.

Il massaggio inizialmente viene praticato su una delle stazioni linfonodali per la fase di “apertura”, cioè per far si che il linfonodo sia pronto a ricevere la linfa; successivamente il massaggiatore si sposta sulla zona interessata dal problema, il cui ristagno verrà veicolo verso la “stazione aperta”.

Ovviamente se il disturbo interessa il viso, sarà coinvolto il terminus, se l’inestetismo riguarda le gambe, le manipolazioni saranno indirizzate al linfonodo inguinale.

Benefici del linfodrenaggio manuale.

 

Il linfodrenaggio produce svariati benefici effetti: da quello vegetativo che deve avvenire lentamente e in maniera ripetitiva incidendo sul sistema nervoso parasimpatico con conseguente rilassamento della muscolatura, a quello antalgico (antidolorifico), che stimolando le cellule inibitorie del dolore, minimizza o addirittura elimina la sensazione dolorifica (utile per contratture, distorsioni, strappi).

L’effetto immunologico potenzia la resistenza alle infezioni tramite la stimolazione di tutti i linfonodi palpabili che attivano meccanismi di difesa dopo aver sequestrato agenti patogeni, l’azione tonificante agisce sulla muscolatura liscia dei vasi sanguigni e linfatici i quali si contraggono più efficacemente stimolando una maggiore circolazione capillare, quella drenante o antiedematosa elimina liquidi stagnanti nell’interstizio favorendo la circolazione linfatica e potenziando la velocità del flusso.

Inoltre il massaggio ha azione rigenerante, perché migliorando il transito dei liquidi, restituisce una adeguata irrorazione alle zone disidratate e mal nutrite, e un' azione rilassante prodotta dei movimenti lievi, delicati e ritmati con cui viene praticata.

Il massaggio drenante in estetica.

Il linfodrenaggio si usa anche in estetica in caso di gambe pesanti o per ridurre gli inestetismi della cellulite.

Il massaggio è utile per combattere tutti i tipi di cellulite tenendo presente che deve essere praticato in modo soft proprio per non creare la reazione inversa.

Alla base di questo problema estetico, si individua il ristagno e la stratificazione di scorie interstiziali che non sono state drenate attraverso la normale funzione circolatoria.

Tra i più evidenti benefici della stimolazione della linfa corporea infatti vi è quello di riattivare il sistema circolatorio, soprattutto a livello locale, favorendo l’eliminazione degli accumuli di grasso responsabili della tanto odiata pelle a buccia d’arancio. Oltre al risultato estetico va specificato che grazie al drenaggio linfatico viene stimolato anche il sistema immunitario, il che porta l’organismo a potenziare le sue difese, per non parlare del senso di rilassamento e benessere che pervade l’intero organismo durante e dopo il trattamento

In egual modo alla terapia medica, i dolci e cadenzati movimenti veicolano la linfa verso le stazioni linfatiche filtrandola dalle impurità; il rinnovato flusso circolante inoltre contrasterà il deposito di noduli di cellulite (ovviamente la terapia va associata ad abitudini alimentari e di vita corrette).

La posizione seduta è preferita nel massaggio anticellulitico; l’operatore circonderà manualmente la parte interessata producendo lievi spinte verso l’alto alternate a periodi di rilassamento.

Azione medica del drenaggio linfatico contro gli edemi.

La scelta del linfodrenaggio in medicina è optata principalmente per il trattamento fisico delle raccolte edematose, ovvero eccessi di liquido che non riuscendo a defluire ristagnano dando origine, laddove è possibile osservarlo, ad un tipico gonfiore dalla consistenza cedevole (edema periorbitale ad esempio).

La formazione degli edemi può essere legata all’aumentata pressione sanguigna dei vasi che non riuscendo più a “contenere” i liquidi in maniera corretta, permettono uno stravaso con formazione di raccolte interstiziali, o per ridotta funzionalità e occlusione parziale/totale dei vasi linfatici: il linfedema.

Si parla di linfedemi primari e secondari a seconda della causa scatenante; i primari si manifestano soprattutto nelle gambe a causa di una dilatazione anomala dei vasi linfatici o per la perdita di elasticità degli stessi in seguito ad un processo ripartivo successivo a traumi o lesioni.

I linfedemi secondari sono susseguenti a lesioni linfonodali o linfatiche provocate da traumi, flogosi, interventi chirurgici, malattie parassitarie.

Il trattamento degli edemi associa ai lievi movimenti circolari e centripeti di base, alcune prese definite “da edema” che inducono maggior assorbimento nei vasi, poi completate da altri movimenti del massaggio.

Terminata la seduta è necessario applicare un bendaggio o calza di compressione (non necessaria durante la notte) per evitare che il reflusso edematoso possa retrocedere nel tessuto massaggiato.

Ripetendo per mesi il trattamento si può migliorare nettamente la funzionalità dei vasi ed eliminare opportunamente i ristagni liquidi.

Linfodrenaggio in gravidanza: dopo i primi tre mesi fa bene.

Durante la gravidanza è bene fare attenzione al trattamento evitandolo per i primi tre mesi di gestazione, superati i quali può essere indicato proprio per prevenire il ristagno di liquidi e stimolare il circolo linfatico; proprio per l’abbondanza di zone edematose in questa particolare condizione, sono consigliate sedute definite “settoriali”, cioè operanti per porzioni del corpo in modo da non sottoporre la futura mamma a trattamenti troppo prolungati.

Inoltre risulta ancora più apprezzato per la caratteristica delicatezza con cui sono eseguiti i movimenti in quanto non provoca la rottura dei capillari che si presentano ancora più fragili in gravidanza.

Vietati invece i movimenti addominali più profondi utili in caso di stipsi.

Controindicazioni.

Non sempre questa tecnica risulta efficace e talvolta è addirittura dannosa per la salute, per cui è giusto ricordare che viene sconsigliata nei casi di insufficienza cardiaca, malfunzionamenti renali o epatici, asma e bronchiti acute, flebiti, trombosi recenti, edema cardiaco, infezioni cutanee, infiammazioni batteriche acute per il pericolo di diffusione del patogeno nell’organismo, ipotensione, ipertiroidismo.

Durata e costi.

La durata e la frequenza dei trattamenti per gli stati edematosi possono variare a seconda della gravità e della risposta del paziente; generalmente ogni massaggio viene praticato per circa un ora, un ora e mezza da ripetersi per almeno dieci sedute.

Nel caso che questa manipolazione venga richiesta per combattere l’antiestetica cellulite, vengono generalmente consigliate 35 sedute della durata di 30-60 minuti.

E’ necessario per un primo periodo sottoporsi a sedute frequenti, (circa 2 – 3 la settimana), che vengono gradualmente ridotte, fino ad arrivare a circa 2 al mese, man mano che si riduce l’inestetismo. Il costo di ogni seduta è di circa 40 – 50 €.

Il fisioterapista.

La tecnica del linfodrenaggio è un metodo che necessita di studio, preparazione e conoscenza; un massaggio fatto male potrebbe risultare se non inutile, addirittura dannoso ed è per questo che bisogna affidarsi a specialisti.

Seppur lievi, anche il linfodrenaggio può avere delle controindicazioni, provocando arrossamenti cutanei o la rottura di capillari. Per questo motivo sia che ci si avvicini al linfodrenaggio per motivi terapeutici o estetici è sempre bene affidarsi a mani esperte e garantite. E’ importante che il terapeuta/massaggiatore conosca molto bene l’anatomia umana ed il funzionamento del sistema linfatico, oltre che i movimenti giusti per stimolare il drenaggio, ed eserciti sempre la giusta pressione nei diversi punti, anche perché questo tipo di trattamento viene fatto senza l’ausilio di oli e creme il che rende ancora più importante la manualità del terapeuta che deve inoltre conoscere e rispettare anche i tempi dell’organismo.

Mani esperte devono avere una perfetta conoscenza della mappatura linfatica e delle strutture anatomiche dell’organismo per eseguire in modo sicuro il massaggio secondo le vie di transito; per questo motivo è obbligatoria una specifica preparazione del massaggiatore che verrà in seguito attestata.

Il paziente deve trovarsi in posizione comoda, con una temperatura gradevole, senza essere disturbato da nessuna causa da distrazione (ad esempi fonti di luce eccessive).

I movimenti devono susseguirsi in maniera lenta e ritmata attraverso la sequenza: appoggio, spinta e rilassamento; quest’ultimo per dare il tempo alla linfa di transitare nei condotti sfruttando l’azione di pompaggio cadenzata dalle mosse.

Le mani dello specialista devono essere calde, il massaggio non dovrebbe essere interrotto fino al termine e la pressione applicata, dove necessario, deve aumentare gradualmente.

E’ necessario che il massaggio venga compiuto con accurata pressione e velocità assecondando il percorso della linfa verso i linfonodi, ed essere eseguito in maniera delicata ma adeguandolo alla consistenza del tessuto; tanto la cute sarà più lassa ad esempio, tanto più lieve dovrà essere il movimento compressivo.

E’ importante che il fisioterapista applichi il massaggio correttamente praticandolo dapprima sulle zone da trattare (edema, cellulite), per poi spostarsi unilateralmente verso gli sbocchi naturali, cioè dagli organi deputati allo smaltimento e al filtraggio (polmoni, fegato).

Terminata la seduta il paziente deve rimanere in posizione supina per 15-30 minuti.

Linfodrenaggio manuale o meccanico?

Il linfodrenaggio può essere effettuato anche attraverso l’impiego di apparecchi elettromedicali esistenti in commercio.

Solitamente viene consigliata l’associazione della metodologia meccanica con il metodo manuale o con l’utilizzo di fasce elastiche per evitare lo sviluppo di tessuto fibrotico che altrimenti avrebbe una certa tendenza a manifestarsi.

Il vantaggio di questo metodo è la praticità, dato che in alcuni casi, è possibile trasformare il linfodrenaggio in un trattamento domiciliare.

Questa modalità è utilizzata soprattutto per fini estetici come il trattamento anticellulitico di gambe colpite da questo inestetismo; il lavoro meccanico funziona producendo un effetto sulla porzione liquida del ristagno agendo indirettamente sulle frazioni fibrotiche e proteiche.

I macchinari destinati a questo tipo di massaggio sono caratterizzati da un sistema basato su un funzionamento pneumatico con frequenza alternata che aumenta gradualmente la pressione di spinta sulla parte di interesse in direzione caudale craniale (dal basso verso il cranio), incrementando la stimolazione in direzione centripeta della linfa verso le stazioni linfatiche.

Altre apparecchiature che agiscono con un elettrostimolatore, sfruttano una sequenza di lievi impulsi che inducono la stimolazione dei piccoli vasi periferici favorendo il fluire della linfa e contrastando così il ristagno e una cattiva circolazione; gli ultrasuoni ad alta frequenza (1-3 MHZ) (linfodrenaggio e cavitazione) posti in corrispondenza dei linfonodi, possono risultare utili nel rimuovere liquidi in eccesso e tossine metaboliche stimolate dagli ultrasuoni.

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